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Superstizioni (Economia Sommersa)

di Uriel - 01/02/2007

Fonte: Uriel


La richiesta di una gentile signora mi porta a parlare di tutte quelle superstizioni diffuse tra economisti, politici e gente comune, superstizioni riguardanti l'economia e la politica.

Innanzitutto: cos'e' una "superstizione"?

Una superstizione e' tale in quanto:


It makes sense. Sembra, ad un esame euristico, che la superstizione dica la verita'. E' plausibile.

Everyone says.E' condivisa: molte persone, anche visibili sui media, continuano a propinarla alla massa.

E cosi', diverse superstizioni quali la democrazia, il liberismo, la mano invisibile del mercato continuano ad essere diffuse tra le masse, nonostante si noti di continuo come privatizzando non si aumenti l'efficenza (Trenitalia, Alitalia, etc), come democratizzando i paesi non si produca sempre un sistema liberale (Iraq, Russia), eccetera.

Seconda domanda: come sappiamo che siano superstizioni?

Lo sappiamo perche' esiste una scienza, dove le cose si modellizzano e si dimostrano, (cioe' una scienza vera, una scienza esatta) che si chiama ricerca operativa. Questa branca della matematica ha prodotto un ramo che si chiama "teoria dei giochi". Mediante questa scienza e' possibile dimostrare o meno la verita' di un'affermazione nel campo della politica e nel campo dell'economia.


Terza domanda: come mai allora si continuano a studiare filosofi come Marx, e come mai si continua a non studiare queste cose nel campo delle scienze politiche ed economiche?

Risposta: non e' affatto vero che queste cose non si studiino. Gran parte dei teoremi che sfatano le superstizioni hanno vinto premi Nobel per l'economia. Quindi gli economisti li conoscono.

Non li conoscono molti professori universitari e moltissimi personaggi che si spacciano per economisti ma non hanno mai studiato. Non li conoscono molti sedicenti studiosi di politica e non li conoscono molti politici, per la stessa ragione: non hanno mai studiato davvero.

Quarta domanda: perche' queste superstizioni permangono?

Lo studio della storia mostra come un teorema che sia allo stato dell'arte nell' anno X, diventa di dominio comune (almeno euristicamente) circa 100 anni dopo.

Sara' cioe' di dominio comune Nash circa nel 2049,  e cosi' via.

Quinta domanda: esiste resistenza riguardo alla diffusione di questa conoscienza?

Ovvio. Se si sapesse che esiste una branca della tecnica in grado di affrontare scientificamente i problemi sociali ed economici, cesserebbe la necessita' di avere un parlamento, un sistema elettorale, un dibattito politico sui temi sociali e politici. Cesserebbe il bisogno di partiti politici e di attivita' politiche.

Detto questo, possiamo elencare e commentare le principali superstizioni diffuse tra le masse e smentite dall'esame matematico.

L'ormai arcinoto teorema di Nash ha dimostrato come un sistema basato sulla competizione raggiunge sempre un equilibrio, che non e' sempre quello parietano, cioe' non e' mai un equilibrio dove qualsiasi cambiamento sia peggiore di prima.

Ma non finisce qui: un indiano, un certo Amartya Sen, ha dimostrato matematicamente che non solo  un sistema liberista puo' non arrivare al massimo dell'efficienza, ma che NON ESISTE TALE MASSIMO IN UN REGIME LIBERISTA.  Il regime liberista, cioe', non solo non e' obbligato a raggiungere il migliore equilibrio possibile, ma NON PUO' raggiungerlo del tutto.

Sfato quindi DUE leggende: la prima e' che esista la mano invisibile del mercato che puo' portare un sistema liberista a raggiungere il massimo equilibrio possibile, la seconda e' che lo abbia dimostrato Nash. Nash ha dimostrato che un sistema liberista non e' obbligato a raggiungere il risultato migliore possibile, che il sistema liberista NON POSSA raggiungere tale risultato e' una dimostrazione di Amartya Sen.

Ma possiamo andare oltre, perche' non solo un sistema basato sulla "concorrenza" non puo' raggiungere un equilibrio parietano, ma se il numero di beni del mercato supera i due, e c'e' relazione fra i prezzi (grano e farina, per dirne una, hanno relazione fra i prezzi), ecco che non puo' nemmeno esistere un vero e proprio regime di concorrenza, come dice il buon Scarf.

E questa e' , per dire, la parola fine a qualsiasi dibattito circa il liberismo:  non solo non e' il miglior sistema possibile, ma non PUO' ESSERLO in nessun caso, e come se non bastasse non puo' nemmeno esistere il liberismo, in quanto con piu' di due prodotti interdipendenti non esiste una vera concorrenza.

I liberisti stanno costruendo castelli di carte, e come se non bastasse li costruiscono in aria. Nessuno dei concetti su cui si basano esiste davvero: non esiste alcun "libero mercato", non esiste alcun "regime di concorrenza", e di conseguenza non esiste alcun principio regolatore del mercato, e anche se ci fosse farebbe schifo, non potendo raggiungere un equilibrio che non puo' MAI realizzarsi.

Ogni discussione circa il liberismo e' falsata , quindi, dal fatto che i liberisti parlano di enti inesistenti: fantasmi. Lo spirito degli antenati, il flogisto, l'araba fenice, l'etere sono i loro strumenti culturali. I liberisti sono persone come Wanna MArchi, gente cioe' che vende concetti dimostrati falsi.

Ho un'altra grossa delusione per voi, e riguarda la democrazia. Tutti continuiamo a ripeterci come una democrazia, rappresentando la volonta' popolare, sia per un qualche motivo portata a realizzare i desideri della societa'.

