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Manager pubblici, salta il tetto allo stipendio

di redazionale - 18/02/2007

 

 

 

Il colpo di mannaia assestato dalla Finanziaria agli stipendi degli altissimi dirigenti dello Stato è scongiurato. Il Consiglio dei ministri dovrebbe infatti approvare oggi un disegno di legge che, di fatto, aggira il tetto dei 250 mila euro lordi annui agli stipendi dei manager esterni che assumono incarichi di qualsiasi tipo nell'amministrazione pubblica, negli enti e nelle società pubbliche non quotate.

La nuova norma servirà innanzitutto ad evitare la possibile uscita di quanti dal primo gennaio di quest'anno rischiavano, in virtù di quel comma della Finanziaria, di vedersi pesantemente decurtato lo stipendio. Non pochi, considerato che lo stipendio del direttore generale di un ministero importante, come ad esempio quello di Vittorio Grilli al ministero dell'Economia, è ben superiore al tetto dei 250 mila euro, rappresentato dallo stipendio del primo presidente di sezione della Corte di Cassazione, parametro della norma. La modifica prevista dal Ddl (non sarà un decreto per non urtare la sensibilità del Parlamento, che aveva voluto introdurre quella norma) serve, però, anche in prospettiva. Perché è altrettanto evidente la difficoltà di reperire sul mercato, con un simile tetto allo stipendio, manager cui affidare compiti spesso molto delicati. Il disegno di legge prevede che il limite si applichi non più solo ai dirigenti "esterni", ma anche a quelli nel ruolo della pubblica amministrazione. Prevedendo però, per entrambi, la possibilità di una deroga con la semplice comunicazione al governo e al Parlamento e la pubblicazione dei nominativi, dei relativi emolumenti e delle ragioni della deroga sul sito internet dell'amministrazione. Con lo stesso Ddl dovrebbero essere ampliati anche i vincoli posti dalla Finanziaria alla spesa del Tesoro per le consulenze relative alle privatizzazioni.

Corriere della sera 16-02-2007