Dal Rapporto Baker sull'Iraq
di James A. Baker III & Lee H. Hamilton - 08/12/2006
Non c'è una formula magica per risolvere i problemi dell'Iraq. Comunque, ci sono azioni che possono essere intraprese per migliorare la situazione e proteggere gli interessi americani. |
Nessuno può garantire che qualunque azione intrapresa in Iraq a questo stato delle cose possa arrestare la guerra tra le fazioni, l'aumento della violenza, lo scivolamento verso il caos. Se prosegue l'attuale tendenza, le conseguenze potrebbero essere gravi. Per il ruolo e responsabilità degli Stati Uniti in Iraq, e gli impegni presi dal nostro governo, il paese ha obblighi particolari.
Da The Iraq Study Group Report, James A. Baker, III, and Lee H. Hamilton, Co-Chairs
Seguono le schede informative sui due co-presidenti Baker e Hamilton, proposte dal manifesto il 7 dicembre 2006 (f.b.) James A. Baker III da piccolo era un democratico. Passa con i repubblicani a quarant'anni per militare nella campagna che nel 1970 cerca di portare al Senato, senza successo, il suo più vecchio amico: Bush padre. Nasce da quella fallita campagna elettorale l'intera vita successiva di Baker, spesa a fare il capo dello staff di Reagan, poi il suo ministro del tesoro, quindi al consiglio per la sicurezza nazionale, infine capo dello staff e segretario di stato di Bush padre. In quegli anni trova anche il tempo e i miliardi per salvare dalla bancarotta un'azienda in crisi: la Arbusto , la ditta di Bush figlio. Nel '93 esce dalla scena governativa, fonda il James Baker Institute e si dedica al super-lobbismo: è tra i padri della coalizione della prima guerra del Golfo, entra nel consiglio d'amministrazione di diverse società (come il Carlyle group) e si arricchisce immensamente, nel 2000 è fra i protagonisti della battaglia legale in Florida che regala a Bush figlio la presidenza. E' un vetero-con, temporaneamente accantonato dalla travolgente onda neo-con e ora riportato al centro della scena proprio dal loro fallimento. Lee H. Hamilton è un campione moderato, un cacciatore del compromesso, un professionista del bipartisan. La biografia politica dell'uomo che insieme a James Baker ha firmato il rapporto del parlamento americano sull'Iraq è quella di un oliatore professionista: figlio di un pastore metodista della Florida, 74 anni dei quali ben 34 passati alla Camera - in cui entrò poco più che trentenne al seguito di Lyndon Johnson - Hamilton entrò nell'allora Foreign affairs comittee della Camera (che oggi si chiama Comitato per le relazioni internazionali ed è il luogo in cui il parlamento americano decide la politica estera dal paese), scegliendo di restarci anche quando, anni dopo, gli venne offerta una prestigiosa candidatura al Senato. E' conosciuto per avere rapporti particolarmente stretti con la Casa Bianca , anche quando è guidata dai repubblicani. Negli anni '80 frenò gli attacchi democratici a Reagan durante lo scandato Iran-Contra. Si è opposto più volte a obbligare l'ex ministro della difesa Rumsfeld a deporre sotto giuramento davanti alla commissione che indagava sull'11 settembre. |