Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Brzezinski : "Bush potrebbe organizzare una provocazione per attaccare l'Iran"

Brzezinski : "Bush potrebbe organizzare una provocazione per attaccare l'Iran"

di World Socialist Web - 12/02/2007


Zbigniew Brzezinski lancia una bomba politica

Un ex consigliere americano alla sicurezza dichiara che Bush cerca un pretesto per attaccare l’Iran



Testimoniando giovedì scorso di fronte alla commissione del Senato sulle relazioni con l’estero, Zbigniew Brzezinski, consigliere alla sicurezza nazionale nel governo del presidente Jimmy Carter, ha espresso un’aspra critica alla guerra in Iraq e avvertito che la politica dell’amministrazione Bush porta inesorabilmente alla guerra con l’Iran, con conseguenze incalcolabili per l’imperialismo americano nel Medio Oriente e a livello internazionale.



Brzezinski, che nel marzo 2003 si era opposto all’invasione dell’Iraq e aveva pubblicamente denunciato la guerra come un monumentale errore di politica estera, ha iniziato le sue osservazioni su ciò che egli ha chiamato « la scelta della guerra » in Iraq definendo tale guerra « calamità storica, strategica e morale ».



« Intrapresa sulla base di false ipotesi » ha continuato, « ovunque nel mondo, essa mina la legittimità degli Stati Uniti. Le sue vittime collaterali civili, come certi abusi, offuscano la reputazione morale degli Stati Uniti. Condotta sulla base di principi manichei e di uno smisurato orgoglio imperiale, essa acuisce l’instabilità regionale. »



Brzezinski ha deriso « la decisiva lotta ideologica » contro l’islam radicale dei discorsi di Bush come « semplicistica e demagogica », e l’ha definita « racconto storico mitico » utilizzato per giustificare una « guerra che dura e che è potenzialmente in espansione ».



« Argomentare che gli Stati Uniti sono già in guerra nella regione contro una più ampia minaccia islamica il cui epicentro è l’Iran, vuol dire farsi promotori di una profezia della quale si provoca la realizzazione. »



Ancora più sorprendente ed inquietante è la sua descrizione di uno « scenario plausibile di conflitto militare con l’Iran. » Ciò implicherebbe, ha ipotizzato, « il non raggiungere gli obiettivi stabiliti per l’Iraq, seguito da accuse sulla responsabilità dell’Iran in questo fallimento, infine da una provocazione in Iraq o da un attentato terroristico negli Stati Uniti attribuito all’Iran, culminante in un’operazione militare "difensiva" degli Stati Uniti contro l’Iran che farebbe piombare un’America da sola in un pantano sempre più vasto e profondo che finirebbe per inglobare l’Iraq, l’Iran, l’Afghanistan e il Pakistan. »



Ecco sicuramente un avvertimento pieno di virgolette lanciato al Congresso americano, in cui l’autore mostra di dubitare del carattere « difensivo » dell’azione militare in preparazione e ritiene che l’amministrazione Bush cerchI, invece, un pretesto per attaccare l’Iran. Anche se non l’ha detto esplicitamente, Brzezinski non è stato lontano dall’ipotizzare che la Casa Bianca sia capace di macchinare una provocazione — come un eventuale attentato terroristico negli Stati Uniti — al fine di fornire il casus belli necessario per la guerra.



Che una personalità come Brzezinski, con decenni di esperienza sui più alti gradini dell’establishment degli Esteri degli Stati Uniti e che mantiene i più stretti legami con l’esercito e i servizi segreti, lanci una tale messa in guardia durante una pubblica audizione al Senato americano è estremamente serio e significativo.



Brzezinski sa di che cosa parla, avendo egli stesso organizzato provocazioni delle sue quand’era consigliere alla sicurezza nazionale per Jimmy Carter. In quella posizione, come ha poi ammesso pubblicamente, aveva elaborato, alla fine degli anni 70, un piano segreto per mobilitare i mujahiddin fondamentalisti islamici, affinché rovesciassero il regime filo-sovietico in Afghanistan e invischiassero l’Unione Sovietica in una guerra distruttiva in quel paese.



Dopo la sua introduzione e in risposta ai quesiti dei senatori, egli ha di nuovo ventilato il rischio di una provocazione.



Ha attirato l’attenzione dei senatori su un servizio del New York Times, comparso il 27 marzo 2006, riguardante « un incontro privato tra il presidente e il primo ministro Tony Blair, due mesi prima della guerra imperniatosi su un memorandum redatto dal rappresentante britannico presente a quell’incontro ». Nell’articolo, ha affermato Brzezinski, « si cita il presidente che dichiara di essere inquieto per il fatto di rischiare di non trovarci armi di distruzione di massa in Iraq e che afferma la necessità di riflettere per trovare altre premesse per intraprendere quell’azione. »



Brzezinski continua : « Vi leggerò solo quello che, secondo il New York Times, diceva in modo evidente quel memorandum : “Il memorandum afferma che il presidente ed il primo ministro hanno riconosciuto che in Iraq non è stata trovata alcuna arma non convenzionale. Di fronte alla possibilità di non trovarne prima della prevista invasione, Bush ha parlato di parecchi sistemi per provocare uno scontro. »



« Egli ha descritto i diversi modi per farlo. Non entrerò in particolari.... I modi erano piuttosto straordinari, almeno uno di loro.



« Se si considera di aver a che fare con un nemico implacabile che bisogna eliminare, questa linea di condotta può, in certe circostanze, essere tentata. Temo che se la situazione in Iraq continua a deteriorarsi e se l’Iran, in un modo o nell’altro, è percepito come implicato, anzi come responsabile, o potenziale beneficiario di tale situazione, possa presentarsi questa tentazione. »



In un altro momento, Brzezinski ha fatto un’osservazione sui metodi cospirativi dell’amministrazione Bush che egli ha descritto quasi come una cricca. « Sono perplesso, ha detto, nel vedere che decisioni strategiche tra le più importanti sembrano essere prese da una cerchia ristrettissima di persone — solo poche, probabilmente un pugno, forse non più numerose delle dita di una mano. E sono queste stesse persone, a parte un’eccezione, che hanno preso la decisione iniziale di entrare in guerra e hanno utilizzato le giustificazioni iniziali per entrare in guerra. »



Nessuno dei senatori presenti ha tenuto conto dell’avvertimento assolutamente chiaro di Brzezinski. In particolare i democratici, mosci, compiacenti e complici delle cospirazioni di guerra dell’amministrazione Bush, non hanno detto nulla sul pericolo chiaramente menzionato dal testimone, di una provocazione.



Dopo l’audizione, il reporter del WSWS ha chiesto direttamente a Brzezinski se ipotizzava che questa eventuale provocazione potesse provenire dallo stesso governo americano. L’ex consigliere nazionale alla sicurezza è rimasto evasivo.



Ecco lo scambio di battute avvenuto :



Q : Dr Brzezinski, secondo lei, chi condurrà quest’eventuale provocazione ?



R : Non ne so nulla. Come ho detto, queste cose non si possono mai prevedere. Può essere una cosa spontanea.



Q : Lei ipotizza che vi sia una possibilità che essa provenga dallo stesso governo americano ?



R : Io dico che tutta questa situazione può sfuggire ad ogni controllo e tutti i tipi di calcoli possono creare una situazione alle cui origini sarebbe molto difficile risalire.



(Articolo originale uscito il 2 febbraio 2007)

World Socialist Web Site www.wsws.org