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Montezemolo: salario, lusso e profitto

di Loris Campetti - 16/12/2006

 
Ferrari, poltrona Frau, sigari Toscani. Luca Cordero di Montezemolo, il signor Fondo Charme, richiama il lusso, l'immagine ricca dell'Italia nel mondo. Come i veri signori, quelli che il lusso ce l'hanno nel dna, il presidente di Confindustria non è egoista e vorrebbe socializzare il benessere. Con chi? Con i suoi operai, naturalmente, che chiama affettuosamente «collaboratori». La proposta - banalizzata con la definizione tradizionale di «patto dei produttori» - ai suoi collaboratori non fa una piega: voi condividete con noi «l'ansia dell'intrapresa e l'incertezza del rischio» e noi condivideremo con voi «i risultati». Per principio, ma anche perché, effettivamente, gli operai che lavorano sul serio - mica come quegli sfaccendati del pubblico impiego - guadagnano troppo poco.

Scendendo dal «polo del lusso» al popolo in tuta blu, il messaggio si traduce in termini molto meno epici. Montezemolo vuole legare gli aumenti salariali agli andamenti aziendali e per incrementare le asfittiche buste paga degli operai propone agli stessi di lavorare di più e rompere di meno, rinunciando a contrattare tempi e orari che dovrebbero diventare di proprietà del padrone. Non basta. I soldi per arricchire la suddetta busta paga, che solo in parte e solo in caso di utili verrebbero dall'azienda, dovrebbe metterceli lo stato riducendo il prelievo fiscale e detassando gli straordinari. Non basta ancora. I soldi recuperati dalla collettività con l'aumento del gettito fiscale non possono mica finire nel «pozzo senza fondo della spesa pubblica», al contrario vanno «restituiti a chi paga troppe tasse, imprese e lavoratori dipendenti».

Montezemolo chiede al governo di continuare a tagliare lo stato sociale (scuola, sanità, servizi) e le pensioni, non vuole pagare le tasse, pretende di liberarsi del sindacato di fabbrica per esercitare il suo comando unilaterale sulla forza lavoro. Si dice che si debba ringraziare lui se i cancelli di Mirafiori, sbarrati per 26 anni, si sono aperti ai giornalisti per le assemblee con Epifani, Bonanni e Angeletti. Una proposta, allora: perché Montezemolo le sue idee rivoluzionarie non va a spiegarle ai «collaboratori» in tuta blu alla presenza dei giornalisti? Pagherei il biglietto d'ingresso, pur di non perdermi lo spettacolo.