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Mercati finanziari: relazioni pericolose del deficit Usa

di er. ge. - 10/02/2007

 
Il deficit delle partite correnti degli Stati uniti ha continuato a espandersi negli ultimi anni e arriverà molto vicino ai mille miliardi di dollari nel 2007, almeno secondo le previsioni formulate nell'ultimo numero della Financial stability review della Banca centrale europea. Dopo la prima impennata a cavallo del nuovo secolo, ne è seguita una seconda a partire dal 2004 e tuttora in corso.

Secondo la Bce, il baratro smetterà di aumentare perché l'economia Usa rallenterà la sua crescita e perché altre economie, come quella della zona euro, accelereranno. Negli ultimi anni, il finanziamento del grande deficit è stato reso possibile in misura crescente dai capitali affluiti soprattutto dai paesi esportatori di petrolio.

Nella seconda metà del 2006, in particolare, circa la metà degli acquisti di titoli a lungo termine è provenuta dai centri finanziari del Regno unito e dai centri off-shore dei Caraibi, solitamente utilizzati come intermediari dei paesi mediorientali produttori di greggio. E' evidente come i forti rialzi delle quotazioni del barile negli ultimi anni hanno favorito questa evoluzione, che non è vista come foriera di stabilità finanziaria.

Il ruolo dei paesi asiatici, e di Cina e Giappone in particolare, nel finanziare l'espansione del deficit Usa è invece rimasto in questi anni relativamente stabile, attestandosi attorno ai 400 milioni di dollari nel 2006. I paesi asiatici hanno infatti continuato ad accumulare riserve valutarie, fino a detenere complessivamente a metà 2006 riserve per 400 miliardi di dollari (il doppio rispetto al 2005), di cui 220 nei forzieri della Banca popolare cinese. Un serbatoio utile in prospettiva per sostituire i finanziamenti mediorientali.