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Il grande crollo del Dollaro nel 2007

di Mike Whitney - 19/02/2007


 
 
   

L'enorme bolla azionaria che si è elevata da tassi di interesse artificialmente bassi e dalla deliberata distruzione del dollaro mediante sconsiderati aumenti nella massa monetaria ha stornato miliardi di dollari dalla classe lavoratrice statunitense verso voraci aristocratici al vertice della catena alimentare economica. Il gap tra ricchi e poveri è cresciuto in tal modo che ora pone una diretta minaccia alla nostra sempre più fragile democrazia.

"Qualunque si rivelino essere gli sviluppi futuri, la mia miglior previsione è che gli Stati Uniti continueranno a mantenere una farsa di governo costituzionale e vadano avanti senza preoccuparsi finché la bancarotta finanziaria li sconvolgerà", Chalmers Johnson, "Empire V. Democracy: Why Nemesis is at our Door"

Ogni volta che un dollaro Usa viene commerciato, si emette un addebito su un conto che è scoperto per 8.6 milioni di milioni di dollari (è l'attuale dimensione del debito nazionale). Si tratta, senza dubbio, della più grande truffa della storia. Fragili fogli in verde sbiadito di azioni gratuite sono alacremente scambiati per costosi beni e servizi senza alcun riguardo per il reale valore della valuta.

Ed il reale valore della valuta è assolutamente nullo!

Come può essere che questo raggiro persista quando le persone sembrano essere consapevoli dell'enorme debito e dei deficit che si accollano sul dollaro? Credono ancora nella fiaba infantile sul "credito e la piena fede" degli Stati Uniti dietro ad ogni verdone? O sono tenuti buoni da appassiti vecchiacci, come Alan Greenspan e Hank Paulson, che ragliano con tono rassicurante sulla "forte politica del dollaro"?

Già, già, già.

A dire il vero, il dollaro giace sulle vacillanti fondamenta del consumismo e del petrolio. L'ingordo appetito del consumatore statunitense nei confronti della spesa ha tenuto il dollaro in volo per decenni. Gli economisti si stupiscono della cupidigia degli Stati Uniti per l'oggettistica elettronica, le ultime mode, e inutili gingilli. Chiamano la nostra dissoluta spesa "il motore per la crescita globale", e infatti lo è. Nessun altro paese al mondo è anche solo vicino ad essere dipendente dalla frenesia commerciale quanto il consumatore Usa. Finché può elemosinare, prendere in prestito o rubare un posto nel centro commerciale, l'orgia per la spesa è destinata a continuare (la spesa dei consumatori è il 70 % del PIL).

Biasimevolmente, ci sono segni che il consumatore Usa stia iniziando a cedere al peso del super debito personale. La Associated Press ha riportato proprio questa settimana che "la gente sta risparmiando al tasso più basso dalla Grande Depressione... e il Dipartimento del Commercio ha dichiarato che il tasso di risparmi personali della nazione per il 2006 è stato negativo dell'1 %, la peggior proiezione in 73 anni".

In aggiunta, il debito delle carte di credito è salito alle stelle, il che indica che i locatari non sono più in grado di dirottare soldi facili dalle loro partecipazioni immobiliari. Il precipitante mercato immobiliare ha rallentato il rifinanziamento fino agli sgoccioli, tagliando gli addizionali 835 miliardi di dollari in contanti che erano stati estratti dalle partecipazioni immobiliari appena lo scorso anno.

Chiaramente, il benessere si sta esaurendo; la bolla immobiliare sta planando verso l'abisso e non c'è nulla che il Mastro della Federale Reserve Bernanke possa fare per salvarla dall'inevitabile schianto.

Le banche centrali nel mondo stanno ora cercando qualche segno che il consumatore statunitense stia per abbandonare questo spettro. Non appena succederà, ovunque i dirigenti bancari si metteranno in azione, sbarazzandosi dei loro dollari Usa, diretti alle uscite. Quando il "motore globale" scoppietta in procinto di fermarsi, sarà la fine del dollaro.