Ogni volta che una democrazia non si comporta in questo modo, parliamo di distorsione della democrazia, o di democrazia malata, o malfunzionante.

Ma anche qui dalla matematica arriva una brutta doccia fredda: definendo la democrazia secondo i nostri desiderata, otteniamo quasi sempre una situazione ove un piccolo gruppo di individui gode di tutti i diritti, mentre tutti gli altri individui non ne godono.

Se noi definiamo la democrazia dicendo che:


In democrazia ogni opinione dev'essere esprimibile e rappresentabile.
Il cittadino sia libero di esprimere la sua opinione votando.
Il governo deve comunque rispettare le minoranze.
Uguaglianza.Ogni voto ha lo stesso valore.
Non emarginazione del cittadino.Se alcune opinioni sono vietate (es: il nazismo), il resto della scena politica deve poter offrire un'alternativa praticabile a chi avrebbe votato per l'opinione vietata.
Queste ipotesi vengono chiamate Universalita', Non imposizione, Non dittatorialita', Monotonicita' e Indipendenza.


Orbene, se valgono queste condizioni, che sono quelle indicate da chiunque mentre nomina una "buona democrazia", non si ottiene affatto un sistema democratico funzionante, ma si ottiene un sistema ove una persona o una classe di persone si appropriano di tutti i diritti, sottraendoli agli altri.

Se si vuole un sistema che negli effetti si avvicina alla democrazia, bisogna rimuovere dalla costituzione alcune (almeno una) delle condizioni che siamo abituati a considerare "gli ideali della democrazia".

Insomma, "Liberte' Egalite' Fraternite'" producono un sistema di merda ipso facto.

Ma non solo: rispettando TUTTI questi requisiti, che sono i requisiti "ideali" della democrazia, la popolazione non ha la certezza che il governo faccia quello che l'elettore desidera.

E qui siamo ad un secondo principio: per truccare le elezioni e' necessario fare i brogli. Niente di piu' sbagliato: si e' dimostrato come, se conosciamo le richieste degli elettori, diciamo:


Riforme del mercato.
pacs.
rispetto di alcune tradizioni cattoliche.
riforme scolastiche.
riforma della giustizia
e' possibile distribuire le affermazioni e le dichiarazioni tra i leader dei vari partiti in modo da predeterminare il risultato delle elezioni.


Lo si fa sfruttando il paradosso di Condorcet, creando una sequenza di partiti A,B,C,D, diciamo "polo della liberta'", e una sequenza di partiti "G,H,I,L"  diciamo Ulivo, tali che le dichiarazioni dei suoi politici distribuiscano adeguatamente le richieste degli elettori, e le neghino.

In parole povere, se un elettore ritiene fondamentale il laicismo, votera' per lo schieramento che ha UN partito che lo ritiene fondamentale. Anche se gli altri partiti lo ritengono un male: il federalismo leghista osteggiato da AN, o il laicismo di PRC osteggiato da Rutelli, o il giustizialismo di Di Pietro osteggiato da Mastella sono degli esempi.


Questo pero' non implica assolutamente che i governi soddisferanno le richieste, ma NON si tratta di una distorsione della democrazia, ma di una sua applicazione.

La democrazia in se' e' malata di questi effetti, e non puo' non esserlo per cosi' come viene definita dai democratici.

Questo non significa che non possa funzionare: significa che per funzionare la democrazia DEVE, ed e' dimostrato matematicamente, rinunciare a qualcuno dei propri principi per poter funzionare nella realta' dei fatti.

Se cioe' vogliamo che la democrazia si comporti come tale, dobbiamo smettere di enunciare il sistema politico partendo dai... principi della democrazia, rinunciando ad almeno uno di essi.

La democrazia, cosi' come e' definita nelle costituzioni di stampo francese, come quella italiana attuale, non e' possibile.

Ora, direte voi, perche' questo i politici non ce lo dicono?

Per due motivi: la politica, oggi, e' obsoleta quanto l'alchimia. Intendo dire che non ha senso portare avanti una parascienza, quando c'e' una scienza che puo' produrre risultati migliori con spese minori.

Non ha senso che esistano "costituzionalisti", studiosi di diritto, quando un gruppo di buoni matematici potrebbe concepire un sistema elettorale di gran lunga migliore, e per di piu' dimostrando che sia il migliore.

Questo dimostra l'inutilita' e l'obsolescenza dei "costituzionalisti", e sarebbe come se gli alchimisti avessero restituito i soldi ricevuti solo perche' Mendelev aveva fatto la sua tabella.

Sarebbe come se Wanna Marchi avesse spontaneamente restituito i soldi solo perche' scientificamente si dimostra che le sue creme non hanno effetto alcuno.

E la stessa cosa vale per gli economisti: che senso ha che esistano dei "liberisti" o degli "ultraliberisti" quando fior di teoremi dimostrano come questi signori stiano parlando di pietre filosofali e flogisto?

Ovvio: perche' se diciamo che i "liberisti" e gli "astrologi di borsa" hanno la stessa credibilita' scientifica, come fa Wolfowitz a comprare le sue calze a Tortona a cinquecento euri al paio per poi bucarle quando entra in moschea?

La scienza c'e', se poi non la cagate che colpa ne hanno i cialtroni? Se la gente continua a discutere di liberismo nel 2007, poi che cazzo ci si lamenta se al governo c'e' Bersani, se si scopre che Alitalia e Trenitalia non funzionano anche dopo la privatizzazione, eccetera?