La "necessità di autodifesa" autorizza la tortura
di Larry Beinhart - 19/11/2005
Fonte: nuovimondimedia.com
“Al fine di rispettare l’intrinseco potere presidenziale di conduzione di una campagna militare, la proibizione della tortura viene ritenuta inapplicabile nel caso di interrogatori intrapresi conformemente all’autorità di Comandante in Capo del Presidente”
Immaginate se ci fosse stato un marines nudo al guinzaglio di una donna irachena. Immaginate se avessimo visto soldati americani costretti a simulare o a praticare atti omossessuali su cui venivano scattate fotografie. Immaginate se avessimo visto dei militari Usa accalcati contro un muro con cani rabbiosi che puntavano ai loro genitali. Immaginate se uno della nostra famiglia – o un nostro amico – fosse picchiato a morte da una gang intenzionata a ottenere informazioni che lui o lei non poteva fornire perché non ne sapeva nulla.
Domenica 23 marzo 2003 immagini di alcuni piloti statunitensi fatti prigionieri vennero mandate in onda da una TV irachena. Non indossavano cappucci. Erano vestiti. Nessuno di loro aveva un guinzaglio al collo. Né – nemmeno successivamente – erano stati minacciati di sodomia.
La reazione americana fu immediata.
Donald Rumsfeld si precipitò alla CBS e disse al mondo: “La Convenzione di Ginevra indica chiaramente che non è permesso fotografare, imbarazzare o umiliare i prigionieri di guerra. E, se i prigionieri sono statunitensi o appartenenti alle forze della coalizione, la Convenzione di Ginevra spiega come essi devono essere trattati”.
George Bush in una conferenza stampa disse: “Mi aspetto che vengano trattati – mi aspetto che i prigionieri di guerra vangano trattati – come trattiamo noi i prigionieri che abbiamo catturato, umanamente. Se non sarà così, coloro che maltratteranno i nostri prigionieri verranno considerati alla stregua di criminali di guerra”.
Da ciò almeno comprendiamo che il Presidente e il Segretario della Difesa degli Stati Uniti sanno che cosa sia la Convenzione di Ginevra. Di più, Rumsfeld sembra apprezzarne molto le sottigliezze e i dettagli, riconoscendo che anche l’imbarazzare o l’umiliare le persone può essere considerato un reato, come può esserlo una pratica apparentemente innocua come lo scatto di una fotografia. Sia il Presidente che il Segretario della Difesa Usa si aspettano che le regole vengano rispettate. Nello spirito e alla lettera.
Bush ha ben compreso che coloro che vìolano la Convenzione di Ginevra possono essere considerati dei criminali guerra e ha infatti annunciato l’intenzione di voler muoversi così.
Ciononostante, nel momento in cui vennero rilasciate queste dichiarazioni questi due signori stavano conducendo una guerra dove avevano deciso che la Convenzione di Ginevra non doveva essere applicata.
Immaginate, se poteste, di essere iracheni. Avete catturato un pilota militare americano. Sapete che i jet Usa bombarderanno la vostra città entro sera. Se solo riusciste a scoprire quelli che saranno gli obiettivi dei bombardamenti potreste salvare le vostre donne i vostri bambini – magari anche gli anziani e gli ammalati – dal pericolo. Potreste essere in grado di salvare centinaia, forse migliaia di persone se solo foste a conoscenza dei luoghi in cui le bombe precipiteranno. I vostri bambini sono in città. I vostri nonni. I vostri cugini. La ragazza che avete amato quando avevate dodici anni che ora ha sposato qualcun altro da cui ha avuto due splendidi gemelli.
Potreste salvarli, se solo riusciste a far parlare quel pilota americano.
Bombe da circa duecentocinquanta chili sono armi di distruzione di massa. Scuotono la terra. Anneriscono il cielo. Hanno già ucciso così tanti tra la vostra gente. I vostri dubbi potrebbero affligervi, ma una vostra decisione potrebbe salvare molte persone dai gravi traumi fisici che innumerevoli volte sono stati riportati, come "il collasso di un organo vitale e la menomazione delle funzioni vitali”. Salvare dalla morte. Avreste potuto seguire ogni suggerimento del “manuale del bravo torturatore”, avreste potuto consultarvi con gli esperti in materia… Avreste potuto essere all’altezza degli standard fissati da Jay S. Bybee [capo dell'ufficio di consulenza legale del Ministero di Giustizia Usa – designato poi alla Corte Federale d’Appello – autore di memorandum di 50 pagine sul tema della incostituzionalità della legge penale contro la tortura, NdT]. Che cosa sarebbe un semplice disagio contro uno che uccide impunemente da un’altezza di 1.500 metri? Avreste fatto quello che andava fatto.
Nell’agosto del 2002 il Dipartimento di Giustizia Usa inviò una documentazione alla Casa Bianca in cui si leggeva che se un membro del Governo avesse torturato un sospetto terrorista con l’obiettivo di “prevenire futuri attacchi terroristici… la necessità di autodifesa avrebbe fornito le relative giustificazioni e avrebbe eliminato ogni responsabilità criminale”. Congiuntamente alla Convenzione di Ginevra, gli Stati Uniti hanno firmato un ulteriore trattato contro la tortura e dispongono di una propria legislazione contro i crimini di guerra.
Tuttavia, secondo quanto sostenuto dal Pentagono, “al fine di rispettare l’intrinseco potere presidenziale di conduzione di una campagna militare, la proibizione della tortura viene ritenuta inapplicabile nel caso di interrogatori intrapresi conformemente all’autorità di Comandante in Capo del Presidente”.
Ora immaginate un luogo fantastico. Al di là del potere della politica e delle considerazioni su chi siano o meno le brave persone. C’è un giudice più in là. Quasi una figura divina nella sua saggezza e nella sua autorità. Tutti quei personaggi – immaginari e reali, torturatori e torturati – compaiono di fronte a lui in giudizio.
Proviamo di immaginare quello che direbbe.
Larry Beinhart è l’autore di ‘Wag the Dog’, ‘The Librarian’, e ‘Fog Facts: Searching for Truth in the Land of Spin’
Fonte: http://www.commondreams.org/views05/1117-34.htm
Tradotto da Luca Donigaglia per Nuovi Mondi Media