[Federal Reserve]

Il racket dell'estorsione di petrolio

Il legame tra il dollaro e l'oro nero ha contribuito a tenerlo a galla ma, in realtà, è solo un'altra gigantesca fregatura. Oltre il 70 % del petrolio mondiale è espresso in dollari Usa; un monopolio virtuale per gli Stati Uniti. Fino alla scorso anno, persino la Russia stava usando i dollari nella sue transazioni con la Germania. Riuscite ad immaginarvi, per paragone, che gli Stati Uniti ordinino del petrolio dal Canada in rubli?!?

E' pazzia; ma è questo il sistema che gli Stati Uniti sperano di preservare per poter mantenere il loro status unico come "valuta di riserva" e continuare ad espandere il loro debito all'infinito. Ciò spiega perché la Federale Reserve sia stata in grado di aumentare la massa monetaria di un enorme 15 % per gli ultimi 6 anni! Milioni di milioni di dollari stanno ora circolando nel commercio di petrolio mantenendo il valore del dollaro alto e creando così una domanda artificiale.

L'altra ragione per cui il dollaro non ha dovuto soccombere all'iper-inflazione è che l'attuale deficit commerciale sta correndo a circa 800 miliardi di dollari per anno. I giganti asiatici (Cina e Giappone) e i paesi esportatori di petrolio stanno prosciugando oltre 700 miliardi di dollari all'anno del nostro passivo!

Il legame tra il dollaro e il petrolio costringe le banche centrali a mantenere enormi riserve di dollari Usa per pagare assiduamente il prezzo in ascesa del petrolio, che mantiene le loro industrie e i macchinari in azione. Altrimenti avrebbero già buttato il flaccido dollaro anni fa, passando al ben più fisso euro.

Il cosiddetto 'sistema economico globale' non ha nulla a che vedere con la competizione, i liberi mercati o l'iniziativa privata; quello è solo il pomposo linguaggio delle pubbliche relazioni. In pratica, è il più grande racket di estorsione al mondo, laddove il "Padrino" -- lo Zio Sam -- punta una pistola alla testa dei suoi obbiettivi e li costringe ad usare la nostra carta a corso forzoso per ordinare il petrolio che lubrifica le loro economie.

Perché qualcuno dovrebbe accettare un assegno personale da una nazione che deve alla banca oltre 8.6 milioni di milioni di dollari?

Perché?

E' un ricatto, puro e semplice; eppure, i Cinesi, i Giapponesi etc continuano a pagare sapendo bene che non abbiamo né l'intenzione né le risorse per ripagarli.

E' follia.

Ogni tanto, una nazione ribelle cercherà di rompere i ceppi della tirannia del dollaro e di operare fuori dal sistema gestito dagli Stati Uniti.

Per esempio, Saddam Hussein si convertì agli euro 6 mesi prima di essere bombardato a tappeto in Shock and Awe. La sua disobbedienza ha solo accelerato la sua caduta finale.

Ora l'Iran ed il Venezuela minacciano di passare all'euro. E' di qualche sorpresa che siano entrambi nella lista dell'asse del male di Bush?

La Russia ha già effettuato la conversione in euro e rubli (e ha considerevolmente ridotto le sue riserve di dollari Usa) ma, ovviamente, il cambio di regime è più difficile quando uno stato possiede armi nucleari. Invece, i media mainstream stanno conducendo un'impressionate campagna "Swift Boat" [1] contro Putin, diffamandolo come "autocrate russo" che sta "facendo retrocedere la democrazia". Allo stesso tempo, l'amministrazione Bush sta minacciando di impiegare sistemi missilistici nell'Europa Orientale e di far aumentare la pressione nelle ex repubbliche sovietiche.

Bush preferirebbe ricominciare la Guerra Fredda piuttosto che abbandonare la supremazia del dollaro.

Ma perché? La centralità del dollaro è davvero così cruciale per la nostra economia?

Il dollaro è il traballante filo che tiene l'economia globale nella mani di decrepiti avari alla Federal Reserve. E' la pietra angolare di tutto uno sventurato sistema economico, che ora contempla la tortura, le extraordinary rendition (2) e una miriade di altri crimini di guerra.

I giovani musulmani che vengono rapiti nelle strade dell'Europa e dell'Asia per essere portati nei Black Site (3) della CIA, dove vengono simulati annegamenti e piramidi umane, sono torturati per difendere uno spiegazzato pezzo di carta verde che portiamo nelle tasche dei pantaloni.

Pensate che stia scherzando?

