Questi sono i fatti. (Il docente di Torino e un paese a democrazia e sovranità limitata...)
di Prof. Renato Pallavidini - 02/02/2007
Fonte: progettotorino.org/cavour.htm
Questi sonoi fatti che si sono svolti nella classe I E, il giorno 26 gennaio del corrente anno, e che alimentano la polemica pubblica da ben due giorni: in classe non ho mai espresso posizioni politiche, tanto meno sulla questione mediorientale, perché avvertito sin dall’inizio che una delle studentesse era la figlia di Elena Loewenthal della Stampa, nota sionista, che sull’aggressione al Libano ha preso sempre una chiara posizione giustificativa dell’azione israeliana. Appena entrato in classe, alle ore 8, una studentessa mi chiese, senza per altro atteggiamento polemico, perché io non celebrassi mai nelle classi la giornata della memoria. Dopo aver cercato per un attimo di svicolare dal discorso, ho affermato che la consideravo strumentale a giustificare la politica aggressiva dello Stato d’Israele in Medio Oriente, conl’intenzione di non andare oltre sulla questione, che percepivo, sin dall’inizio dell’anno, assai delicata nella classe in questione. Dopo l’intervento di due studenti, non potei esimermi dall’affermare che il recente bombardamento israeliano sul Libano è stato la peggiore porcata storica compiuta dal Governo di Tel Aviv, che le milizie Hezbollah, lungi dall’essere una formazione terrorista, erano un esercito partigiano di popolo che ha fermato sul terreno l’esercito israeliano e che il Presidente iraniano aveva ragione (senza alludere minimamente alle sue prese di posizioni negazioniste, che non condivido, alludendo in generale alla sua politica antimperialista, che lo ha portato a cercare una convergenza con Il Presidente Chavez) Dopo chiusi completamente la discussione (durata non più di 10 minuti) e passai alle lezioni del giorno. Lunedì alle due la Preside mi ha convocato per farmi presente l’ “indignazione” delle famiglie, poi nel pomeriggio, come una bomba ad orologeria, ho cominciato ad essere bombardato da telefonate di giornalisti e si è scatenato tutto il can can mass mediatico che conosci. Nel giro di 72 ore si è mosso persino il ministero e, domani giovedì 1 febbraio, avrò già il colloquio con l’ispettore ministeriale. Ditemi se questa è una prova di democrazia? Sono sicuro che se avessi insultato il Papa e il Vaticano, e meglio ancora Maometto e l’Islam non sarebbe successo nulla! Anzi! Un tempo eravamo un paese a sovranità limitata dagli americani, adesso anche del governo israeliano, che si può permettere tutto quello che fa nell’impunità totale, ricattando l’Europa intera con il ricordo dell’Olocausto? Ci sono persino intellettuali della sinistra ebraica, anche ebrei integralisti, che sono spaventati da questo uso strumentale che Israele fa dei suoi morti e su cui si sono appiattite quasi tutte le comunità ebraiche. E una persona normale non può neppure esprimere la propria opinione su quanto succede in Medio Oriente.
Prof. Renato Pallavidini - 31/1/2007
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Iniziativa di protesta e solidarietà col Prof. Renato Pallavidini
http://www.progettotorino.org/cavour.htm
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http://www.progettotorino.org/cavour.htm
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Questa la versione fornita dal principale quotidiano torinese.
30/1/2007 (8:34) - IL CASO AL LICEO CAVOUR FAMIGLIE IN ALLARME PER LE AFFERMAZIONI DI UN DOCENTE DI STORIA E FILOSOFIA
Prof in cattedra: "Israele va distrutto"
Docente scrittore, è una firma dell'editrice "Barbarossa"
30/1/2007 (8:34) - IL CASO AL LICEO CAVOUR FAMIGLIE IN ALLARME PER LE AFFERMAZIONI DI UN DOCENTE DI STORIA E FILOSOFIA
Prof in cattedra: "Israele va distrutto"
Docente scrittore, è una firma dell'editrice "Barbarossa"
"Consiglierò la lettura del Mein Kampf di Hitler ai miei allievi", scrive in un forum
MARIA TERESA MARTINENGO
MARIA TERESA MARTINENGO
«Ahmadinejad ha ragione, Israele deve essere cancellato. Il mio ideale politico è Hezbollah». Lezione di storia in occasione del 27 gennaio. La Giornata della Memoria? «E' propaganda della sinistra che Israele sfrutta per rimanere impunito e giustificare tutte le porcate (sic) che ha fatto dal dopoguerra ad oggi, massacro dei palestinesi, guerra in Libano...». Queste parole, pronunciate dal professor Renato Pallavidini in I F al liceo classico «Cavour» venerdì, ieri si sono materializzate sulla scrivania della preside Maria Clelia Zanini nella lettera scritta dalla madre di un alunno dopo una puntuale ricostruzione dei fatti. Non una voce isolata. Le espressioni del docente di storia e filosofia hanno suscitato la reazione di vari genitori con telefonate e visite alla dirigente scolastica. Nella lettera, in particolare, si chiede che il professore - descritto dai ragazzi come «oscillante tra estrema destra ed estrema sinistra, a seconda dei momenti» - sia chiamato a rispondere delle sue affermazioni non solo perché «farneticanti, ma perché espresse dalla cattedra».