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Gangs of Los Angeles (il modello americano)

di Alessandro Ursic - 12/02/2007

La metropoli californiana, "capitale Usa delle gang", dichiara guerra alle bande di strada
Capitale mondiale del cinema, sì, ma anche della criminalità di strada negli Usa: per togliersi di dosso la scomoda etichetta, riconosciuta dallo stesso sindaco José Villaraigosa, Los Angeles ha annunciato un giro di vite contro le gang che infestano la metropoli, responsabili di oltre metà degli omicidi commessi nella seconda città più popolosa del Paese.
 
I dati. Una volta c’erano le faide tra gang afro-americane storiche come i Bloods e i Crips. Oggi, la metropoli californiana è infestata da bande di neri, ispanici, asiatici e anche bianchi, che si spartiscono l’immenso territorio della contea, entrando spesso in conflitto tra loro: la polizia calcola che ce ne siano 400 con oltre 39.000 membri, ma le stime delle associazioni del settore si spingono fino a un migliaio di gang esistenti, con quasi 90.000 affiliati. L’anno scorso, su 478 omicidi avvenuti a Los Angeles, il 56 percento è stato attribuito alle gang. Che oltre a uccidere rubano, spacciano, sfidano la polizia e diffondono una cultura dell’illegalità entrata ormai a far parte dell’immaginario giovanile. Dopo un incremento del 14 percento dei crimini commessi dalle gang nell’ultimo anno, sindaco e polizia hanno deciso che c’era bisogno di una svolta.
 
Il piano. E’ stato così annunciato un piano coordinato tra polizia e Fbi: in particolare, 11 gang (sei afro-americane, cinque ispaniche) sono state identificate come le più pericolose. La polizia metterà insieme una squadra di 120 detective specializzati e vieterà ai giovani delle gang di riunirsi in alcuni quartieri, mentre l’Fbi ha inserito uno dei leader delle gang nella sua lista dei dieci uomini più ricercati dal bureau, “vicino a Osama bin Laden”. Per quanto riguarda la prevenzione, l’iniziativa prevede l’addestramento degli abitanti delle aree a rischio, per insegnare loro a riconoscere i membri delle bande di strada. Recentemente, inoltre, uno studio finanziato dalle autorità cittadine ha raccomandato l’investimento di un miliardo di dollari (770 milioni di euro) per un piano finalizzato a creare nuove opportunità per i giovani nelle zone dove la presenza delle gang è maggiore.
 
Reclutamento costante. La povertà è infatti uno dei reclutatori più efficaci per le gang. Ma non è l’unico. Secondo Alex Alonso, un esperto di bande di strada e curatore del sito Streetgangs.com, la costante attrazione delle gang è dovuta a varie ragioni: “I ragazzi che crescono con un solo genitore sono i più vulnerabili, perché le gang ti danno un senso di appartenenza a un gruppo che una famiglia spezzata non può darti. C’è poi da considerare anche la pressione dei coetanei nell’ambiente sociale in cui cresci”, spiega a PeaceReporter. Per quanto Alonso non condivida tutte le preoccupazioni della polizia (“Los Angeles ha avuto anni peggiori”), riconosce che il timore per il futuro è la sfida tra gang in base alla razza: nelle carceri californiane la questione è già conosciuta, con frequenti scontri tra detenuti bianchi, afro-americani e ispanici. “Al momento il problema è marginale nel contesto delle gang, ma la progressiva ispanizzazione della California potrebbe farlo crescere”, dice Alonso.