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Critica dello sviluppo sostenibile

di Anna Alemanno - 19/11/2005

Fonte: filosofiatv.org

I LIBERTARI E LA DECRESCITA

 

La grande campagna della Federazione anarchica francese per l’anno 2004/2005 ha per tema la DECRESCITA, ed è intitolata “Dallo sviluppo alla decrescita”.

Il 61° congresso della Federazione, nel maggio 2004, ha visto l’avvicinamento dei libertari alla causa della Decrescita.

Essi hanno adottato questa mozione antisviluppista, magnificando la semplicità volontaria come resistenza radicale al capitalismo.

Di seguito, proponiamo una tabella comparativa che prende lo spunto da quella proposta dai libertari del giornale No Pasaran (ott. 2004), da noi modificata in funzione del contesto italiano.

 

 

 

A PROPOSITO DI  PENSIERO UNICO

 

Noam Chomsky ha detto: “C’è un modo intelligente di mantenere la gente passiva, consiste nel limitare strettamente il ventaglio delle opinioni accettabili, nello stesso tempo permettendo un dibattito vivace all’interno di tale ventaglio, anche incoraggiando le opinioni più critiche e dissidenti. Tutto ciò dà alle persone l’impressione di essere libere nel pensare, nel mentre, di fatto, ad ogni istante i presupposti del sistema sono rinforzati tramite i limiti posti al dibattito”.

L’opinione accettabile è la crescita. La dissidenza è la crescita “verde” o “sostenibile”.

L’opinione inaccettabile è la decrescita.

 

 

 

<<Il principio soggiacente all’economia del consumo di massa è fondamentalmente in disaccordo con i modelli di vita del mondo naturale e con gli insegnamenti di moderazione che sono comuni alle filosofie e ai precetti religiosi che attraversano diverse culture e quasi tutta la storia dell’umanità>>

Gary Gardener, Erik Assadourian e Radhika Sarin: LA CONSOMMATION ASSASSINE,

Ed. Charles Léopold Mayer

 

 


 

 

CRITICA DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE

POLITICHE DI CRESCITA

POLICHE DI SVILUPPO SOSTENIBILE

POLITICHE DI DECRESCITA

Incentivare il consumo di vetture per dar lavoro all’industria automobilistica

Incentivare l’acquisto di auto nuove, rottamando quelle vecchie 

Favorire i trasporti pubblici e la condivisione dei veicoli (uso collettivo, comproprietà delle vetture ecc.)

Costruire strade per da lavoro alle imprese dei lavori pubblici

Favorire il trasporto su rotaia per sostenere e incrementare il traffico commerciale  

Favorire la produzione e il consumo locale, tassare fortemente i trasporti specie sulle lunghe distanze

Fabbricare oggetti a durata limitata e non riparabili, obbligando il consumatore al  riacquisto di nuovi

Incentivare nuove forme di  produzione e consumo apparentemente ecologiche

Fabbricare oggetti effettivamente utili, solidi e riparabili, capaci di durare a lungo

Gestire la malattia e i malati per alimentare l’industria farmaceutica

Ampliare il mercato farmaceutico, escogitando nuove forme di consumo pseudo-alternativo nel campo salutistico

Adottare un’igiene di vita adeguata in armonia con i ritmi della natura, favorendo l’autogestione della salute con  metodi semplici.

Promuovere guerre per incentivare l’industria degli armamenti e le attività economiche collaterali

Tollerare le guerre con pseudo-giustificazioni  umanitarie e civili, favorendo l’industria bellica e le attività economiche collaterali

Favorire l’incontro tra civiltà tramite il dialogo interculturale quale solida base credibile per politiche di pace e di integrazione

Permettere all’economia,  all’industria e all’apparato tecnico-scientifico di inquinare e manipolare illimitatamente la natura in nome del progresso e del ProdottoInternoLordo

Difendere ad oltranza lo sviluppo, contenendone i danni ambientali con espedienti rivolti alla loro riparazione e al disinquinamento,  in una prospettiva che resta antropocentrica e strumentalizzatrice

Abbattere l’inquinamento intervenendo sulle cause, disincentivando le attività nocive e favorendo quelle ecocompatibili    in una prospettiva di superamento dell’antropocentrismo

Favorire politiche scolastiche e universitarie asservite all’industria, al mercato del lavoro e al produttivismo sfrenato

Aggiornare le politiche scolastiche e universitarie all’insegna di un maggior efficientismo centrato sulle tre “I” (Impresa-Inglese-Informatica) e su un superficiale interculturalismo compensativo

Favorire una cultura scolastica e universitaria, capace di inserire le precedenti istanze culturali in un contesto pluralistico, che sappia accogliere e valorizzare anche le culture non produttivistiche (antiche e recenti ), non allineate con il  Pensiero unico