«Sono rimasta sconcertata e addolorata perché da ex allieva del "Cavour" ho un'ammirazione profonda per questa scuola e so quanto la preside e il corpo docente fanno per mantenere l'alto livello che ha sempre avuto», dice la madre di un altro allievo. La quale è andata a documentarsi in Internet sul docente che da settembre insegna storia a suo figlio. E qui ha fatto una scoperta. Che in un forum, discettando sulle responsabilità di Israele, Pallavidini ha scritto: «Mi viene proprio voglia di rileggere attentamente il Mein Kampf di Hitler! Lo consiglierò ai miei studenti». Ancora la madre ex allieva: «E' incredibile pensare che i nostri ragazzi debbano sentire che ha ragione chi sostiene che Israele va distrutto e la Shoah non è mai esistita. Benissimo la libertà di parola, ma la libertà di parola ha un confine che è il principio di responsabilità. Quel docente poi dimentica che la Giornata della Memoria è stata istituita dal Parlamento italiano». La preside Zanini ha subito informato Antonio Catania, responsabile della Direzione scolastica provinciale, e ha chiesto al docente una relazione. «Vedremo se adottare provvedimenti disciplinari o procedere con una visita ispettiva», spiega Catania. Ma non è esclusa nemmeno una visita medico-collegiale. E il professor Pallavidini? «Qualcuno - sostiene - ha orchestrato tutto questo contro di me. Io non ho detto che non vada celebrata la Giornata della Memoria, mi sono limitato a criticare le modalità». Sì, ma Ahmadinejad? «E' un grande leader antimperialista, come Chavez. Uno dei pochi che si oppongono all'asservimento alle centrali economiche mondiali».
http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200701articoli/1261girata.asp
30/1/2007 (8:40) - DOCENTE SCRITTORE
E' una firma dell'editrice "Barbarossa"
TORINO
Il professor Renato Pallavidini si definisce «non negazionista», «nazionalcomunista» e si sente vittima «della lobby ebraica, della Cgil o della sfilza di 3 dati in I E». E' amico di Francesco Coppellotti, ex docente al D'Azeglio, discusso per le sue tesi revisioniste. Chi lo conosce bene parla di una possibile influenza del «maestro». Pallavidini ha scritto vari libri. Come «La comunità ritrovata. Rousseau critico della modernità illuminata» edito da Stampatori Libreria, e altri usciti da Barbarossa, tra
cui «Dalla Crisi alla Diaspora» su «Il giovane Mussolini e Lenin: le radici confuse dei movimenti rivoluzionari sovietici e fascisti». Altro titolo è «Itinerario Politico. Diario di un militante», sulle «esperienze personali di un militante nazional-popolare all'interno e oltre le contraddizioni dei modelli rivoluzionari marxista e "fascista"». L'editrice Barbarossa, che «si batte per il superamento degli steccati ideologici che hanno penalizzato il dibattito culturale degli ultimi 50 anni», è collegata alla «Orion» che mette a confronto «la storia preconfezionata e il revisionismo coraggioso».
1/2/2007 (8:29) - IL DOCENTE DEL CAVOUR NELLA BUFERA
Pallavidini "E’ fascismo mascherato"
ANDREA ROSSI
TORINO
«Non è un negazionista». Il soggetto è il professor Renato Pallavidini, l’insegnante di storia e filosofia del liceo Cavour sotto accusa. L’affermazione, invece, porta la firma di «Base militante Progetto Torino». Nazional-rivoluzionari, così si definiscono i suoi attivisti, rifiutando collocazioni politiche precise. Filo-arabi e affascinati da parole come «ordine» e «gerarchia». A fianco di tutti i nazionalismi: l’Iraq di Saddam, la Serbia di Milosevic e il Venezuela di Chavez. Dedicano serate a Pavolini, sono contro la Tav e le Olimpiadi. Hanno diramato una pioggia di comunicati di solidarietà al professor Pallavidini: «Non si è mai sognato di negare l’Olocausto, ma ha fatto affermazioni scomode su altri argomenti, questioni di stretta attualità, come la politica dello stato d’Israele». Si conoscono, certo. Si sono frequentati. Il professore al centro dello «scandalo» conferma: «Avevo partecipato a una loro iniziativa in commemorazione di un amico di vecchia data, Carlo Terracciano. Quel giorno c’era anche Costanzo Preve, il filosofo. Dopo, li avrò visti un paio di volte per una birra all’Asso di Bastoni, il circolo dove si ritrovano. In questi giorni, però, non li ho sentiti, e non sapevo di questo documento. Che non è l’unica testimonianza di stima nei miei confronti». Intorno al professore del liceo Cavour si sta condensando un grumo di solidarietà: «Colleghi, studenti, conoscenti. Gente che è stufa come me di certi meccanismi. Del fatto che alcune cose non si possono dire». Oggi Pallavidini sarà sentito