La "leggenda" dell'olocausto: riapertura di un dibattito (I parte)
di Antonio Prof. Caracciolo - 08/01/2007
![]() Il professor Caracciolo, che ci ha gentilmente dato il permesso di ripubblicare il suo testo, ha specificato che esso "Viene da me continuamente rivisto, riletto, integrato. Si tratta di un articolo "open", ci sono possibili ulteriori e imprevisti sviluppi". Per eventuali modifiche rimandiamo dunque a http://clubtiberino.blogspot.com/ Tranquillizzo subito chi si infiamma facilmente appena si tocca questo argomento. Sto dalla parte delle vittime, sempre e senza riserve. Ma chi è vittima? Vittima è l'innocente che ignora perfino le ragioni dell'odio e della persecuzione contro di lui. Vittima è il bambino, il vecchio e la donna, la cui debolezza mai potrebbe costituire minaccia e fonte di timore per l'aggressore. Vittima innocente è chi è privo di qualsiasi colpa che possa venirgli imputata per giustificare la ferocia che lo vuole morto per fini che rispondono molte volte ad un calcolo utilitario ma spesso sono anche frutto di follia e accecamento prodotto da ideologia, religione, manipolazioni e menzogne abilmente orchestrate da altri. Vittime sono state gli ebrei nell'ultimo conflitto mondiale, ed a loro va anche la mia solidarietà senza riserve, ma vittime ne esistono tante altre nella storia che meritano un'eguale (non maggiore né minore) solidarietà: lo sterminio ebreo è "unico" come è unico quello "armeno", "amerindo", "giapponese (Hiroshima e Nagasaki)", e così via fino allo sterminio "ignoto". Tutte queste vittime (non raccomandate) purtroppo restano in buona parte dimenticate e non hanno la stessa solidarietà strumentale riservata oggi agli Ebrei dell'Olocausto. Ritengo che questa discriminazione e disparità sia un'ingiustizia verso tutti i morti egualmente innocenti. Essa è nella sostanza un'operazione politica del presente che per oltre mezzo secolo è stata l'ideologia fondante di un equilibrio espansivo e di un politica imperiale. Sul tema è bene chiarirsi criticamente le idee. Ben vengano dunque le provocazioni iraniane sul tema. Diventeremo più civili quando la pietà per le vittime innocenti non avrà più confini e preferenze per colore della pelle, per credo religioso, per appartenenza politica, per ceto sociale, per stili di vita. Potremo guardarci nello specchio con buona coscienza quando nessuno penserà di sfruttare la memoria dei morti per suoi loschi fini che non hanno niente a che fare con la pace e la pietà. David Irving ![]() ![]() ![]() Il tema è complesso e non posso esaurirlo in un solo post. Conosco bene le reazioni che immediatamente si suscitano solo ad accennarne e pertanto la mia cautela contro chi è ideologicamente prevenuto non è mai abbastanza. Dico subito per sommi capi che a mio avviso tutta la faccenda dell'Olocausto è stata una politica strumentale con la quale un'intera generazione di politici al governo ha inteso vivere e speculare sul fallimento dei governi precedenti, le cui sedie hanno occupato con eguale cinismo e assenza di scrupoli, facendo pesare sulle generazioni successive ai fatti colpe a loro estranee. Anche questi giovani, che non hanno conosciuto gli orrori e le nefandezze della guerra, ma vengono nondimeno allevati nel culto della memoria e dell'odio verso i loro padri e la loro storia, sono vittime innocenti. Un grande filosofo, già nei primi anni del dopoguerra, si accorgeva di quanto i vincitori andavano orchestrando ed così ammoniva: «vivere della colpa altrui è il modo più basso di vivere a spese degli altri» Offro in questo post di seguito la rassegna stampa che trovo sull'argomento. Di ogni articolo on line riscrivo il titolo originale, cioè correggo il titolista, e attraverso il titolo così modificato cerco di richiamare l'attenzione su altri aspetti del contenuto. Se del caso, aggiungo in calce un mio commento o contestazione all'articolo stesso. Mi riservo di ritornare in ogni momento sul contenuto di questo post, anche rivedendo radicalmente i giudizi espressi. 