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La nuova dottrina militare russa

di Viktor Litovkine* - 05/02/2007




Il generale Makhmut Gareev ha svelato a grandi linee la nuova dottrina militare della Federazione russa, all'’uscita dalla conferenza del 20 gennaio 2007, da lui presieduta, all’'Accademia delle Scienze militari di Mosca. In questa intervista, egli sottolinea che il suo paese dovrà far fronte all’'instabilità di certi Stati, ma soprattutto alle guerre che gli Stati Uniti non mancheranno di provocare nella loro ricerca di risorse naturali (idrocarburi, acqua, etc.). La Russia si asterrà da ogni scontro diretto e concepirà la sua difesa in modo tale da svolgere il ruolo di arbitro mondiale.

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26 gennaio 2007



il 20 gennaio, a Mosca presso il ministero della Difesa, si è svolta una conferenza dell’'Accademia delle scienze militari. Il generale dell’'esercito Makhmut Gareev, presidente dell’'Accademia, vi ha presieduto un rapporto sulle grandi linee della nuova dottrina militare della Russia. Poi, i dirigenti delle forze armate e i ricercatori hanno esaminato le proposte di emendamento di questo documento-chiave che sarà sottoposto all’esame della comunità militare.



Viktor Litovkin : Che cosa ha spinto lo Stato a pensare ad una nuova dottrina ? Quali sono le innovazioni proposte ? E perché una partecipazione dell’'Accademia delle scienze militari ?



Generale Makhmut Gareev : Dall'’adozione, nel 2000, della precedente dottrina militare, la situazione geopolitica e poitico-militare si è considerevolmente evoluta, come il carattere delle minacce alla sicurezza dello Stato. Oggi sono state precisate le mansioni assegnate alle forze armate e alle altre truppe. Anche il sistema di pubblica amministrazione si è evoluto, come pure il livello dello sviluppo economico e sociale del paese e il suo potenziale demografico.



Inoltre, alcune disposizioni della dottrina attualmente in vigore si sono rivelate non praticabili. Esse non corrispondono alle realtà di questi ultimi anni e non servono all’'obiettivo di rafforzare la sicurezza nazionale. Tutto ciò ha reso necessaria una riflessione di esperti e la consacrazione giuridica di nuove ideologie di difesa.



La dottrina militare è il sistema di concetti adottato ufficialmente in uno Stato e delle disposizioni destinate a contrastare le minacce e a garantire la sicurezza, a prevenire le guerre e i conflitti armati; è anche il sistema delle visioni elaborate sulla costruzione militare e sulla preparazione del paese, delle forze armate e delle altre truppe alla difesa della Patria. Si tratta, ancora, dei punti di vista sui modi di preparare e di condurre una lotta armata (e altre forme di lotta) per difendere il paese.



E’ nel mese di giugno del 2005, in occasione di una riunione del Consiglio di sicurezza, che il presidente Putin ha chiesto al comando delle forze armate di mettere a punto una nuova dottrina. Un tale lavoro non può essere condotto a buon fine senza un nuovo concetto di sicurezza nazionale. Tuttavia, senza aspettare che quest'’ultimo venga alla luce, i militari e i ricercatori radunati sotto l’'egida dell’'Accademia delle scienze militari, possono esporre le loro idee su quale esso deva essere, sui capitoli che debba comprendere. Negli anni 20, tutto il paese e l’'esercito dibatterono sulla dottrina della giovane repubblica dei Soviet e sul programma di riforma militare proposto da Mikhaïl Frunze. Quella dottrina era comprensibile non solo per i dirigenti della repubblica e delle forze armate, ma anche per i semplici soldati e cittadini. Perché non rifare oggi quel percorso ?



Io ritengo che la dottrina militare sia, in fondo, una dichiarazione sulla politica dello Stato nel campo della difesa e che, pertanto, debba essere a conoscenza della nazione e del mondo intero. Noi non ci nascondiamo da nessuno, non ordiamo intrighi contro nessuno e non abbiamo niente di cui tacere.



Viktor Litovkin: Quali domande devono essere al centro della nuova dottrina militare ?