da Luigi Favro, l’ispettore inviato dal direttore dell’ufficio scolastico regionale Francesco De Sanctis per fare chiarezza sulle sue affermazioni. Il professore non nasconde irritazione e amarezza. «In quella classe avrei potuto dire che il Vaticano va bruciato e non sarebbe accaduto nulla. Invece mi sono permesso di criticare - è vero, con estrema durezza - la politica dello stato di Israele in Medio Oriente ed è successo il finimondo». Si sente accerchiato. Parla di fascismo mascherato: «Nella mia carriera d’insegnante ho visto di tutto dentro le scuole: distribuzioni di preservativi, raccolte firme per il referendum sulla fecondazione assistita. Al Cavour hanno pure invitato Capezzone a parlare dei Pacs». E che c’è di male? «Nulla. Salvo poi che, se io definisco “criminali” le azioni di Israele in Libano, accade quello che sta accadendo. Che vengo accusato di essere un filo-nazista, quando ho espresso un’opinione che trova consenso in larghi settori della sinistra e persino in un moderato come il senatore Andreotti». Ieri le sue affermazioni sono state sezionate. L’ispettore Favro ha chiesto agli studenti di riferire parola per parola il discorso «incriminato». E loro hanno risposto: spiegando che mai è stato consigliato loro di leggere il «Mein Kampf» né è stato negato l’Olocausto. Ma confermando quella frase: «Israele andrebbe distrutto». Poi hanno partecipato a un’assemblea organizzata dal Cavour cui era presente il vicepresidente della Comunità ebraica di Torino Maurizio Piperno Beer. Chi c’era assicura che non si è parlato del professor Pallavidini. Delle sue affermazioni probabilmente sì.
«Non è un negazionista». Il soggetto è il professor Renato Pallavidini, l’insegnante di storia e filosofia del liceo Cavour sotto accusa. L’affermazione, invece, porta la firma di «Base militante Progetto Torino». Nazional-rivoluzionari, così si definiscono i suoi attivisti, rifiutando collocazioni politiche precise. Filo-arabi e affascinati da parole come «ordine» e «gerarchia». A fianco di tutti i nazionalismi: l’Iraq di Saddam, la Serbia di Milosevic e il Venezuela di Chavez. Dedicano serate a Pavolini, sono contro la Tav e le Olimpiadi. Hanno diramato una pioggia di comunicati di solidarietà al professor Pallavidini: «Non si è mai sognato di negare l’Olocausto, ma ha fatto affermazioni scomode su altri argomenti, questioni di stretta attualità, come la politica dello stato d’Israele». Si conoscono, certo. Si sono frequentati. Il professore al centro dello «scandalo» conferma: «Avevo partecipato a una loro iniziativa in commemorazione di un amico di vecchia data, Carlo Terracciano. Quel giorno c’era anche Costanzo Preve, il filosofo. Dopo, li avrò visti un paio di volte per una birra all’Asso di Bastoni, il circolo dove si ritrovano. In questi giorni, però, non li ho sentiti, e non sapevo di questo documento. Che non è l’unica testimonianza di stima nei miei confronti». Intorno al professore del liceo Cavour si sta condensando un grumo di solidarietà: «Colleghi, studenti, conoscenti. Gente che è stufa come me di certi meccanismi. Del fatto che alcune cose non si possono dire». Oggi Pallavidini sarà sentito da Luigi Favro, l’ispettore inviato dal direttore dell’ufficio scolastico regionale Francesco De Sanctis per fare chiarezza sulle sue affermazioni. Il professore non nasconde irritazione e amarezza. «In quella classe avrei potuto dire che il Vaticano va bruciato e non sarebbe accaduto nulla. Invece mi sono permesso di criticare - è vero, con estrema durezza - la politica dello stato di Israele in Medio Oriente ed è successo il finimondo». Si sente accerchiato. Parla di fascismo mascherato: «Nella mia carriera d’insegnante ho visto di tutto dentro le scuole: distribuzioni di preservativi, raccolte firme per il referendum sulla fecondazione assistita. Al Cavour hanno pure invitato Capezzone a parlare dei Pacs». E che c’è di male? «Nulla. Salvo poi che, se io definisco “criminali” le azioni di Israele in Libano, accade quello che sta accadendo. Che vengo accusato di essere un filo-nazista, quando ho espresso un’opinione che trova consenso in larghi settori della sinistra e persino in un moderato come il senatore Andreotti». Ieri le sue affermazioni sono state sezionate. L’ispettore Favro ha chiesto agli studenti di riferire parola per parola il discorso «incriminato». E loro hanno risposto: spiegando che mai è stato consigliato loro di leggere il «Mein Kampf» né è stato negato l’Olocausto. Ma confermando quella frase: «Israele andrebbe distrutto». Poi hanno partecipato a un’assemblea organizzata dal Cavour cui era presente il vicepresidente della Comunità ebraica di Torino Maurizio Piperno Beer. Chi c’era assicura che non si è parlato del professor Pallavidini. Delle sue affermazioni probabilmente sì.