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Il petrolio non è per sempre

di Christian Elia - 13/12/2006

La finanza degli Emirati Arabi uniti diversifica i suoi investimenti
Dopo le indiscrezioni circolate negli ultimi giorni, adesso è ufficiale: il Liverpool Football Club, una delle squadre di calcio più titolate d’Europa e del mondo, sta per essere acquistato dal consorzio Dubai International Capital. Nessun accordo è stato ancora firmato, come fa sapere il club calcistico inglese sul suo sito, ma la trattativa è in corso. Secondo la stampa d’oltremanica, il consorzio sarebbe disposto ad investire 450 milioni di sterline (pari a circa 670 milioni di euro), cifra che comprenderebbe anche la costruzione di un nuovo stadio da 60mila posti.
 
lo stadio dell'arsenalUn'economia nel pallone. Se l’affare andasse in porto, si tratterebbe solo dell’ultimo grande investimento in ordine di tempo che vede coinvolti gli Emirati Arabi Uniti. La Dubai International Capital, fondata nel 2004, è una compagnia d’investimenti internazionali che, come si legge nel sito dell’azienda, è solo un ramo della più grande Dubai Holding, che investe capitali in praticamente tutti i settori possibili. L’acquisto del Liverpool, qualora si concretizzasse, non sarebbe il debutto assoluto della finanza degli Emirati nel calcio: il primo investimento, oltre a una serie di sponsorizzazioni di club calcistici, è stato quello dalla compagnia aerea di bandiera del ricco paese del Golfo Persico, la Emirates, che ha legato il suo nome al nuovo stadio ultra moderno dell’Arsenal, club di Londra. Una avveniristica struttura da 60mila posti, dotata di ogni comfort, che ha sostituito il mitico Highbury, storico stadio delle gesta del fenomeno francese Thierry Henry e di mille altri prima di lui.
 
un centro turistico nel deserto degli emiratiElefanti per turisti. Il calcio, con l’enorme giro d’affari che ruota attorno al pallone, sembra quindi l’ultima frontiera degli investimenti all’estero dei capitali degli Emirati. Ma la strategia è partita da anni, da quando per la precisione Dubai è stato il primo centro finanziario delle ricche economie del petrolio a capire che l’oro nero non rappresenterà un business infinito. Il primo passo di una diversificazione degli investimenti è stato il settore turistico. Tutti al mondo conoscono le avveniristiche strutture alberghiere sorte negli ultimi anni negli Emirati. Alberghi sontuosi ed eccentrici, che finiscono per essere essi stessi un’attrattiva turistica in un Paese che non ha grandi monumenti o paesaggi mozzafiato. Attorno a queste ‘opere d’arte’ dell’ingegneria civile, sono cominciati a sorgere i cosiddetti ‘elefanti bianchi’, nomignolo con i quali vengono chiamate le costruzioni all’avanguardia del Paese, diventate oggetti di culto e, da qualche tempo, su molti giornali internazionali è facile imbattersi in annunci che invitano investitori stranieri a comperare immobili nel paese asiatico.
 
il burj al barab, uno degli alberghi più costosi del mondo a dubaiProssima frontiera, lo spazio. Ma non è solo sul mattone che si concentrano gli investimenti negli Emirati Arabi Uniti. A febbraio scorso è stato siglato un accordo tra un’azienda Usa e il governo di Dubai che prevede, nei prossimi anni, la costruzione di un centro per le gite turistiche nello spazio.
“Gli Emirati, in quanto Paese leader del turismo, sono il luogo ideale dove installare uno spazioporto”, dichiarò nel corso della conferenza stampa di presentazione il manager Usa del progetto. Proprio con gli Usa, a marzo scorso, stava per concretizzarsi un’operazione di livello storico:  l’acquisizione, da parte di una società di Dubai, del controllo dei servizi di una serie di porti negli Stati Uniti. L’islamofobia che, dopo l’11 settembre, pervade la società statunitense ha congelato, per il momento, l’affare. Ma questa battuta d’arresto non blocca il principio di fondo che anima l’attivismo finanziario degli Emirati Arabi Uniti: il petrolio non è per sempre.