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Liberazione dalla famiglia

di redazionale - 26/01/2007

Sul quotidiano di Rifondazione si relativizza anche la Costituzione

In un lungo editoriale su Liberazione Lea Melandri spiega che se il riconoscimento giuridico di forme di convivenza diverse dal matrimonio è contrario alla Costituzione, la colpa è dell’articolo 29 della Carta fondamentale che nel titolo dell’articolo viene giudicato paradossalmente “contro la Costituzione”. Il principio della famiglia come “società naturale basata sul matrimonio” è considerato “un assunto biologistico e religioso di matrice cattolica”. Continuare a difenderlo, poi, porta a “limitarsi a insistere affinché il riconoscimento giuridico delle coppie di fatto sia ‘equiparato’, e abbia ‘pari dignità’ rispetto allo statuto matrimoniale”.
Se qualcuno cercava dimostrazioni della fondatezza delle preoccupazioni di chi teme che il riconoscimento delle coppie di fatto, e non dei diritti individuali dei membri di questi tipi di convivenza, attenti in qualche modo alla centralità della famiglia, nell’editoriale di Liberazione ne trova a bizzeffe. Trova anche un’altra cosa, che molti hanno cercato di occultare: il carattere costituzionale, e quindi assolutamente laico, della difesa della famiglia, alla quale non c’è nulla che possa essere “equiparato”. Se questa, come dicono i laicisti, è un’anomalia italiana, essa ha radici profonde nella sensibilità popolare e un baluardo giuridico insormontabile nella Costituzione, che peraltro afferma i diritti individuali che è possibile riconoscere anche a chi vive un rapporto diverso da quello familiare.