1) La dichiarazione Balfour e la responsabilità della Gran Bretagna - Si accenna al ruolo cinico delle grandi potenze che disegnano con il gesso i confini degli Stati, cancellandone alcuni e facendone sorgere altri dal nulla e secondo le proprie convenienze. ![]() 2) Logica di un ricatto. Nuova ricerca storica libera da condizionamenti ideologici - L'articolo della "Repubblica" riporta ampi stralci del discorso di Ahmadinejad. Non mostra però di prendere sul serio il contenuto del discorso e tralascia ogni approfondimenoi e riflessione: non sarebbe di poco conto l'attenta considerazione del ruolo e degli interessi dell'Europa come distinti da quelli degli USA e di Israele, come anche l'accenno ad una nuova ricerca storica libera da timori di rappresaglie, cosa che sarebbe più nell'interesse dell'Europa che non dell'Iran. Non possiamo e non dobbiamo nasconderci che l'interpretazione della storia europea del XX secolo è stata profondamente influenzata, per non dire dettata, dagli equilibri politici stabiliti a Yalta. Ogni voce fuori dal coro viene immediatamente emarginata e di recente l'incauto ed innocente ricercatore che tocca determinati temi rischia perfino il carcere e l'incriminazione penale. Non poteva esserci una più clamorosa sconfessione ai princìpi di libertà, nei quali l'Europa pretende di essere maestra e che vorrebbe perfino esportare in Medio Oriente. Il nazismo, elemento centrale nella storia d'Europa nel XX secolo, andrebbe considerato non nella sua sola veste di responsabile dello sterminio di suoi stessi cittadini, che avevano la sola colpa di essere di religione ebraica, ma nel più ampio contesto della relazioni internazionali europee e mondiali. Paradossalmente, con lo sterminio degli Ebrei il nazismo produsse a se stesso il maggior danno materiale e morale in quanto si trattava in buona parte di propri cittadini, che potevano dare alla Germania grandi apporti in ogni campo della vita sociale, economica, sccientifica, politica, culturale. Si assistette ad un'esplosione di follia che dovrebbe interessare la psichiatria e la psicologia sociale prima ancora che non la politica e la storia. Ma appunto si tratta qui di riaprire un franco e libero dibattito al riparo da ogni ritorsione morale e legale. 3) Verità scomode – La critica che si può fare all'articolo, che copia le agenzie, è di non fornire elementi di riflessione. Riporta le notizie con eccessiva distanza ed in questo modo le svaluta, staccandole da ogni sensato contesto, anzi esclude che vi sia alcunché di sensato nelle posizioni espresse dal presidente iraniano, appunto non un uomo della strada, ma il capo di uno stato potente ed in grado di mettere in pericolo la pace mondiale. ![]() 4) Gruppo di studio sull'Olocausto: a Teheran il prossimo 11 dicembre - Quasi tutte le agenzie e gli articoli costruiti su di esse riportano la notizia del gruppo di studio che si terrà all'università di Teheran in dicembre. Il presidente iraniano si preoccupa che quale che siano (!!!) i risultati gli studiosi non debbano essere perseguitati, come avviene puntualmente nel libero Occidente, patria di splendide libertà che i musulmani non sanno darsi. Il caso Irving insegna! Le stesse agenzie riportano le reazioni suscitate in occidente alla tesi secondo cui l'Olocausto sarebbe un mito strumentale. ![]() ![]() 5) La «Giornata di Qods», ossia la Memoria rovesciata – E' ormai imposta per legge una determinata e opinabile interpretazione storica del recente passato. Si badi bene: non si tratta qui di valori giuridici sui quali potrebbe scattare il vecchio principio della lesa maestà. Dire ad esempio che il popolo (che è o dovrebbe essere sovrano) è un reato di lesa maestà. Non è questo un esempio estrapolato a caso. Mi è capitato qualcosa di simile che ho narrato altrove. E' diverso il caso in cui si tratta di interpretazione di un intero periodo storico come la seconda guerra mondiale, le cui origini sono ancora oggi difficili da iindividuare per storici specialisti. E' assurdo che si voglia imporre per legge interpretazioni storiche che possono essere date solo da storici e che per giunta sono mutevoli a seconda dei punti di vista adottati. In Iran si è perciò adottato, per ritorsione, lo stesso principio delle giornate della Memoria delle legislazioni