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Documento israeliano fornisce un terrrificante sguardo sull'apartheid

di Ali Abunimah - 10/02/2007


 
 
   


Cio’ che esiste, e che tutto il mondo può vedere chiaramente, e’ un orrendo regime di controllo totalitario di milioni di Palestinesi che rimangono prigionieri del sistema razzista di Israele, del suo esercito e delle milizie territoriali che lo impongono.

Il Presidente Jimmy Carter si infuriò con Israele e i suoi amici descrivendoli “l’abominevole persecuzione ed oppressione nei territori palestinesi occupati, con un sistema rigido di richieste di lasciapassare e stretta segregazione tra cittadini palestinesi e colonizzatori ebrei nella West Bank”.
Ora, The Electronic Intifada ha ottenuto una presentazione in Powerpoint preparata dal Ministro della Difesa israeliano che offre un terrificante spunto sulla mentalità della burocrazia dell’Apartheid.
La prima pagina del documento porta il nome “Coordinazione delle attività di governo nei territori”, oltre all’acronimo “COGAT” presente nel fondo di ogni pagina. Questi sembrano riferirsi all’unità dell’esercito israeliano che attua l’occupazione nei confronti della popolazione israeliana.

Nella parte in alto della prima diapositiva si trovano anche i nomi e le insegne dello “Stato di Israele” e del “Ministero della Difesa”. Datata 12 gennaio, la presentazione è intitolata “misure per facilitare la vita quotidiana della popolazione palestinese”.

Lungi da ciò, il documento fornisce dettagli del regime di rigide restrizioni allo spostamento, di pulizia etnica burocratica, di manipolazione politica e di incoraggiamento ai collaborazionisti che Israele mette in atto nella striscia di Gaza e nella West Bank.

Il documento, in inglese, sembra essere vero. Nonostante non siano noti il suo esatto scopo e i suoi destinatari, potrebbe essere stato progettato per impressionare i diplomatici stranieri con la scusa della generosità israeliana verso i palestinesi.

Tra le linee di condotta sottolineate nel documento si trovano:

Tentativi per “rinforzare Abu Mazen” (presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas) facilitando l’ingresso di “equipaggiamenti di sicurezza per la Guardia Presidenziale” donati da paesi stranieri. (Gli Stati Uniti hanno recentemente annunciato che ciò fornirebbe milioni di dollari di armi ed equipaggiamenti a questa unità che serve come milizia personale di Abbas e alla fazione di Fatah che cerca di sovvertire il governo democraticamente eletto di Hamas).

Provvedere privilegi speciali per “il movimento dei VIP e dei palestinesi di alto rango” e altri alleati di Abbas includendo ‘movimenti facilitati senza controlli di sicurezza’. Questi privilegi speciali, non disponibili per milioni di palestinesi, sono destinati a “rinforzare Abu-Mazen”, presumibilmente a spese del governo e del consiglio legislativo, democraticamente eletto e legato ad Hamas, di cui decine di membri , lungi dal godere del trattamento riservato ai VIP, sono stati sequestrati, incarcerati senza accuse o processi dalle forze di occupazione israeliane.

Permessi speciali per 505 uomini d’affari palestinesi, consentendo loro di essere esenti dalla legge sui lasciapassare, che proibisce ai palestinesi di restare tutta la notte in Israele. Saranno inoltre soggetti a pochi controlli della sicurezza. Questa classe privilegiata potrebbe anche usufruire del “possibile restituzione di 60 milioni di dollari di tasse congelate al settore privato, dopo l’identificazione dell’uomo d’affari, e la formazione di un meccanismo di lavoro”. Ciò potrebbe indicare che Israele, in collusione con Abbas, cerchi di appropriarsi indebitamente delle risorse pubbliche palestinesi che ha illegalmente confiscato, scavalcando il Ministro delle Finanze dell’autorità palestinese, e ridistribuendoli agli amici di Abbas.

Con terrificante precisione, consentire a "42.899” lavoratori palestinesi di lavorare “in Israele e nei territori”, ed esentando “2000” lavoratori agricoli palestinesi dalla legge del lasciapassare così da rendere possibile “il pernottamento in Israele”. Di questi lavoratori, solo a “1600” sarà permesso di entrare nel territorio occupato di Gerusalemme est, la più grande città palestinese nella West Bank.

A milioni di palestinesi in tutto il mondo e’ vietato visitare o vivere nel loro paese a causa delle leggi e delle restrizioni di Israele che discriminano chiunque non sia ebreo. A pochi privilegiati viene consentito di farlo, grazie alla loro cittadinanza statunitense o europea, a questi cittadini e’ consentito di entrare in Israele senza bisogno neppure del visto turistico. Perfino questa precaria esistenza e’ stata recentemente minacciata dalla nuova pratica di Israele di negare loro la possibilità di rientrare qualora abbiano lasciato il paese per qualsiasi motivo. Mentre questo documento afferma che queste restrizioni saranno attenuate, conferma anche la politica di proibire la normale vita familiare ai palestinesi. I palestinesi (sempre riferendosi a loro come ‘cittadini stranieri’) con passaporti stranieri, perfino quelli con consorti e famiglie che Israele riconosce come residenti, saranno limitati da un permesso massimo cumulativo non superiore ai 27 mesi nel loro paese. Nessun altro paese che si autodefinisce democratico tratta la popolazione locale come stranieri e li espelle in questa maniera spezzando le famiglie.

Infine il documento elenca un numero di categorie di lavoratori “umanitari” a cui sarà dato un margine di manovra contro le restrizioni della legge del lasciapassare. Queste includono 1.450 religiosi, 1.300 del personale ospedaliero, 300 del personale alberghiero, inoltre avvocati, insegnanti, e residenti di un enclave che risiede in Gerusalemme est che è stata assediata dai coloni e dal muro dell’apartheid.

All’interno di un sistema spietato e ossessivo di controllo come quello operato da Israele contro i palestinesi, neanche questo gettone vantaggioso, disegnato per le pubbliche relazione tra le parti, può esser preso per certo; Israele mente per abitudine su quello che fa. Per esempio durante un incontro con Mahmoud Abbas in dicembre, il primo ministro israeliano, Ehud Olmert, ha promesso di rimuovere decine di postazioni di controllo e di ostacoli che impedivano il movimento dei palestinesi all’interno dei territori occupati della West Bank. La forza di occupazione israeliana ha quindi affermato di aver rimosso 44 dei centinaia di ostacoli per mantenere la promessa di Olmert. Ed infatti, il giornale israeliano Ha'aretz ha scritto, il 22 gennaio, che l’esercito israeliano “ha ammesso domenica che i 44 ostacoli che si dice siano stati rimossi intorno ai villaggi della West Bank non esistevano”.

Quello che esiste, e che tutto il mondo può vedere chiaramente, e’ un orrendo regime di controllo totalitario di milioni di Palestinesi che rimangono prigionieri del sistema razzista di Israele, del suo esercito e delle milizie territoriali che lo impongono.

Ali Abunimah è un fondatore di The Electronic Intifada e autore di One Country: A Bold Proposal to End the Israeli-Palestinian Impasse.
Fonte:www.globalresearch.ca
Link: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=viewArticle&code=ABU20070128&articleId=4613
28.01.2007

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MARCO PATERNESI

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