Generale Makhmut Gareev : Dobbiamo trovare una risposta precisa alla domanda seguente : qual è il carattere delle minacce che incombono oggi sulla sicurezza della Russia e quali sono i compiti che ne derivano per la difesa ? Poi, bisogna definire l’'organizzazione militare di cui lo Stato ha bisogno per neutralizzare le potenziali minacce e, se necessario, respingerle. Inoltre, bisogna indicare i possibili modi di ricorso alle forze armate e alle altre truppe. Come il tipo di guerra e di conflitti armati che potrebbero esserci imposti oggi e nel periodo che va fino al 2015. Da qui, derivano gli orientamenti della preparazione e della formazione militare. E, soprattutto, dobbiamo sapere come preparare il paese alla difesa in modo generale e, prima di tutto, sui piani economico, militare-industriale e politico-morale.



Facendo questo, si deve evitare di politicizzare eccessivamente e di ideologicizzare le questioni esaminate, bisogna concentrare la propria attenzione sul lavoro pratico in vista del rafforzamento delle capacità di difesa della Russia.



Nei prossimi dieci o quindici anni, i fattori ecologici ed energetici costituiranno la principale causa dei conflitti politici e militari. Certi Stati si sforzeranno di prendere il controllo delle risorse energetiche, come si è già verificato in Iraq, e gli altri non avranno altra soluzione che perire o resistere. Tenuto conto di questi elementi, la comunità mondiale si troverà presto o tardi a confrontarsi con la necessità di limitare, in una certa misura, di regolamentare e di trasformare qualitativamente il volume e il carattere della produzione.



E se l’'ONU, i governi dei grandi paesi, i principali gruppi transnazionali e gli altri organismi internazionali non troveranno i mezzi e i metodi per coordinare e regolare la produzione e il consumo, potrebbe porsi con forza la questione della sopravvivenza di numerosi popoli. La lotta per le risorse sarà portata al parossismo, generando uno scontro politico ed economico. Su questa base, non si può escludere la possibilità di un confronto militare. L’'immenso fossato che separa quelli che conducono un’' « esistenza dorata » dagli altri popoli, crea un terreno propizio al terrorismo e ad una guerra di « tutti contro tutti ». E’ una delle possibili minacce per la nostra sicurezza. Anche se non è del tutto giusto ridurre le cause del terrorismo alla povertà. Così, la RDPC e Cuba sono dei paesi poveri, ma in essi il terrorismo non si è mai sviluppato. E gli attentati del 2001 negli Stati Uniti sono stati perpetrati da persone che, di gran lunga, non erano delle più povere. In via generale, non bisogna semplificare troppo i problemi, quali essi siano.



In ogni caso, il carattere delle minacce dipenderà molto dalla struttura politica del mondo. Diventa sempre più evidente che il fardello della leadership e della responsabilità che oggi si sono assunti gli Stati Uniti è troppo pesante, anche per una superpotenza così forte. E gli appelli a condividere questo fardello con le altre grandi potenze non provengono più solo dalla parte democratica di quel paese.



La realtà che crudamente s’'impone, il pragmatismo costringeranno anche i congressisti più caparbi a riflettere di nuovo su ciò che ha più valore : avere la Russia come partner oppure come avversario che bisogna neutralizzare. Ed è evidente un'’altra realtà : nel mondo di oggi, senza la Russia, è impossibile trattare una sola questione seria. E noi, da parte nostra, non abbiamo bisogno di uno scontro né con gli Stati Uniti, né con l’'Occidente, né con l’'Oriente.



Con grande precisione, si può dire che praticamente non esiste altro che un mondo multipolare, che cristallizza i principali centri d’influenza (Stati Uniti, Unione Europea, Russia, Cina, India). Ma, dato il rapporto di forze che realmente si impone nel mondo, la cosa più razionale per la Russia, appoggiandosi all'’ONU, è cooperare con la NATO, con l’'OCSE, con l'’Unione Europea, con la Cina, con l’'India e con gli altri Stati interessati, è intervenire con insistenza nell’'arena internazionale per la fine della politica dello scontro, cercare di far adottare, se possibile, delle norme di diritto internazionale che proibiscano gli atti di sabotaggio contro gli altri Paesi. In caso di mantenimento di un mondo multipolare, la lotta per risanare radicalmente le relazioni internazionali potrebbe avere il sostegno dei numerosi paesi ed ambienti sociali che vi sono interessati.