occidentali. Ma qui la Memoria è quella dell'altro, dell'altra parte. Le cose che apprendiamo, sia pure distorte dalle agenzie, ci preoccupano e ci paiono assurde. Ma tante assurde non sono se appena un poco riusciamo a riflettere. Ad esempio, che Israele sia destinata a scomparire può avere un senso politico. Posto che Israele è nel Medio Oriente lo zero virgola qualcosa per cento dell'intera popolazione, posto che l'avversione reciproca fra arabi musulmani e isrealiani sia destinata ad essere irriducibile, i casi sono due: o scompare Israele (lo zero per cento) o scompare tutto il mondo arabo musulmano del Medio Oriente (il 99,9 per cento della popolazione). Israeele possiede già la bomba atomica per realizzare questo obiettivo tecnicamente possibile. E possiede questa bomba atomica con la benedizione degli USA, dell'ONU, dell'Occidente. L'Iran ancora non la possiede e gli si contesta il diritto a possederla: o meglio le si contesta la volontà di armarsi. Di diritto qui non ne esiste da nessuna parte. Siamo alla situazione primordiale dello stato di natura hobbesiano della guerra di tutti contro tutti. E quale è il ruolo dell'Europa? Un ruolo servile e sottomesso ad interessi non suoi. Se si considera l'unità geopolitica del mondo antico, giunta a mirabile armonia con l'Impero romano, se ne scopre l'attualità. L'America ancora non esisteva ed oggi potrebbe essere solo un'appendice periferica. Non l'America a guidare la politica europea, ma l'Europa dovrebbe guidare la colonia (barbara e cattiva, che ha sulla coscienza il genocidio ed il primo uso dell'atomica) americana… Dovremmo essere grati al presidente iraniano per averci aperto gli occhi, che invece vogliamo tener chiusi con fette di prosciutto condite con la cocacola. 6) Il ruolo dell’ONU – In effetti, sul piano del diritto razionale e astratto, è difficile dare una patente di legittimità all'ONU che come già la vecchia Società delle Nazioni non è altro che un'organizzazione dei vicncitori, che in questo modo continuano a patrocinare i loro interessi politici. Le guerre stabiliscono delle situazioni di fatto che diventano poi anche situazioni giuridiche. Ma lo status quo è un principio che non puà valere per l'eternità. Se così fosse, noi avremmo ancora laa cartina geografica ferma all'epoca delle prime relazioni internazionali fra gli Stati costituiti come tali. Ai tempi dell'antico Egitto? di Roma? del Congresso di Vienna? E' difficile dirlo. E' più facile dire che le relazioni internazionali devono essere improntate alla ricerca costante della pace (prima parte della prima legge di natura in Hobbes: la seconda parte dice che se la pace non è proprio possibile bisogna allora volere la guerra, con tutti i mezzi disponibili ed allo scopo di vincerla per davvero. La politica avventuristica dell'Italietta da Cavour a Mussolini, ma anche fino ai giorni nostri, è tutt'altra cosa). Il discredito dell'ONU pare un fatto assodato, eccetto che per i politici e governanti italiani, che nello loro incostistenza politica hanno bisogno di fare ogni cosa "sotto l'egida dell'ONU". 7) Un nuovo documentario sull’Olocausto. E gli altri? – La controinformazione volta a netralizzare le dichiarazioni del presidente iraniano sull'Olocausto offre con tempestività la notizia dell'uscita dell'ennessimo documentario sulla Shoa, prodotto dal Centro di Documentazione della Shoa, organo preposto a questo tipo di guerra ideologica. E va bene! D'accordo! Ringrazio pubblicamente l'autore Spielberg per un supplemento ad una informazione già abbondante. Ma mi interesserebbe maggiormente sapere di altro su cui non viene offerta un'eguale informazione. Ad incominciare dalla stessa Russia, dove esisteva un antisemitismo non diverso da quello nazista, ma dove si potrebbe pur documentare il trattamento riservato a qualche milione di tedeschi residenti nelle zone occupate dall'Armata Rossa. L'informazione a senso unico non può che essere sospetta e farci pensare il contrario di quello che vorrebbe. Per non parlare poi del genocidio meglio riuscito, quello degli Indiani d'America. Non solo si tace, ma su quel genocidio i nuovi Amerindi, disgraziati fuggiti