Pompe “liberalizzate”
di Fabrizio Bottini - 23/01/2007
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Tu vuoi rinunciare alle pompe? Suonava più o meno così una delle innumerevoli battute di “Amici Miei”, non ricordo quale atto. Si tratta notoriamente di un doppio senso: concetto adeguato sia alle strade statali che agli effetti di certe liberalizzazioni. |
Bella cosa, le liberalizzazioni, per il “consumatore”, almeno per quanto ci viene presentato e per quella dimensione di spazio-tempo che ci vede svolgere il ruolo di consumatore. Mica sempre bella cosa, le stesse liberalizzazioni, quando i nostri destini (e non solo quelli) le incrociano in altri ruoli e contesti. Questa delle pompe di benzina, ad esempio: chi vorrebbe mai, “rinunciare alle pompe” che buttano il prezioso liquido facendoci risparmiare, in quanto consumatori, quasi una decina di centesimi al litro? E poter fare il pieno in un colpo solo nel grande piazzale del centro commerciale, già che ci siamo, mentre qualche altro componente della famiglia sta facendo shopping , o ritira il cambio stagionale degli armadi al lavasecco? E poi … consumarne una bella fetta, di quel pieno offerta speciale, nella ventina di chilometri minimo che ci separano da casa, o nella marcia di avvicinamento per il prossimo rifornimento … Eh già: è anche questo il risvolto della pompa liberalizzata. Senza catastrofismi, ma anche senza fette di salame sugli occhi, il meccanismo della “liberalizzazione”, unito ai processi di concentrazione in atto più o meno dappertutto, produce esattamente la scenetta descritta sopra. Una bella comodità, no? Cambio gomme, manutenzioni periodiche, concorso a premi legato al supermarket o al multisala … Però a venti chilometri. A venti chilometri da qualunque cosa. Visti i risultati, direi che corrisponde tutto. Tranne ovviamente il free . Nota: qui su Megachip, uno scenario complementare a quello degli spiriti animali della pompa, è stato recentemente proposto dall'articolo Scenari del futuro post-petrolifero , di James Howard Kunstler (f.b.)
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