Date un'occhiata al budget di Bush per il 2007-2008: 700 miliardi di dollari per le guerre straniere?!? Non c'è modo in cui gli Stati Uniti possano ripagare quel debito in modo normale, cioè aumentando le esportazioni. Infatti, Bush ha già detto che pensa di preservare i suoi tagli fiscali – privi di fondi – che producano o meno deficit mostruosi.

Quel che Bush pensa di fare è costringere le banche centrali estere a mantenere un maggior attivo basato sul dollaro, scaricando così il nostro gigantesco debito ai nostri partner commerciali. Secondo Bob Chapman dell'International Forecaster, "il debito Usa è al 10.1% con 4.085 milioni di milioni di dollari e corrisponde al 58.8% DI TUTTO IL CREDITO EMESSO A LIVELLO GLOBALE LO SCORSO ANNO. Gli Stati Uniti stanno producendo un debito maggiore del resto del mondo messo assieme.

Finché i leader stranieri vorranno prendersi la nostra carta, Bush continuerà ad espandere il nostro debito. Come ha fatto notare Chalmers Johnson, "Siamo dipendenti dalla 'gentilezza degli stranieri' " (The Blanche Dubois economy).

Ovviamente, se le banche centrali si stancano di questo modello a piramide e abbandonano il dollaro, il mondo può continuare con il business di occuparsi del riscaldamento globale, la povertà, l'AIDS, il picco del petrolio, la proliferazione nucleare etc. Ma non succerà finché il dollaro regna supremo e un piccolo gruppo di malviventi non eletti alla Fed continuerà a far affondare il sistema.

La giustizia economica ed un'equa distribuzione della richezza con una maggiore parità tra le valute. Questo richiede un "cambio di regime" per il dollaro e un allentamento della sua tirannica presa sul sistema economico.

In Cammino come Sonnambuli nella Repubblica di Weimar Statunitense

La buona notizia è che in ogni caso l'amministrazione Bush sta spingendo il dollaro verso l'estinzione. Sarà sufficiente qualche altro anno caratterizzato da deficit commerciali da 800 miliardi di dollari, da tagli alle tasse per i mega ricchi profusi con generosità e senza copertura, il tutto unito ad un budget del Pentagono da più di 700 miliardi di dollari, e il vecchio verdone farà la fine del Dodo [uccello di grosse dimensioni delle Isole Mauritius estintosi alla fine del XVII secolo – N.d.T.]. Jim Willie di GoldenJackass.com ha sintetizzato l'intera questione nella seguente maniera:

"Nella storia delle banche centrali non è mai acccaduto prima che il coordinamento segreto, le pressioni influenti, la gigantesca creazione di denaro, le statistiche addomesticate e la interferenza dei mercati finanziari, siano state capaci di raggiungere simili proporzioni, dando così vita a fenomeni tanto cupi e tanto profondi. La mia imputazione è chiara: questa è un'epoca che ci riporta indietro alla Repubblica di Weimar, e di questo siamo stati messi in guardia dagli ultimi due anni che meritano di essere descritti solo con degli scarabocchi. Le banche centrali hanno collettivamente abusato del privilegio di stampare denaro, e nel farlo, hanno garantito la continuità di un gold bull market - mercato rialzista che fa affari d'oro [2]...Il più pesantemente la contraffatta pressa è impegnata ad erogare dollari elettronici, utilizzandoli nelle più svariate operazioni, nelle attività di credito, nelle spese dei consumatori, nelle avventure militari, nelle vecchie ma sempre valide frodi, è tanto più il toro d'oro si avvantaggia della somministrazione di nuove dosi di ossigeno e di sangue".

Willie ha ragione: il sistema è marcio fino al midollo. Una volta che il dollaro sarà colato a picco, le altre valute correranno a riempire il vuoto lasciato e questo genererà una competizione più ampia fra i giganti dell'energia e dell'industria manifatturiera. Emergerà un nuovo paradigma che distribuirà il potere fra gli stati in maniera più equa. È una maniera per resuscitare un sistema che è al momento tenuto assieme attraverso il ricorso alla forza delle armi.

