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Mengistu il genocida

di Matteo Fagotto - 13/12/2006

L’ex-leader etiope condannato per i crimini commessi durante il Terrore Rosso
Il verdetto, atteso per 12 anni, è arrivato oggi pomeriggio: Mengistu Haile Mariam, leader dell’Etiopia dal 1977 al 1991, è stato giudicato colpevole di genocidio, omicidio, sequestro di persona e confisca illegale di proprietà dall’Alta Corte Federale che, entro il 28 dicembre renderà nota l’entità della pena. Mengistu è stato ritenuto responsabile della morte di migliaia di persone, la maggior parte delle quali uccisa durante gli anni 1977/78, nel periodo del cosiddetto Terrore Rosso.
 
l'ex-leader del Derg Mengistu Haile MariamCondanna. Mengistu è stato condannato sulla base di prove schiaccianti, tra le quali testimonianze di sopravvissuti, ordini di esecuzione firmati dallo stesso Mengistu e video di torture. Assieme a lui sono stati condannati altri 71 ufficiali del Derg, la giunta militare che guidò l’Etiopia dal 1977 dopo aver rovesciato l’imperatore Haile Selassie. Solo 34 degli imputati si trovavano però in tribunale: altri 14 sono morti nel corso del processo, mentre 25 sono stati condannati in contumacia. Tra questi lo stesso Mengistu, fuggito nel 1991 in Zimbabwe, le cui autorità hanno garantito all’ex-leader etiope un esilio dorato e lo status di rifugiato, respingendo le richieste di estradizione presentate da Addis Abeba.
 
Repressioni. Nato nel 1937 presso Walayitta, Mengistu salì agli onori delle cronache subito dopo la presa del potere da parte del Derg. Emerso subito come il leader della giunta, Mengistu eliminò uno ad uno gli oppositori all’interno del Derg, prima di dedicarsi a una sistematica repressione di partiti e organizzazioni che non appoggiavano la politica della giunta comunista etiope: si calcola che almeno 5 mila persone siano state torturate o uccise arbitrariamente durante il Terrore Rosso, quando il Derg si trovò ad affrontare le proteste studentesche e la ribellione di numerosi gruppi armati, alcuni dei quali avevano in precedenza aiutato la giunta a rovesciare l’ormai screditato imperatore Selassie. La Corte ha ritenuto Mengistu colpevole anche della morte di quest’ultimo, perito in circostanze mai chiarite 11 mesi dopo essere stato deposto: la vox populi vuole che sia stato lo stesso Mengistu a strangolare Haile Selassie, un’accusa che il leader del Derg ha sempre respinto assieme a quella di genocidio, definito dallo stesso Mengistu “una lotta in difesa della rivoluzione”.
 
Il simbolo del DergResponsabilità. “Il risultato più importante del processo è il messaggio mandato ai leader africani colpevoli di atrocità contro i loro popoli: la giustizia vi seguirà per farvi rendere conto delle vostre azioni”, dichiara a PeaceReporter Peter Takirambudde, direttore della sezione africana di Human Rights Watch. “Il verdetto contro Mengistu, responsabile di crimini orrendi, è un precedente importante in vista dei processi contro Charles Taylor e Hisséne Habrè (ex-presidenti rispettivamente di Liberia e Ciad accusati di crimini di guerra e contro l’umanità, ndr). E questo indipendentemente dalle numerose pecche che il processo ha avuto”. Quella contro i principali ufficiali del Derg è stata infatti solo una parte di un processo ha visto imputate centinaia di persone, molte delle quali hanno atteso anni prima di comparire in aula e, in parecchi casi, essere giudicate innocenti. Anche se, viste le resistenze delle autorità dello Zimbabwe, difficilmente Mengistu finirà in prigione, la condanna costituisce un importante punto fermo nell’oscuro passato dell’Etiopia. Se non altro, da oggi, alle vittime scomparse durante il regime comunista è stato reso un minimo di giustizia