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Effetto serra, il climatologo Maracchi demolisce la teoria dei raggi cosmici

di redazionale - 13/02/2007

Effetto serra, il climatologo Maracchi demolisce la teoria dei raggi cosmici
Uno studio danese imputa la responsabilità alle troppe nuvole e ridimensione l´influenza dell´uomo
I sostenitori che i cambiamenti climatici per l’aumento di effetto serra, non sono da imputare in maniera così scontata alla attività umana potranno avvalersi oggi anche di un altro spunto craetivo. Secondo un gruppo di scienziati danesi, infatti, sarebbero i raggi cosmici - in quanto responsabili della formazione delle nuvole - la causa principale del surriscaldamento della terra. Il coordinatore di questa ricerca, Henrik Svensmark, climatologo danese sostiene quindi oggi dalle pagine del Times , che alla luce di questa nuova teoria sarebbe necessario ridimensionare l´influenza negativa dell´uomo sull´effetto serra (e magari chiedergli anche scusa!).

I ricercatori danesi sostengono che i raggi possono rilasciare nell´atmosfera ioni elettricamente carichi che agiscono come magneti in presenza di vapore acqueo, intervenendo nella formazione delle nuvole.
E quindi da questo se ne dedurrebbe che sono le nuvole in aumento a determinare il maggior effetto serra. Ma abbiamo pensato di chiedere numi al climatologo Giampiero Maracchi dell’istituto Ibmet del Cnr.

Professore che ne pensa di questa teoria che arriva dalla Danimarca
«Non cambia assolutamente nulla perché che vi sia una ionizzazione dell’atmosfera non è una notizia. E non vedo come si incrocia con l’effetto serra.
Certo bisognerebbe leggere lo studio, ma a prima vista non sembra una gran notizia, infatti nel nostro mondo non ha avuto alcuna rilevanza».

Loro sostengono che l’aumento della nuvolosità è il responsabile del riscaldamento e non quindi l’anidride carbonica.
«In realtà l’aumento delle nuvole determina un aumento della riflessione dei raggi solari e quindi dovrebbe semmai portare ad un raffreddamento. Anche se è vero che dall’altra parte, le nubi hanno l’effetto di bloccare la radiazione infrarossa emessa dalla terra. E quindi a occhio i due effetti si dovrebbero bilanciare.
Ma comunque il fenomeno dei cambiamenti climatici è talmente grande e conosciuto che ormai quello che si può indagare in più potrà al massimo far variare qualche numero. Ma il problema rimane in tutta la sua complessità».