Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / L'economia è una pesca

L'economia è una pesca

di Andrea Saroldi - 10/02/2007

 

 


Come si può fare per costruire un'economia a misura d'uomo e rispettosa dell'ambiente? In molti ci stanno provando attraverso mille esperienze: dal consumo (gruppi di acquisto solidale), alla finanza (etica), dal commercio (equo e solidale) al turismo (responsabile) per arrivare ai piccoli agricoltori (biologici) e continuare di questo passo nei diversi settori dell'economia (solidale).

Tra queste esperienze si sta diffondendo la consapevolezza di come la costruzioni di reti (di economia solidale) possa rafforzarle e dare loro una prospettiva nella costruzione di circuiti economici a misura d'uomo. In questa prospettiva, a partire dai territori, si stanno sviluppando sperimentazioni di reti locali, chiamate Distretti di economia solidale (Des). Diversi luoghi stanno provando a tessere e rafforzare queste reti, conducendo sperimentazioni e scambiando esperienze per poter diffondere quelle che funzionano meglio.

In questo processo di costruzione di spazi di economia solidale, i Gruppi di acquisto solidale (Gas) giocano un ruolo importante. I Gas, gruppi di consumatori che acquistano collettivamente cercando piccoli produttori locali dai quali rifornirsi direttamente, si trovano naturalmente a sviluppare relazioni sul territorio, preziose nella costruzione della rete. Inoltre costituiscono la base della domanda di consumo necessaria a sostenere il distretto.

Per questo motivo, nelle esperienze di costruzione di distretti, alcune tra le più interessanti si muovono nel facilitare la nascita di Gas sul territorio e nella costruzione di filiere locali che aiutino i consumatori e i produttori a incontrarsi. Per portare qualche esempio, il Gruppo Motore per la costruzione del Des Brianza, che ha come riferimento il territorio della futura provincia di Monza, ha scelto come strategia nella costruzione del distretto proprio di iniziare dallo sviluppo dei Gas. In due anni i Gas del territorio sono passati da due a quindici, e l'obiettivo auspicato è arrivare ad avere un Gas in ognuno dei cinquanta Comuni. Ora, tra i Gas brianzoli è nata la "Retina", un coordinamento leggero, con lo scopo di organizzare alcuni acquisti che possono funzionare meglio tra più gruppi, scambiarsi informazioni e buone prassi, sostenere la nascita di nuovi gruppi e promuovere la costruzione del Des.

Per fare un esempio, già da qualche anno i Gas della Brianza comprano insieme le pesche: dopo aver scelto il loro produttore fissano in anticipo il prezzo basandosi sui costi sostenuti per la produzione, non sulla quotazione della borsa. L'ultima volta hanno messo insieme ordini per otto quintali. L'idea funziona, e ora stanno pensando ad altri progetti per potersi procurare prodotti come il pane, i detersivi o l'energia elettrica da filiere conosciute.

Il gruppo Trentino Arcobaleno, che si pone l'obiettivo di costruire un distretto di economia solidale in Trentino, ha deciso invece di partire dai pomodori con il progetto "Tra passata e futuro". Sperimentato già lo scorso anno, prevede in febbraio la prenotazione con il pagamento di un piccolo anticipo di pomodori da passata biologici coltivati da un gruppo di piccoli produttori locali. Nel primo anno sono state raccolte ordinazioni per 17 tonnellate di pomodori da 350 famiglie a un prezzo prefissato di 50 centesimi al chilo, che si è rivelato inferiore al prezzo del pomodoro biologico negli altri canali e in diversi casi anche inferiore al prezzo del pomodoro convenzionale.

Per il secondo anno sono state raccolte ordinazioni per 27 tonnellate a un prezzo di 52 centesimi; la maggiorazione del prezzo serve per pagare parte delle spese di organizzazione del progetto. In questo modo i trentini nella loro fiera autunnale sull'economia solidale "Fa' la cosa giusta!" (che nel 2006 si svolgerà dal 3 al 5 novembre) hanno buoni argomenti per raccontare cosa si intenda per economia rispettosa delle relazioni e del territorio, anche perché oltre ai pomodori stanno sperimentando altri progetti su fragole, piselli, bioceste e cicloturismo tra le valli (per maggiori informazioni, anche sulla fiera, www.trentinoarcobaleno.it).

Diversi altri luoghi stanno sperimentando progetti di filiera, nella logica di intrecciare relazioni di rete sul territorio, spesso iniziando con la consegna settimanale di ceste di cibo biologico. Ma la prospettiva è di andare oltre, di allargare sperimentazione e circuiti a tutti i beni e servizi di cui abbiamo bisogno, per poter mettere a disposizione di tutti prodotti e servizi solidali. Si stanno ad esempio avviando sperimentazioni nel campo dei servizi telefonici e del tessile e si sta ragionando sull'acquisto di energia da fonti rinnovabili, per non parlare degli intrecci con le molte esperienze di economia solidale già attive nel campo del commercio, della finanza, del turismo e diffuse un po' in tutti i settori.

Questa è la prospettiva di evoluzione che molti territori stanno sperimentando - ognuno con la sua specificità - nella costruzione di distretti di economia solidale; oggi sono più di venti e altri gruppi promotori si stanno attivando, anche se tutti dichiarano di essere a uno stadio molto embrionale. La speranza è che dall'intreccio e dalla replica di queste esperienze, partendo dalle più semplici per arrivare alle più complesse, si avviino processi di trasformazione del territorio verso reti aperte e attente alle esigenze sia di chi produce che di chi consuma.

* (Ringrazio Dario Pedrotti e Sergio Venezia per la collaborazione).
** articolo pubblicato da Tutto Bio 2007 [Egaf] e Carta 4/2007