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Nuovo o vecchio mondo?

di centrofondi - 29/12/2006

 

 

Ci sono tre argomenti che l’anno prossimo saranno al centro delle cronache economiche.

Energia, Ambiente e le Valute.

Tutte queste cose sono esplose con il nuovo millennio, ma solo adesso si stanno

manifestando in tutta la loro importanza e in questo periodo storico abbiamo la netta

sensazione che si stia giocando il tutto per tutto.

Per stessa ammissione di Bush, la vera ragione per cui gli americani si sono scomodati ad

esportare la democrazia in Iraq era mettere le mani sulle loro riserve petrolifere. Oggi, a tre

anni di distanza, anche importanti voci, dallo stesso Opec al Council of Foreign Relation,

stanno parlando di peack oil e riserve che si riducono drasticamente, come riporta

l’informatissima Debora Billi di http://petrolio.blogosfere.it . Il problema è che si stanno

esaurendo rapidamente i giacimenti di più facile sfruttamento e rimarranno invece quelli in

cui il processo di estrazione e raffinazione costerà notevolmente di più, come ad es. le

sabbie bituminose presenti in grande quantità nell’Arabia Saudita. Il costo del petrolio

quindi sarà destinato a lievitare notevolmente e potrà essere la causa dell’aggravarsi della

crisi economica imminente.

L’altro fronte è quello ambientale a cui il mondo industrializzato rimane indifferente. Ci

sono rapporti come quello dell’economista della banca mondiale, l’inglese Stern, che tra

l’altro è stato anche licenziato, in cui si valuta l’impatto del riscaldamento globale in 7.000

mld di $ (il 20% del PIL mondiale), mentre se solo si volesse mettere un freno serio ed

efficace all’emissioni di gas serra, basterebbero appena 350 mld di $ (l’1% del PIL

mondiale). Sull’emergenza climatica si è impegnato anche Al Gore con un ottimo film An

inconvenient truth http://www.climatecrisis.net/trailer .

Ignorare questi moniti è un atto criminale la cui responsabilità ricadrà su chi poteva fare

qualcosa, ma non lo ha fatto, noi compresi che non ci siamo fatti sentire abbastanza.

Il pensiero inevitabilmente cade sui patetici politici italiani e all’Enel che, con la centrale di

Porto Tolle, continuano a parlare di carbone pulito (!!!), mentre hanno esiliato Carlo Rubbia

con i suoi studi sull’energia solare termodinamica, insabbiato e cessato ogni finanziamento

alla ricerca dell’Enea sulla fusione fredda (invitiamo a firmare e far girare la petizione

http://www.ecoage.it/info/petizione-fusione-fredda.php e vedere il prezioso documento di rai

news24 http://www.rainews24.rai.it/ran24/inchieste/19102006_rapporto41.asp ).

L’altro fronte caldissimo, tanto per rimanere in tema, è quello valutario

Siria (oltre un anno fa), Iran, Venezuela hanno già dichiarato che abbandoneranno il dollaro

e molti altri paesi si stanno accingendo quantomeno a ridurre le loro riserve in dollari. In

verità il dollaro sarebbe dovuto crollare già da qualche anno, ma la manipolazione di cambi

e tassi da parte delle banche centrali e dei governi, ha posticipato la fine della valuta

americana, ma adesso è probabile che tutti i nodi vengano al pettine e che l’oste presenti il

salatissimo conto all’incauto avventore che, secondo noi, sicuramente cercherà in tutti i

modi di non pagare.

Il dollar index non ha ancora infranto i suoi minimi anche se la sua bilancia commerciale si

deteriora sempre di più raggiungento l’iperbolica cifra di 6.000 mld di $

grazie alla complicità della Cina che ha legato lo Yuan al dollaro impedendogli di rivalutarsi

come dovrebbe

e comprando tonnellate di obbligazioni del governo americano per permettergli di comprare

ancora i suoi prodotti.