Ma oltre a questo, per quanto ancora la Cina e il Giappone continueranno a favoreggiare l'avventurismo guerrafondaio di Washington? Sono convinto che i pugnali sono già stati affilati a Beijing, Caracas, Delhi e a Mosca. Tutti loro stanno solo aspettando che Bush varchi quella linea invisibile nella sabbia che gli consentirà di gettare al vento le proprie banconote statunitensi e quindi di attendere la caduta di Golia.

Quella "linea invisibile nella sabbia" è l'Iran.

Il mondo si trova ad un crocevia e tutti coloro che possono far appannare uno specchio lo sanno bene. Il modello della super potenza che è dominante a livello globale è fallito miseramente. Abbiamo bisogno di un amministratore più responsabile del pianeta e delle sue risorse.

Come possiamo pretendere di costruire le nostre economie quando a controllare il rubinetto di riserve petrolifere, che vanno rapidamente diminuendo, è un ristretto gruppo di plutocrati occidentali? Come possiamo attaccare il cambiamento climatico quando quegli stessi ciechi depravati si servono di pseudo scienziati per criticare il riscaldamento globale? Come possiamo affrontare il problema della proliferazione nucleare quando i militaristi neo conservatori credono che il ricorso a testate nucleari a bassa intensità e a bombe bunker buster sia del tutto lecito?

Questo modello è frantumato in maniera irrimediabile. Le nostre condizioni sarebbero molto migliori di queste se ci si decidesse a serrare la Casa Bianca e la Federal Reserve e a ricominciare dalla Fase Uno.

Il mondo ha bisogno di staccare la spina dagli sprechi di spesa di Washington e da guerre che vengono scatenate senza alcuna provocazione. Allo stesso tempo e in maniera crescente, i creditori internazionali sono riluttanti a voler continuare il finanziamento dello stravagante consumismo statunitense. E nessuno si è fatto ingannare dalla vergognosa frode della "guerra al terrore" di Bush; un conflitto che è stato chiaramente architettato al solo scopo di assumere pieno controllo sulle rimanenti risorse del pianeta.

Il mondo si va riallineando secondo interessi mutuali e verso una visione condivisa del futuro. L'emergere di alleanze energetiche in America Latina e nel continente Asiatico [particolarmente la Shanghai Cooperation Organization – SCO che adesso controlla la maggior parte dei nuovi depositi e della produzione petrolifera] segnala il declino dell'influenza occidentale e l'ascendenza di un nuovo paradigma energetico. Il potere si va progressivamente allontanando da Washington.

Queste sono senza alcun dubbio cattive notizie per il verdone che dipende dal suo legame con il petrolio per il sostentamento del suo enorme debito.

Adesso il dollaro si ritrova a fronteggiare delle sfide che provengono da tutte le direzioni. Le elite occidentali hanno brutalizzato la base economica del paese svuotando la nostra base manifatturiera e questo allo scopo di distruggere il movimento del lavoro Americano.

Il libero commercio ha trasformato gli USA nella più grande nazione creditrice della storia. Il paese non esporta più niente fatta eccezione per le bombe e la miseria.

Inoltre, come fa notare il Rappresentante al Congresso Ron Paul, "La maggior parte delle persone informate ritiene che l'inflazione sulla riserva monetaria non solo continuerà, ma che è anche destinata ad accellerare. Questa anticipazione, unita al fatto che nel corso degli ultimi 15 anni è stata creata una massa di dollari nuovi di zecca che non sono stati pienamente scontati, assicura un ulteriore svalutazione del dollaro".

È probabile che alla fine i mercati reagiranno, i creditori internazionali la smetteranno di comperare i nostri Buoni del Tesoro, e il dollaro cadrà nel precipizio.

Le leggi di gravità sono valide sia nel campo dell'economia che in quello della scienza.

Segnali d'allarme continuano ad essere lanciati da tutte le parti. Lo scorso Dicembre la banca centrale Cinese ha lanciato un avvertimento sui rischi che derivano dal progressivo indebolimento del dollaro:

"Se si interrompe il flusso di capitale internazionale negli USA, potrebbe verificarsi una caduta significativa del dollaro con il conseguente restringimento dei consumi e degli investimenti, la crescita dei tassi di interesse, mentre i capitali finanziari saranno sottoposti a ondate di turbolenza, danneggiando così la stabilità finanziaria ed economica globale. Potrebbero verificarsi degli aggiustamenti su come vengono investiti il capitale privato Europeo, le riserve Asiatiche destinate agli scambi internazionali e i profitti che derivano dalle esportazioni petrolifere".