dall'Europa che spesso lo cacciava, hanno fondato la loro Epopea. Leggo in un'altra notizia sull'argomento che scopo del documentario di Spielberg sarebbe quello di fornire un deterrente, un'arma contro i cosiddetti negazionisti dell'Olocausto. Ma il problema non mi sembra che sia questo. Nessuno può inventare o negare un fatto così eclatante come lo sterminio di sei milioni di persone, poco importa che siano ebrei o di altre religione. Il problema consiste invece nell'uso strumentale e politico che di quella tragedia si è voluto fare e si vuol continuare a fare. Nulla togliendo alla spontanea solidarietà per le vittime, è però legittima una reazione ad ogni uso strumentale che si voglia fare dei morti innocenti di ogni epoca e di ogni luogo. In pratica, il registra Steve Spielberg ![]() 8) Parla Fassino: un esempio di insipienza politica! – Non posso commentare la notizia se non indicandola come un esempio di insipienza politica, tipico in particolare della sinistra italiana che in tutta questa ideologia è cresciuta ed ha prosperato. Inaccettabili per chi? Per Fassino ![]() 9) Morti non raccomandati e dimenticati: gli Armeni. L’Olocausto dimenticato – Finalmente il dibattito si allarga. Da questa notizia viene fuori la storia di un altro Olocausto, quello degli Armeni. Ma la notizia offre anche informazioni sull'inguaribile malvagità della natura umana. E' vero che gli armeni furono sterminati dai turchi, ma è anche vero che francesi e russi ci misero la mano, aiutando i turchi a sterminare gli armeni. Nella loro guerra contro i turchi sia i francesi sia i russi pensarono di poetrsi servire degli armeni e questi poveri disgraziati ne fecero le spese. La storia è più complessa di quello che appare a prima vista. Possiamo dire in una logica hobbesiana che gli Stati vivono fra loro in una logica perpetua di stato di natura e quindi non tralasciano l'uso di ogni mezzo possibile per danneggiare lo Stato confinante o rivale. In Hobbes questo è teoria, ma nel caso citato diventa realtà provata dai fatti. 10) Genocidio: complessità del fenomeno in un libro di Michael Mann ![]() 11) Ai margini dell’informazione: la Olocausto Spa. Farsa e tragedia Il contesto della notizia riguarda la posizione assunta dalla Radio Maria polacca, distinta dalla nostrana Radio Maria. Il padre polacco Tadeusz Rydzyk ![]() 12) Ricorrente confusione fra negazione e strumentalizzazione dell’Olocausto L'agenzia è piuttosto ambigua, attribuendo a Khatami una presa di distanze dall'attuale presidente dell'Iran. ![]() 13) Distinzione scolastica fra negazione e leggenda Lungi da me il propormi come avvocato o portavoce del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, al quale Roberto Malini, ![]() 14) La questione dell’unicità – Mi chiedo quali interessi ci possano essere dietro la tesi che un determinato sterminio di esseri innocenti, o genocidio che dir si voglia, o strage e simili sia una fatto “unico”. Forse in questa maniera si pensa di poter raccogliere un maggior numero di contributi di solidarietà senza aver concorrenti. Trovo contorte le giustificazioni teoriche lette qua e là. Credo che ci sia dietro un interesse pratico e strumentale, non apprezzabile. 15) UCOI e UCEI: fronti contrapposti su suolo italico. – Nella scorso estate vi è stata una forte reazione ad un manifesto a pagamento dell’UCOI pubblicato sui principali giornali italiani. Nel testo si commentavano le vicende della guerra in Libano e si equiparavano le distruzioni materiali e le vittime fatte da Israele a condotte ed espisodi simili commessi da nazisti e fascisti. L’analogia non è piaciuta a molti e si è invocato il rigore del diritto penale per proibirla. Il ministro Giuliano Amato si è addirittura inventata una “carta dei valori” alla quale i membri dell’UCOI dovevano soggiacere come se fossero delle forche caudine sotto le quali dovevano passare. Essenza di ogni “valore” è la sua libertà e spontaneità. E’ assurdo concettualmente ed eticamente pensare che si possono imporre a chicchessia valori non sentiti spontaneamente. Al massimo si sarà un notevole apporto all’ipocrisia collettiva, che in Italia ha una lunga tradizione. Ma