Il Giappone manipola da anni cambi e tassi pur di non permettere alla sua valuta di

rafforzarsi e quindi al dollaro di indebolirsi

e lo può fare tranquillamente essendo la seconda potenza economica con il più alto debito

pubblico, con il vantaggio che il suo surplus commerciale a novembre è salito del 54%.

E’ ovvio che anche se qualcuno si ripara, la debolezza del dollaro si deve scaricare sulle

spalle di qualcun altro ed ecco allora che il Thai Thailandese, pressato dalla speculazione, al

contrario del 1997 quando la sua debolezza scatenò la crisi asiatica, oggi si apprezza ogni

giorno di più nei confronti del dollaro, scatenando la reazione del governo che ha bloccato il

flusso dei capitali stranieri in Thailandia per arginare la debolezza del dollaro, per la serie

anche le pulci tossiscono, d’altra parte ognuno si difende come può. E questo non è un

episodio isolato perché la stessa cosa sta accadendo in Corea, Singapore ecc.

Chi invece non si scompone ancora è l’euro che è sempre più ricercato dai governi che

intendono diversificare i loro asset e la bce sembra non curarsi della forza della nostra

valuta, anzi sembra con la sua politica su tassi, debito e liquidità, che addirittura agevoli

questa tendenza. Di questo non se ne è accorto Prodi che si dice fiducioso del futuro (?!) e

dell’operato della banca centrale (!!!), mentre il candidato alla presidenza francese Sarkozy,

forse pressato dall’imminente scadenza elettorale, si è dichiarato preoccupato e ha chiesto

interventi volti a fermare la forza dell’euro

E’ chiaro che si avvicinano tempi duri per le economie tradizionali che dovranno

confrontarsi con tutti questi problemi, impellenti e non più rimandabili. Continuare ad

affidarci a questi direttori d’orchestra ci porterà all’annientamento.

Meno male che la fisica quantistica ci insegna che questo è solo uno dei futuri possibili che

menti malate hanno concepito per noi. Se noi lo vogliamo e ci impegnamo in prima persona,

possiamo ancora cambiare il corso del nostro destino.

E’ fuori discussione che nel nostro mondo sia in atto un cambiamento importante che

coinvolge tutti gli aspetti della nostra vita, ma non è detto che sia negativo. Certo che

affrontarlo con vecchi schemi legati al potere, alla vecchia energia (petrolio), alla volontà di

sopraffazione e all’avidità ci porterà sicuramente alla rovina

Oggi queste problematiche ci impongono di fare una scelta, non potendo più far finta di

niente e rituffarci nelle (false) certezze, che questo modo di vivere ci dava fino a poco

tempo fa. Ognuna di queste, dalla macchina, al lavoro, al denaro, anche agli affetti, in questi

tempi si sta lentamente sgretolando sotto gli occhi increduli di tutti noi, lasciandoci sempre

più, timorosi, spauriti, fino a quando non scegliamo di prendere in mano il nostro destino e

allora capiamo immediatamente che

un futuro diverso è possibile subito ed a costi limitati.

Per arrivare a questo possiamo fare moltissimo, cercando la verità nei nostri rapporti con il

prossimo, non facendoci fagocitare dalla routine e manifestando il nostro dissenso in tutte le

forme pacifiche possibili. Queste persone che siedono nel nostro parlamento sono indegne

di ricoprire tali cariche e devono sapere che nessuno andrà più a votare perché NESSUNO

di loro ci rappresenta, sono retaggi di un modo di fare politica che non è più conforme al

nostro concepire il vivere comune.

Devono sapere che per la nostra vita pretendiamo molto di più: una nuova politica, una

nuova moneta libera dal debito, una nuova economia.

Non sappiamo voi, ma noi di centrofondi, sentiamo queste festività lontane perché hanno

perso l’anima, il sentimento. I suoni, le voci dei media che ci incitano a consumare, che ci

mostrano una realtà che non esiste, ci giungono come ovattati come provenissero da un

mondo lontano che ha perso il suo appeal, che non ci appartiene più, da un modo di vivere

che non è più il nostro.

Scusateci ma siamo occupati a costruire il nuovo mondo!

That’s all folks and