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L’altro pianeta di Prodi e Berlusconi

di centrofondi - 07/12/2006

 

 

Euro vicino ai massimi storici e nessuno dei politici o economisti di regime che si sentano

preoccupati, anzi ostentano sicurezza. Gli economisti dicono che fino a 1,40 (!!) il rapporto

euro/dollaro non creerà alcun problema per l’economia, addirittura Prodi da Atene è

orgoglioso della sua forza dichiarando che “è arrivato un protagonista fortissimo

dell'economia mondiale e sarà protagonista per i secoli a venire

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2006/12_Dicembre/04/prodi.shtml .

Certamente noi non siamo all’altezza di poter competere con questi personaggi di levatura

mondiale, ma da economisti di strada quale siamo, un dubbio ci viene. Questa gente c’è o ci

fa? Come possono dire simili scemenze senza che nessuno osi controbattere?

Ancora abbiamo nelle orecchie un Berlusconi che, solo pochi mesi fa, dichiarava con

orgoglio che se fosse stato per lui avrebbe imposto un cambio lira/euro a 1500 anziché a

1936,27, oggi Prodi che fa queste dichiarazioni…ma….rimaniamo senza parole.

La nostra è un’economia basata prevalentemente sulle esportazioni e oramai da 15 anni

vediamo le nostre quote di mercato ridursi drasticamente. Dal 5% nei primi anni ‘90 la

nostra quota del commercio mondiale è passata al 3,5% ed è in caduta libera.

Tanto per darvi un esempio, dal 2000 le nostre esportazioni sono aumentate di appena il 6%

contro un 50% della Germania. Con una lira più forte del 30% (un euro=1500 lire) la nostra

economia si sarebbe letteralmente sciolta come neve al sole, facendoci precipitare nella

recessione molto più di quanto non accada adesso. E’ dal 2000 che l’Italia cresce ben al di

sotto della quota di sopravvivenza ovvero il 2% e quindi ogni anno che passa non riusciamo

a mantenere il passo dell’anno prima, non è forse recessione questa?

Solo quest’anno l’euro si è apprezzato sul dollaro di oltre l’11% sapete cosa vuol dire

questo per le nostre imprese esportatrici? Che se non vorranno chiudere o andare all’estero

dovranno ridurre i propri margini almeno della stessa percentuale, mentre i costi continuano

ad aumentare ben al di sopra del tasso di inflazione ufficiale, senza contare che molte delle

spese sostenute dalle imprese italiane sono di gran lunga superiori a quelli degli altri paesi

(energia + 35%, lavoro + 20%) per non parlare di pedaggi autostradali, carburanti e

infrastrutture ai limiti della decenza. E la forza dell’euro non è limitata solo al dollaro, ma

purtroppo coinvolge tutte le altre valute

Quando sentiamo gli economisti, Prodi, Berlusconi che fanno queste dichiarazioni ci viene

proprio da domandarci: ma su quale pianeta vivono?

Le borse, hanno considerato la debolezza del dollaro come un vantaggio per gli Stati Uniti,

vantaggi in termini di esportazioni e di riduzione delle importazioni, ma una valuta debole

significa anche che dall’estero affluiranno meno investimenti per soddisfare la vorace

macchina del debito con gravi rischi per la stabilità del sistema. Se, ad esempio, guardiamo

gli indici americani convertiti in euro, vediamo che per noi europei non è un grande affare

investire nei listini americani

Il vero affare lo stanno facendo gli americani che investendo in euro hanno un ultetriore

incremento dovuto al cambio.

Va detto che però è un affare effimero perché tutte le valute si deprezzano in termini

reali, in funzione della crescente quantità di moneta, cartacea ed elettronica, immessa

in circolazione. Quindi se vogliamo essere corretti, possiamo dire che attualmente

l’euro si sta deprezzando solo ad una velocità inferiore a quella delle altre valute.

Dal fronte dell’oro siamo un po’ delusi perché ci aspettavamo un po’ più di forza e sembra

che ormai sia stato fatto il massimo del ciclo a tre mesi iniziato ad ottobre

Il fatto di non essere riuscito in questo frangente a superare il massimo di luglio a 664$ ci fa

mettere sulle difensive anche se il ciclo semestrale è ancora al rialzo

L’entità della correzione ed il minimo del ciclo a tre mesi ci fornirà elementi di valutazione.

Nel lungo periodo sappiamo che dal 2001 per l’oro è iniziato un ciclo di lunghissimo

periodo (15 anni) di cui abbiamo ultimato nel maggio 2005 il primo ciclo a 4 anni e adesso

siamo nel secondo che potrebbe aver fatto già il suo massimo a maggio scorso.

La conseguenza di questo ragionamento è che dal massimo del prossimo ciclo trimestrale,

probabilmente marzo , non dovremo attenderci grandi cose dal metallo giallo fino alla fine

di questo ciclo a 4 anni prevista per il 2009, quando, con la partenza del nuovo ciclo di

medio periodo, ci aspettiamo di vedere nuovi e ben più consistenti massimi. Questo

naturalmente rebus sic stantibus, poi naturalmente aggiusteremo il tiro, con i nuovi eventi.

That’s all folks