alle dichiarazioni dell’UCOII ![]() 16) Angela Merkel su Israele: un prodotto della ragion di Stato Il principale interessato alla pollemica scatenata da Mahmoud Ahmadinejad sarebbe la Germania. Ma quale è stato il suo ruolo? Per chi ha un poco di conoscenza della Germania è noto come ai tedeschi sia stato fatto un lavaggio del cervello dal 1945 in poi. Sono loro i reprobi della terra che hanno il grande torto di continuare ad esistere dopo l'immane ed inaudito Delitto che ha portato allo sterminio del popolo di Israele. E' scritto nel Vecchio testamentoche : «la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione» (Num. 14,18 e altrove). Si sa che i testi religiosi vengono interpretati in sintonia con i tempi, ma in Germania la tesi della colpa collettiva trova fior di filosofi pronti a sostenerla. E' così che tutti i tedeschi sono diventati un caso collettivo di psichiatria sociale. E su questa base sarebbe interessante una contabilità dei risarcimenti versati dalla Germania Federale allo Stato d'Israele. Chiamata in causa dal presidente iraniano il cancelliere tedesco Angela Merkel ![]() ![]() 17) Intervista dello Spiegel al presidente iraniano: Parte prima e Seconda. L’intervista è del 29 maggio 2006 ed è stata rilasciata a Teheran ai giornalisti Gerhard Sporl, Stefan Aust e Dieler Bednarz; sulla stampa italiana la stessa ha avuto una scarsissima eco. Francesco Coppellotti ne ha fatto una traduzione per il giornale on-line EFFEDIEFFE.co, diretto da Maurizio Blondet. L'intervista ha il pregio di far parlare direttamente il presidente Mahmoud Ahmadinejad senza l'intermediazione giornalistica che tende a screditare la notizia stessa mentre la comunica a chi può avere interesse a prenderne conoscenza. E' una tecnica di controllo e manipolazione della cosiddetta opinione pubblica. Rispetto ai regimi detti totalitari non cambia molto. Chi riceve le notizie deve avere sufficiente spirito critico per difendersi o meno dalla mediazione giornalistica. Anche per questo motivo mi auguro che venga abolito l'ordine (creato dal fascismo) dei giornalisti e liberalizzata ad ognuno l'accesso alla professione. – Dal testo dell'intervista che sto leggendo ora riga dopo riga sembra di capire ad un certo punto che il presidente Mahmoud Ahmadinejad sia un negazionista. Ho già detto che io non sono un suo avvocato difensore o un suo portavoce. Per me diventa una buona occasione il fatto che un capo di stato (non un cittadino qualunque che può essere tranquillamente ignorato e silenziato) costringa a riaprire una discussione, sulla quale assurdamente è intervenuto perfino il giudice penale. Per quanto riguarda la posizione negazionista la mia personale posizione è abbastanza semplice: io sono nato dopo i fatti accaduti e per giunta lontano dai luoghi i cui i fatti sono avvenuti. Ma se mi si para davanti una persona che mi dice di essere sopravvissuto ai campi di sterminio, di aver avuto genitori e parenti uccisi nei campi di concentramento e mi fornisce ogni genere di testimonianza su un fatto realmente accaduto, io non posso obiettare nulla e dare per vero e certo il fatto. Se poi si presentano altri persone che contestano su base documentale gli stessi fatti nasce una disputa, di cui io in posizione terza aspetto la conlusione. Personalmente propendo a credere che il fatto storico della morte fisica delle persone rinchiuse nei campi di concentramento sia un fatto accertato. Costruire una montatura mi sembrerebbe cosa troppo onerosa. Ma di ciò io non sono preoccupato. Non è il fatto in sé che mette in crisi la mia disponibilità a credervi o meno. Ciò a me interessa è l'interpretazione del fatto presentato come accertato ed indiscutibile. Mi interessano altresì le conseguenze morali e politiche che da quel fatto si pretendono di trarre. Questo mi sembra la sostanza del problema e del dibattito che ora può riaprirsi sulla spinta delle clamorose dichiarazioni del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad. Se poi vi siano storici che intendano dedicare il tempo delle loro ricerche alla verifica e discussione critica della documentazione sull'Olocausto, ne hanno bene il diritto