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Vicenza e l'ignobile farsa dei media

di Angelo Alberi - 19/02/2007

 

Una volta toccato il fondo si dovrebbe risalire; ed invece, uniti in questa sinergica azione, cosa

fanno politici e quotidiani? Raschiano il fondo!

Dopo la spregevole campagna mediatica nei confronti dei comitati organizzatori della grande e

pacifica manifestazione di Vicenza contro la costruzione di una nuova base militare USA, stampa e

buona parte dello schieramento politico istituzionale hanno scatenato una violentissima ed

ingiuriosa tempesta contro la splendida e riuscitissima dimostrazione del 17 febbraio. Il pretesto?

Uno striscione di solidarietà con i presunti brigatisti arrestati nei giorni precedenti il corteo.

Tutto era filato liscio nella cittadina veneta, troppo liscio e da molti la cosa non è stata ben digerita.

Mi è bastato seguire la diretta effettuata dall’emittente televisiva LA7, che ho avuto l’accortezza di

registrare in quanto io ero impegnato alla manifestazione, per intuire quanto male avesse fatto, al

fondoschiena dei nostri politici, la prova d’orgoglio e di libertà che i cittadini avevano dato loro.

Svincolati da ogni logica di partito, dimentichi per un giorno dei dettati di segreteria, hanno

marciato insieme, uniti ed aventi come unico scopo quello di farsi ascoltare da una classe politica

servile, legata mani e piedi a governi guerrafondai, ma dai piedi d’argilla, fantocci manovrati dalle

potenti lobbies bancarie ( che i sig.ri Prodi e Schioppa conoscono molto bene ) petrolifere ed

armiere.

Paura, inquietudine; sensazioni che sicuramente, in questi giorni, stringono alla gola di molti leaders

politici italiani che vedono allargarsi pericolosamente la frattura che li divide dalla base elettorale.

Vedere i loro iscritti manifestare fianco a fianco con le forze “nemiche”, le loro bandiere mischiarsi

ai colori delle rispettive controparti politiche, deve aver causato loro non pochi pensieri. Chi gridava

“il Veneto ai veneti” ( M. Borghezio lega nord ) ha avuto un travaso di bile alla notizia, data in

diretta dalla giornalista televisiva, delle molte bandiere con l’effige del leone di s. Marco presenti

alla manifestazione.

A Vicenza si è avuta la prova che la gente vuole giustamente appropriarsi di uno spazio importante

nella gestione delle problematiche che la riguardano da vicino e reclama un ruolo rilevante nelle

decisioni di politica estera e interna che hanno implicazioni “morali ed etiche”. La nascita dei molti

comitati popolari sorti in questi ultimi anni e la riprova dell’iniquità comportamentale che i governi,

di ogni colore politico, hanno tenuto nei confronti del popolo e perseverare in questa dissennata

politica significherà arrivare ad uno scontro molto duro con le istituzioni. Della stampa non ne

voglio parlare per il semplice fatto che , oramai, il giornalista libero da pressioni e condizionamenti

è da considerarsi in via d’estinzione. Un altro modo di fare politica è possibile, un mondo diverso

dove soprusi ed iniquità sociale siano veramente contrastati è possibile. Questo pensiero è già nato

ed ora comincia a crescere nella coscienza di molte persone.

Troverà mai posto nella mente di chi governa, veramente,questo mondo?