L'’analisi delle tendenze dell’'evoluzione della situazione internazionale mostra che la politica seguita dagli Stati Uniti condurrà inevitabilmente allo scontro con una parte importante del mondo. E si stanno obiettivamente mettendo insieme le condizioni per un intervento della Russia in qualità di arbitro geopolitico. È indispensabile far mostra di una certa prudenza nella definizione e nella difesa degli interessi nazionali al fine di non difendere fermamente che i soli interessi realmente vitali. Gli interessi nazionali non devono essere minimizzati se non si vuole limitare le capacità di sviluppo economico e di realizzazione dei fattori geopolitici. Tuttavia, come dimostrato dall’'esperienza del dopoguerra, un eccessivo massimalismo come il carattere irrealistico degli interessi nazionali e degli obiettivi proclamati, la volontà di realizzarli implacabilmente, a qualsiasi costo, danno vita ad una politica estera e ad una dottrina militare dello scontro, che conducono a minare l’'economia, al totale fallimento degli obiettivi nazionali a torto avanzati. Non dobbiamo permetterlo.



Viktor Litovkin : Quali sono le minacce per la sicurezza della Russia e, pertanto, gli obiettivi delle forze armate ?



Generale Makhmut Gareev : E’ una delle domande più complesse, quella per la quale il ventaglio delle opinioni è il più ampio. Si sono manifestate due posizioni. La prima, adottata dalla dottrina attualmente in vigore, si concentra esclusivamente sulle minacce militari e sulle possibilità di bloccarle da parte dei mezzi militari. La seconda si basa sulle trasformazioni politico-militari nel mondo e tiene conto d una larga cerchia di minacce esercitate da mezzi tanto militare che non militari. Ad esempio, da mezzi politico-diplomatici, economici, d’informazione. « L’'esperienza » della disgregazione dell'’URSS, della Jugoslavia, delle « rivoluzioni colorate » in Georgia e in Ucraina, in Kirghisia ed in altre regioni del mondo ci convince che le minacce principali sono messe in atto meno da mezzi militari che da mezzi indiretti.



Da qui la seguente conclusione : è impossibile separare le minacce militari e non militari, conviene esaminarle nella loro unità organica. Le contraddizioni politico-sociali, economiche, territoriali, religiose, etnico-nazionali ed altre tra le diverse regioni e Stati rimangono in realtà le principali fonti e cause di possibili complicazioni della situazione politico-militare per il nostro paese.



A nostro avviso, le diverse minacce si riconducono ad alcuni grandi tipologie. In primo luogo, la politica e i tentativi di alcune forze internazionali e grandi Stati che attentano alla sovranità della Russia, le minacce ai suoi interessi economici e altre. Le diverse forme di pressione politica e informativa, di azioni di sabotaggio, come è accaduto in Ucraina e in Georgia, in Kirghisia ed in altri paesi. Le rivendicazioni territoriali su quasi tutto il contorno delle nostre frontiere. La minaccia alla sicurezza energetica riveste per noi un carattere particolarmente intenso. I maggiori dirigenti della NATO sono ora inclini a considerare tale questione, compresi i cambiamenti delle tariffe dei prodotti energetici, come una sorta di aggressione. Da qui, la missione che ne deriva per la difesa : prevenire, localizzare e neutralizzare questo tipo di minacce attraverso mezzi politico-diplomatici, economici, informativi e con altri mezzi non militari.



In secondo luogo, l’'uso dell’'arma nucleare contro la Russia e la proliferazione delle armi di distruzione di massa rimangono per noi una minaccia. Che noi vogliamo ammetterlo o meno, praticamente le armi nucleari di tutti i grandi Stati che le possiedono sono, in fin dei conti, puntate sulla Russia. Così, la missione difensiva legata alla dissuasione nucleare strategica da una possibile aggressione riveste ancora più importanza che in precedenza.



Terzo punto: le minacce militari che incombono sulla Russia permangono, esiste un rischio di conflitti armati e, in determinate circostanze, di una guerra di grandi proporzioni. Le grandi potenze vogliono manifestamente effettuare un salto qualitativo per giungere alla supremazia tecnologico-militare e potenti dispositivi di forze, che destabilizzano considerevolmente l’equilibrio militare, sono schierati alle porte della Russia. Non si può più ignorare il fatto che la NATO estenda la sua sfera d’attività e si proponga di agire su scala globale.



