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Plumbea mediocritas. Dove nasce l’eversione

di Anna K. Valerio - 19/02/2007

Fonte: redazioneedizionidiar

 

 

 

Sul ‘Corriere del Veneto’ di domenica spiccava un articolo d’opinione non superfluo. Una riflessione di Umberto Curi, professore di filosofia politica all’Università di Padova, sul motivo per cui Padova appunto si riveli sempre, da decenni, se non madre, nutrice di aspiranti eversori. Una cittadina così a modo, puntellata di chiese, chiesette, edicole, mani giunte, occhi supini, buone maniere. E poi: alzi il santino e vedi il ghigno lubrico di satana. Perché? (E, soprattutto, come dirlo senza offendere i patavini?)

Il professor Curi è stato oculatamente audace, ma alla fine lo ha detto. E’ proprio questo asfissiante perbenismo, questo opprimente stare sempre nel mezzo, questo scaltro astenersi con decisione dal provare un sentimento vivo e vero che sia uno, che la mette poi nei guai, Padova tutta sentimentalismi, Padova tutta esibizione, Padova bluff. Un bluff incarnato, prima, dal bianco primacomunione della DC - e chi lo buttava mai giù, qui a Padova, il partito del buon De Gasperi e del martire Moro? e chi poteva mai sperare in qualcosa, se non di alternativo, di modicamente diverso da questa manfrina da sagrato, da parrocchia? -, ora, dalla nuova DC, il centrodestra, moderato, ragionevole, oculato, che dialoga, che delimita, che si preoccupa che i borghesissimi risparmi degli elettori stiano al calduccio, in una banca senza crolli, che delimita, che limita, che definisce, che sfinisce. E modera, e modera, e modera: prima o dopo a qualcuno vengono le strane idee. Prima o dopo qualcuno si stufa sul serio. La galera delle idee e dei sentimenti toglie la paura dell’altra galera. E allora, per tornare a sentirsi vivi, a sentirsi il sangue che pulsa nelle vene, si sfida la vita e la morte. Si ha bisogno del tutto e subito, come chi riemerga da un’apnea.

E’ l’attrazione degli opposti, che fa sì che il troppo centro, la troppa norma, il troppo politicamente corretto, metta una disperata voglia dell’estremo. Ed è la giusta punizione per chi troppo vuole: troppo condizionare, troppo conformare, troppo tacitare. Sarà la giusta punizione di queste presuntuose democrazie. Nell’aurea mediocritas, prima o poi, Dioniso irrompe. E l’oro falso, scrostandosi, rivela il piombo.