Il futuro passato remoto. Le notizie sempre più stupefacenti che ci arrivano dalla NASA
di Massimo Mazzucco - 03/01/2007
Forse il tempo scorre all'indietro. Forse il passato deve ancora accadere, e il futuro se ne è già andato per sempre.
Questa sembra essere l'unica spiegazione valida per riuscire ad accomodare in qualche modo le notizie sempre più stupefacenti che ci arrivano dalla NASA. Non abbiamo ancora finito di meravigliarci per la "perdita" di quello che si può tranquillamente definire il filmato più importante della storia dell'umanità, cioè l'originale dei primi passi dell'uomo sulla Luna, che oggi veniamo a sapere che la NASA cerca "notevoli quantità di sabbia finta", per ricreare sulla terra il suolo lunare. Ne avrebbero bisogno per sperimentare dei nuovi veicoli, simili allo storico "Rover" che calpestò il suolo lunare nelle ultime tre missioni Apollo, in previsione di "nuovi viaggi sulla superficie del nostro satellite".
Al che giustamente viene da dire: "ma scusate, che ne avete fatto dei vecchi studi? Non andava già benissimo, il vecchio Rover, che portava a spasso gli astronauti come se fosse una automobilina dei campi di golf?" Appunto, è proprio qui che scatta il problema, perchè ora pare che abbiano perso anche i vecchi progetti, fatti negli anni sessanta, e tocca ricominciare tutto daccapo. In altre parole, quarant'anni fa, con degli studi fatti completamente al buio -nessuno era ancora "stato sulla Luna", nè per finta nè per davvero - hanno azzeccato il Rover alla perfezione: viaggiava che era un siluro, si ripiegava in poco più di un fazzoletto, saltava come una moto da cross, …
… pesava come una piuma di pavone, ci stavano su almeno due belle ragazze per ogni lato, e soprattutto andava, andava, e andava sempre, con le sue magiche batterie ultraleggere che non si esaurivano mai.
Pensate, pur di risparmiare peso, per riuscire ad andare in orbita con il Saturno, gli astronauti erano costretti a portarsi dietro persino lo spazzolino da denti in lega leggera, ma in compenso in quel modulo lunare ci stavano delle batterie da T.I.R. in grado di far viaggiare il Rover come un piccolo Maserati interstelllare.
Alla stessa stregua, quarant'anni fa gli astronauti attraversavano le fasce di van Allen con una tale disinvoltura che uno di loro non sapeva nemmeno a che altezza si trovassero, mentre oggi pare che lo Shuttle non riesca nemmeno ad avvicinarsi al limite inferiore della prima delle due fasce, che già all'interno dell'astonave si verificano fenomeni allucinatori molto simili a quelli provocati dall' LSD:
E ancora: una volta nello spazio esterno, gli eroi di Apollo procedevano disinvoltamente verso la Luna, protetti da una navicella spessa solo qualche centimetro, sfidando le radiazioni cosmiche con una passatina di burro di cacao sulle labbra (se no poi si screpolano, con tutti quegli ioni impazziti che ti attraversano il corpo da parte a parte), mentre di recente la NASA ha inaugurato un settore della ricerca dedicato esclusivamente alla protezione dell'astronauta dai raggi cosmici, "per i futuri viaggi interstellari".
Anche le innovazioni tecnologiche hanno subito un arresto brutale nel loro sviluppo: oggi un qualunque compressore, o una qualunque pompa idraulica, per quanto costosi e sofisticati, il loro piccolo rumorino lo fanno sempre. Gli astronauti invece si portavano sulla spalle il famoso zainetto "tutto in uno", che era contemporaneamente in grado di far circolare l'acqua di raffreddamento delle tute, di scambiarne (chissà come) il calore con l'esterno, di mantenere all'interno una pressione atmosferica simile a quella terrestre, e di fornire loro l'ossigeno da respirare, senza fare il benchè minimo squittìo: quando ascolti la voce degli astronauti, che ci arriva chiara e forte dal nostro amato satellite, la senti immersa nel più profondo e religioso silenzio cosmico. (Per chi non sapesse quanto è profondo il silenzio cosmico, è molto simile a quello di una qualunque stanza di registrazione insonorizzata di Cinecittà).
La lista dei portenti tecnologici che ci siamo persi per strada è talmente lunga che diventa doloroso ricordarla tutta. Ma dai guanti con ditoni di plastica ipersensibili, che ti permettono di lavorare con un'Hasselblad come se fossi a mani nude, al geniale sistema di riscaldamento/raffreddamento di cui ci ha parlato Alan Bean, che manteneva l'habitat dell'Apollo a temperatura costante nonostante fuori ci fossero 120° gradi al sole, e meno-100° in ombra, tutto è andato perduto, rendendo completamente vani gli stupefacenti progressi tecnologici di quegli anni.
Oppure, appunto, la freccia del tempo è capovolta, e tutto quanto descritto deve ancora arrivare.
Fonte NASA - (Grazie a Dusty per la segnalazione)