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L’onda (No Dal Molin)

di Angelo Alberi - 13/02/2007

 

Oramai mancano pochi giorni alla manifestazione di Vicenza,contro la costruzione della nuova base

USA al Dal Molin, e la calma onda lacustre creata dal movimento popolare dei cittadini vicentini

sta diventando un impetuoso flutto oceanico.

Mutazione che non è certo sfuggita alla stampa nazionale e locale, ai partiti (della maggioranza) ed

ai sindacati e così, chi è uscito dalla porta del dialogo, tenta ora di rientrarvi dalla finestra, mentre la

stampa ha dato inizio alla solita campagna terroristica di regime.

Testate importanti e giornalisti provocatori hanno scomodato gli anni di piombo, la Padova dei Toni

Negri e di Scalzone, le gambizzazioni e la guerriglia urbana.

Riesumare quel fosco periodo e tentare di cucirlo, rimodellarlo addosso a queste persone è

sicuramente un’azione degna del più becero giornalismo.

A Vicenza, attraversata in minima parte dal vento di Autonomia Operaia, ricordo solo pochissimi

arresti e le retate della polizia nel quartiere dove abitavo, considerato allora un settore caldo della

città. Solo vecchi ricordi; ora si fa di tutto per creare quel clima di tensione e di sospetto atto a

delegittimare questa rilevante forza e che autorizzerà, in caso di disordini, i tutori dell’ordine ( ma

quale ordine?) ad intervenire duramente per non far cadere la città nelle mani di questi barbari

violenti che alla precedente manifestazione del 2 dicembre, 30.000 persone circa, hanno sfilato con

bambini, carrozzine e palloncini colorati al seguito.

Le autorità temono “infiltrazioni di frange estremiste e violente”. La sceneggiata è cominciata;

stiamo attenti, il G8 di Genova è una brutta ferita non ancora rimarginata, bene impressa nella

mente di chi ha vissuto questa scioccante esperienza ed ha constatato l’efficienza repressiva dello

stato.

Questa rappresentazione mediatica vuole sicuramente distogliere l’attenzione dall’unica grande

verità portata dal Movimento dei cittadini di Vicenza e cioè che la testa della politica italiana, come

il pesce vecchio, emana oramai un odore nauseabondo.

Nessun antiamericanismo, solo la voglia di vedere finalmente un’inversione di rotta nella gestione

della diplomazia del nostro paese, incominciare a parlare seriamente di pace e di gestione del

territorio, di disarmo e taglio delle spese militari. Il servilismo del nostro governo, nei confronti di

una politica americana espansionista ed intrisa di soprusi ha raggiunto limiti insopportabili.

Nel programma elettorale del centro sinistra c’era l’impegno, in caso di vittoria alle elezioni, di

rivedere il “ nodo”delle servitù militari, della nostra presenza in Afghanistan e delle altre missioni

di pace che vedono impegnati migliaia di nostri militari. Memoria corta?

No, lezzo di tradimento. Slealtà verso tutti i cittadini e le forze sociali che credevano in questo

governo e nel programma scritto e più volte ritoccato, dagli stilisti della politica italiana di centro

sinistra che, con la tattica del “un colpo al cerchio ed uno alla botte”, tentano di coprire gli errori ed

i loro meschini compromessi, con una coperta che oramai è diventata insopportabilmente corta.

La manifestazione del 17 febbraio ha assunto una tale rilevanza nel panorama nazionale che il non

esserci potrebbe significare, per alcune istituzioni (CGIL, Prc, Pdci, DS, Margherita..) ,

l’impossibilità di ricucire la profonda frattura che si è venuta a creare tra l’apparato dirigente e la

base. Ecco allora che qualche pezzo, non proprio da novanta, sfilerà in coda alla manifestazione

vicentina,senza bandiere e inni di partito come vuole il comitato dei cittadini, quasi a voler dire:

ragazzi, qualcosa dovevamo pur lasciare sul campo. E’ toccato a Vicenza, ma non preoccupatevi,

noi siamo sempre con voi e stiamo lavorando (come si sente dire da un po’..)

per ridurre al minimo i disagi che questa nuova base (la quarta nel territorio vicentino!!) arrecherà

alla città.

Si perché, per i miopi capoccioni di governo, il problema è solo urbanistico.

Quanta strada ancora da fare per queste forze di governo che hanno smarrito ideali, lealtà, onestà

politica e che non hanno più nel cuore (se mai l’hanno avuto un cuore…) chi per i modelli di

giustizia ed uguaglianza, insiti nella grande forza popolare della sinistra italiana, ha lottato

duramente anche a costo della propria vita.

Per il momento, il Movimento cittadino del” No Dal Molin” ha fatto venire un bel mal di pancia a

qualche esponente della coalizione di governo, che sarà costretto a guardarsi allo specchio ed a

rovistare nel proprio animo alla ricerca di qualche sperduto briciolo di coerenza.

Difendiamo la terra per un futuro senza basi di guerra!