Le mammografie non offrono benefici, cominciano a dirlo i medici
di David Gutierrez - 16/02/2007
Aumenta il numero dei medici che contestano l’affermazione che le mammografie a cadenza annuale diminuiscano il rischio di morte per cancro al seno nelle donne.
Il ricercatore danese dott. Peter Gotzsche ha sollevato per primo la questione in uno studio pubblicato nel "The Lancet" nell’Ottobre 2006. Gotzsche ha riesaminato gli studi svolti originalmente sui benefici delle mammografie e li ha trovati insoddisfacenti.
Da allora, altri medici hanno iniziato ad affermare che oltre a non fornire protezione, le mammografie – che richiedono un’esposizione a radiazione delle pazienti – in realtà possono aumentare il rischio di cancro nelle donne.
"Le ultime evidenze spostano il bilancio dalla parte del danno e lontano dai benefici", dice il dott. Michael Baum dell’University College di Londra.
Secondo il giornalista canadese dott. W. Gifford -Jones, le donne con età compresa tra i 40 e i 49 anni che si sottopongano a mammografia con regolarità hanno il doppio delle probabilità di morire per cancro al seno rispetto alle donne che non si sottopongano allo screening.
"Gli esperti dicono che si devono esaminare 2.000 donne l’anno per 10 anni per essere di beneficio in un caso", ha scritto di recente.
Gifford-Jones sottolinea anche altri rischi, sia fisici che psicologici. Secondo alcuni esperti, comprimendo il seno delle donne durante la mammografia si possono rompere alcuni vasi sanguigni, provocando la diffusione di un eventuale cancro nelle altre parti del corpo e aumentando pertanto il rischio di mortalità della paziente.
Egli ha anche indicato il trauma sofferto dalle donne che ricevono esiti falsamente positivi della loro mammografia, e il pericoloso senso di sicurezza di quelle che ricevono esiti falsamente negativi.
Gli studi mostrano che le mammografie non riescono a rilevare il cancro nel 30 percento dei casi nelle donne in età compresa tra 40 e 49 anni. Inoltre, possono volerci otto anni prima che un tumore al seno sia abbastanza grosso da essere rilevato, e nel frattempo il cancro potrebbe essersi diffuso in altre parti del corpo.
"Le mammografie in realtà danneggiano molte più donne di quante ne aiutino", dice Mike Adams, autore di "The Healing Power of Sunlight and Vitamin D," un report liberamente disponibile che illustra alcune strategie per la prevenzione del cancro al seno e alla prostata. "Le mammografie vengono usate per lo più come strumento per invischiare le donne in un sistema di controllo medico basato su diagnosi errate e tattiche che inducono paura. La maggior parte delle donne vanno allora in chemioterapia, si sottopongono a operazioni chirurgiche o a trattamenti radioterapici che possono provocare ulteriori danni o anche uccidere".
Tradotto per www.disinformazione.it da Stefano Pravato