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Aridatece Stalin!

di Gabriele Adinolfi - 13/02/2007

Obbligo di cantare in coro, rieducazione di chi non lo fa. Eccoci in pieno comunismo ma privato della socialità e dello spirito ribelle
Come preannunciato la decimazione sta avendo luogo. Una zoomata su trecento ultrà li rende gli unici responsabili di dodicimila fischi; e già questo dovrebbe essere sufficiente per rigettare in blocco la manovra. La quale manovra prosegue, almeno nelle intenzioni espresse, con una doppia violazione di ogni senso giuridico. La Procura sarebbe infatti disposta a perseguire i fischianti per “istigazione a delinquere”! Che si tratti di una totale devastazione della giurisprudenza è clamorosamente evidente. Già un'eventuale inchiesta per “apologia di reato” non avrebbe alcun appiglio serio essendo stata fischiata una commemorazione e non applaudito un crimine. Il sillogismo per proprietà transitiva non è ancora entrato in alcun codice! Istigazione a delinquere è un'ipotesi che farebbe impallidire persino Stalin. La gentildonna Melandri va oltre; chiede che chi non si è unito al coro venga diffidato e consegnato per sette anni a lavori “socialmente utili”. Siamo quindi alla “rieducazione”, come nei campi di prigionia vietnamiti! Questa brava gente è riuscita nell'impresa di ammannirci tutta la cultura mentale del comunismo privandola dei suoi aspetti sociali e ribellistici, complimenti!

Si possono pensare molte cose dei fatti di Catania e dei fischi di Roma che, di certo di cattivo gusto come gli applausi, non avevano l'intenzione di sminuire Raciti bensì il Palazzo - come abbiamo sostenuto ieri - visto che gli stessi fischianti, dopo venti secondi, sono passati spontaneamente agli applausi. È chiaro anche a un cieco che gli insofferenti ce l'avessero con i Soveit del capitale che ci stanno schiavizzando e che vogliono lobotomizzarci in ogni istante dell'esistenza. Si può comunque interpretare altrimenti – cioé nel modo servile della televisione – quanto accaduto all'Olimpico e in tal caso si ha il diritto di stigmatizzarlo e persino d'indignarsi. Ma di qui a pretendere che chi non sta nel coro, chi manifesta disappunto, sia perseguibile penalmente e destinato a “rieducazione” ce ne corre davvero assai. Bisogna essere dei perfetti imbecilli per non accorgersi che quest'obbligo di uniformità passiva, imposto con la gogna e il linciaggio mediatico, ci conduce al nuovo Medio Evo con tutto il potere nelle mani del clero progressista. A questo punto ridateci Stalin: era più chiaro e, perlomeno, era una persona molto più seria di Proni e Melandri