e contro di loro non dovrebbe essere emanata nessuna legge penale. A rimetterci non sono loro, ma la libertà di ricerca e di manifestazione del pensiero. A me sembra cosa ovvia, ma evidentemente qualcosa deve essere successo in Europa se ciò che è ovvio per gli uni non lo è anche per gli altri. L'Intervistatore è a sua volta criticabile, quando introduce la nozione di "colpa": i "tedeschi" (non già i nazisti, ma addirittura i "tedeschi", anche quelli che ancora non erano nati all'epoca dei fatti!) avrebbero avuto la colpa per la morte dei sei milioni di ebrei. Il concetto di colpa in sè applicato al caso specifico si presta a molte contestazioni. Altra cosa è la responsabilità materiale della concatenazione di eventi che hanno portato alla morte fisica di moltissime persone innocenti, alle quale va senza riserve la mia e la nostra solidarietà. Parlare di "colpa" significa però accettare già una determinata interpretazione del fatto. Ed è qui che è bene riaprire la discussione! 18) Ad Israele l’atomica si, all’Iran no!. L’articolo parla del solito libro scritto dal solito giornalista con i soliti promotori. In questo modo si fa opinione, si forma opinione, si crea la cosiddetta opinione pubblica. A chi scrive solo per il fatto di scrivere è attribuita la capacità di pensare. Guai a chi non sa scrivere e non sa parlare. ![]() 19) L’informazione "corretta" dei delatori di regime. Posso considerare almeno un successo l’aver destato un certo interesse con il mio post sull’Olocausto che secondo un mio commentatore non è abbastanza "approfondito". Ciò può essere vero in senso relativo ed accolgo l'invito a sempre maggiori approfondimento. Intanto lo ringrazio per avermi avvertito della fossa dove sono stato messo. Dopo aver letto il contesto in cui il mio post è stato messo con un link chiaramento rivolto a veicolare insulti e diffamazioni oltre che delazione devo rimandare l’invito a questi felici lettori della "corretta informazione" di regime: approfondiscano loro, se ne sono capaci, cosa significa libertà di pensiero e libera manifestazione del pensiero. Cosa significa il rispetto per l'altrui opinione. Dismettano i panni del delatore e si studino per bene l’art. 49 della costituzione che prescrive ciò che i partiti in Italia (nata dalla Resistenza) non sono mai stati: strutture democratiche. La mia tessera a Forza Italia risale al 2002: lo dico per i lettori di "informazione corretta", vitalmente interessati a questo dettaglio della mia biografia o almeno per il Cucco che dirige la "corretta" informazione. La tessaera ad un partito costituzionale (FI, ma poteva essere qualunque altro) che ho preso per dovere civico non mi è stata mai ritirata e viene da me puntualmente rinnovata: benché faccia chiasso in tutti i modo non mi è mai giunta nessuna censura, ma qualcosa di peggio sì: il silenzio. Da quando mi sono iscritto ho cercato tutti i momenti possibili di dibattito e di confronto: si svegliano solo al tempo delle elezioni per chiedere il voto e per trasformare gli iscritti in tanti galoppini cercatori di voti, ma a discutere e dibattere non se ne parla! Basta che dicano sciocchezze alla televisione i leaders e gli altri (300.000 tesserati e 10 milioni di elettori possono solo applaudire ed abbassare la testa). Ma io non intendo che sia questa la politica, cioè il carnevale elettorale ed i salotti televisivi, dove si alleva un popolo di idioti pronto a recepire la "corretta informazione" e a lasciarsi aizzare contro il negro, contro l'ebreo mutatis mutandis. Non sono stati prima mai iscritto ad un partito: mi disgustavano tutti, ma non sono stato mai un terrorista o un violento, un extraparlamentare sì. Tranquillizzo i miei detrattori di «Informazione “corretta” (!!!)»: se riuscite con la vostra delazione ai superiori organi di partito a far sì che qualcuno in Forza Italia si accorga di me e decidano di espellermi, mi avrete fatto un immenso piacere! Non cambierò parrocchia, ma me ne tornerò »lealmente« a vita privata, avendo salvato la mia coscienza nel rispetto di un falso e mai attuato articolo della costituzione del 1948, nata dalla guerra civile e dalla Resistenza: l’art. 49 che parla di partiti che nella realtà non sono diversi da quelli totalitari. Quanto poi a mettere in dubbio ciò che affermo e che posso dimostrare, e cioè di essere presidente di un Club da me fondato (e approvato da chi di competenza) e coordinatore provinciale (regolarmente agli atti), osserrvo che potrebbero esserci aspetti penali per i quali potrei querelare i “corretti” informatori. Li tranquillizzo dicendo che non mi attrae questo sport e che ritengo sano principio di un cittadino “dabbene” lo stare lontano dalle aule di giustizia, soprattutto quando è sicuro di aver ragione. Concludo dicendo ai “corretti” informatori che se avessero letto con intelligenza ed attenzione il mio lungo ed “approfondito” post le mie posizioni non sono quelle che mi vengono attribuite, ma per capirlo bisogno avere un’intelligenza ed un’attenzione che i corretti “informatori” sono lungi dal possedere! Rispondo da casa mia (dal mio Blog) e non dal sito nel quale vengo ignobilmente diffamato. Ancora più insensata la messa in dubbio della mia qualifica universitaria, da me sempre onorata nel più scrupoloso rispetto della deontologia didattica e scientifica. Esco infatti dai ristretti spazi delle aule universitarie per rendere un prezioso servizio alla società, educando all'esercizio critico del pensiero e contrastando la massificicazione mediatica e manipolatoria del "corretti" Informatori, ai quali do io stesso una mano riportando il testo appena inviato alla Direzione Nazionale del mio partito: «Per le opinioni da me espresse in questo post è apparsa una pubblica delazione. Il fatto e la mia risposta si trova al n. 19 del testo. Sono a disposizione per rendere conto ovvero aspetto una qualche risposta MAI giunta. Antonio Caracciolo Presidente di Club, Coordinatore provinciale di Clubs». Se in questo modo sarò riuscito a scuotere un partito detto di "plastica", sarà stato un successo politico. Ringrazio i miei delatori se in qualche modo con le loro infamie riescono ad attirare su di me l'attenzione dei vertici del mio partito: eterogenesi dei fini. Post Scriptum. – Sul merito non posso ripetere quello che ho già diffusamente scritto nè anticipare quello che ancora più diffusamente scriverò. Apprendo che Vincenzo Cucco è il nome del direttore di "informazione corretta", dove vengo diffamato e deferito ai Superiori Organi. Se non erro, in dialetto calabrese cucco significa gufo, un uccello infausto e sinistro. ![]() 20. Israele medita la guerra contro L’Iran in nome dell’Olocausto vilipeso. In Italia si è scatenato un putiferio appena l’UCOII si è permessa di paragonare al nazismo la ferocia delle rappresaglie israeliane contro inermi civili, imprese derubricate e tollerate come banali errori, che si verificano troppo spesso per non essere sistematici ed apparire come deliberati. Addirittura il ministro Amato ha inteso riformare di suo pugno commissariale la costituzione italiana imponendo opinabili dichiarazioni su arbitrarie ed amatesche “carte dei valori”. Nell’articolo sopra riportato si legge come un ministro israeliano ![]() ![]() ![]() • 21) La canagliata continua. Apprendo per puro caso la corrispondenza che mi riguarda e di cui al link. Intanto ritrovo un vecchio nome con il quale avevo chiuso una polemica, un tal Dr. Iannuzzi, che per decreto avrebbe il compito di “formarmi”, essendo nella redazione di Ragionpolitica.it Avevo avuto con lui una discussione a proposito di Augusto del Noce, del quale insieme con Buttiglione (che era già assistente volontario) era stato studente immatricolato nell’anno accademico accademico 1970-71 ed anche in anni successivi. Non mi dichiaro allievo fedele di Del Noce, nelle cui posizioni filosofiche non mi sono mai riconosciuto pur essendo stato io il più diligente e fedele degli allievi che Del Noce ebbe negli ultimi anni del suo insegnamento. Tra questi allievi non ricordo di aver mai visto o saputo di un tal Jannuzzi, ma devo ammettere che finita all’università non seguivo le orme private del Maestro e quindi non so cosa combinasse o facesse fuori dall’università, anche se mi giungeva qualche voce poco edificante. Lascio comunque immaginar |