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Il cibo perde per strada le sostanze benefiche

di Sloweb - 15/02/2007

 
Si sa, la globalizzazione ha da tempo colpito anche le nostre tavole: fragole argentine, papaia brasiliana, carne irlandese e pasta fatta con un grano che non si sa bene da dove venga invadono i nostri mercati quotidianamente.
La Bbc annuncia che l’Unione Europea ha commissionato allo Schottish crop research institute (Scri) uno studio per capire come mai molti vegetali durante il viaggio dal campo al piatto perdono componenti naturali importanti per la salute umana.

Derek Steward, che è a capo della ricerca, afferma: «In molti prodotti il viaggio dall’azienda agricola alla tavola provoca spesso una drastica riduzione del livello di componenti naturali che sappiamo benefici per la salute. Questo iduce molte volte ad aggiungere artificialmente negli alimenti le sostanze perse».

Una parte del progetto indagherà sulla variazione dei componenti e sostanze nutritive benefiche in tre alimenti base come patate, grano e pomodori.
L’obiettivo dello Scri è quello di scoprire in quale punto del processo post raccolta e del trasporto le sostanze vengono disperse.

Una domanda: invece di commissionare studi per indagare gli svantaggi del trasporto dei prodotti, oltre alla perdita di sostanze benefiche per la salute già conosciamo l’impatto ambientale e i costi energetici dello spedire prodotti da un capo all’altro del mondo, non sarebbe meglio valorizzare e sviluppare la filiera corta ?

Non servono istituti commissionati dall’Ue per sapere che il mercato locale offre vantaggi per tutti:
Instaura un rapporto diretto tra produttore e consumatore
Prezzi più convenienti per il consumatore
Creazione di nuovi canali di vendita per il produttore
Minor impatto ambientale grazie alla riduzione dei trasporti e degli imballaggi
Vengono privilegiati i prodotti locali e la loro stagionalità
Possiamo fermarci…

Fonte:
Bbc News
Blogeko.info
Aiab.it