Quanto alle minacce interne, le più pericolose sono il terrorismo ed il separatismo, che generalmente sono attizzati dall’'esterno e prendono di mira l’'unità e l’'integrità territoriale della Russia.



Partendo da questo, la dottrina militare deve valorizzare il fatto che le forze armate e le altre truppe devono, per prima cosa, essere pronte a compiere delle missioni di combattimento in conflitti armati locali, delle operazioni anti-terrorismo, essere pronte alla mobilitazione per eseguire dei compiti in guerre regionali di grande ampiezza.



Inoltre, nella misura in cui i grandi paesi del mondo (tra cui la Russia, la Cina, gli Stati Uniti e la NATO) sono bersaglio di comuni minacce che non è possibile neutralizzare se non con sforzi congiunti, la dottrina militare russa dovrebbe anche comportare una disposizione per favorire la congiunzione e la concertazione delle dottrine militari dei diversi paesi, specialmente nel campo della lotta anti-terroristica. Le minacce transnazionali esigono la creazione di meccanismi transnazionali per contrastarle. È anche possibile suddividere le zone di responsabilità tra la NATO e l’'Organizzazione del Trattato di sicurezza collettiva.



Viktor Litovkin: Che ne sarà della tesi, inscritta nella dottrina militare attualmente in vigore, seconda la quale la Russia potrebbe, eventualmente, ricorrere per prima all’'arma nucleare ?



Generale Makhmut Gareev : Le guerre del futuro generalmente non ricorreranno che alle armi convenzionali, soprattutto alle armi di alta precisione, ma la minaccia del ricorso all’arma nucleare sarà permanente. Per la Russia, dato un rapporto di forze che le è estremamente sfavorevole su tutti gli assi strategici, l'arma nucleare rimarrà di capitale importanza, il più sicuro mezzo di dissuasione strategica da un’'aggressione esterna e il mezzo più sicuro per garantire la propria sicurezza.



Nello stesso tempo, data la nuova natura delle minacce, non bisogna assolutizzare l’'arma nucleare. L’idea secondo la quale « finché esiste l'’arma nucleare, la sicurezza della Russia è garantita » non corrisponde del tutto alle nuove realtà. L’'Unione Sovietica possedeva l’'arma nucleare ma, se l’'arma nucleare è rimasta, lo Stato federale è scomparso. Quest'’arma non può più essere universale: essa è impossibile da usare, ad esempio, in situazioni conflittuali come quella della Cecenia, per neutralizzare delle minacce economiche, informatiche ed ogni genere di atti di sabotaggio.



Bisogna, inoltre, tenere conto del fatto che, in relazione alla riduzione delle capacità dei nostri mezzi spaziali, del sistema d’all'erta contro gli attacchi missilistici e dei dispositivi d’'attacco delle forze nucleari strategiche, in relazione alla creazione di un ABM strategico, diviene sempre più problematico lanciare un’'intercettazione in risposta e anche lanciare una risposta sufficientemente efficace contro il potenziale avversario. Per questo, bisogna mantenere ed accrescere il potenziale nucleare. Nello stesso tempo, la dottrina militare deve forzatamente prestare attenzione allo sviluppo delle forze generali, aeree, navali, terrestri. Data l’immensità del territorio russo ed il possibile emergere, nel futuro, di potenziali avversali ad Est e a Sud che puntino sulla componente militare di terra, il nostro paese non può fare a meno di dispositivi di forze generali sufficientemente forti.



La nuova dottrina militare dà importanza alla trasformazione delle forze armate, alla creazione di un sistema unificato di difesa aerospaziale, alla realizzazione di azioni militari con e senza contatto, al lancio di attacchi attivi d’'intimidazione, alle altre questioni principali della costruzione militare, specialmente alla creazione di grandi e piccole unità miste composte da professionisti e da militari di leva, di cui non è possibile parlare in una così breve esposizione.



Tuttavia, la nuova dottrina militare rivestirà un carattere difensivo attivo. Essa sarà adottata e poi ratificata dal Presidente del paese, come vuole la Costituzione. Ma per prendere vita veramente, essa dovrà esprimere non solo le proposte ufficialmente adottate, ma anche ottenere il sostegno dei quadri dell’'esercito e della società, non dovrà dividere ma, al contrario, unire le forze del popolo che non sono indifferenti alle sorti del paese.



* Commentatore militare dell’'Agenzia RIA Novosti



Voltaire, édition internationale