Sì naturalmente, la prospettiva è quella di un completo collasso economico con il capitale che abbandona gli Stati Uniti per volarsene verso paesi stranieri e con l'economia Americana che crolla riducendosi in un mucchio di macerie.

La dichiarazione della banca centrale Cinese continua dicendo:

"Se l'attuale resoconto sul deficit Statunitense continua a crescere più velocemente del PIL, allora il valore d'investimento degli assetti Statunitensi potrebbe essere messo in dubbio e quindi sfidato mentre la disponibilità degli investitori a continuare a tenere nonchè comperare prodotti finanziari Statunitensi potrebbe indebolirsi. Questo potrebbe causare dei cambiamenti nel flusso del capitale, nei tassi di cambio delle più importanti valute, e nel valore degli assetti degli scambi internazionali".

La banca Cinese sta fornendo al team Bush un capitolo prelevato dall'Econ. 101: "Se continuate a spendere più di quello che incassate, il mercato azionario cadrà, il dollaro precipiterà, e l'economia statunitense affonderà".

Che cosa potrebbe essere detto più chiaramente di così?

L'amministrazione tuttavia preferisce ignorare le leggi di base che regolano l'economia e persegue un piano cervellotico che prevede lo scatenamento di guerre d'aggressione in tutto il pianeta e il saccheggio delle riserve petrolifere mondiali.

Sinora, i risultati non sono stati certo molto incoraggianti.

Il declino della Sovranità Statunitense: date la colpa ai Federali!

Gli Stati Uniti si sono incamminati sulla strada della perdizione quando hanno trasferito il potere di creare denaro alla Federal Reserve, che è di proprietà privata. La strada è stata tutta in salita sin da allora.

L'uomo che può fissare i tassi di interesse e creare denaro è più potente dell'uomo che può far muovere gli eserciti e modificare le leggi. Attribuendo questa autorità alla Federal Reserve ci siamo assicurati che le politiche che governano la nostra economia vengono decise da membri non eletti che provengono dai ranghi dell'elite che governa e le cui scelte naturalmente riflettono gli interessi della loro classe di appartenenza.

La frattura nel livello di benessere che si è aperta come un baratro fra il ricco e il povero in America ha avuto origine nelle politiche di classe dei Federali. Le massicce bolle di equità che sono scaturite da tassi di interesse artificialmente bassi e la deliberata distruzione del dollaro attraverso il ricorso ad aumenti spericolati nella riserva monetaria hanno stornato milioni di milioni di dollari dalla classe lavoratrice statunitense alla vorace aristocrazia che si trova al vertice della catena alimentare economica. L'abisso che divide i ricchi dai poveri è cresciuto in tale misura che adesso pone una diretta minaccia alla nostra sempre più fragile democrazia. Questa è la ragione per cui Thomas Jefferson ha detto:





[Ritratto e statua di Thomas Jefferson]

"Se il popolo Americano permetterà che siano banche private a controllare la emissione della nostra moneta, prima con l'inflazione, poi con la deflazione, le banche e le multinazionali che sorgeranno toglieranno al popolo tutte le loro proprietà fino al punto che i loro bambini si sveglieranno senza casa sul continente che è stato conquistato dai loro padri. La emissione del potere dovrebbe essere tolto dalle mani delle banche e restituito al popolo, al quale appartiene legittimamente".

Un popolo libero non è in grado di controllare il proprio destino a meno che non eserciti pieno controllo sulla propria moneta: la Federal Reserve deve essere abolita!

Note:

[1] Una "swift boat" (lancia veloce) è un tipo di imbarcazione che i Marine Usa hanno adoperato in diversi scenari bellici, tra cui il Vietnam. Durante l'ultima campagna presidenziale statunitense, l'associazione Swift Boat Veterans for Truth ha messo in dubbio il passato militare dello sfidante John Kerry, il quale sarebbe stato addetto proprio ad una swift boat.

[2] I termini bull market o mercato rialzista e bear market o mercato ribassista indicano situazioni in cui il mercato azionario segue un determinato andamento per un certo periodo. Bull e bear, il toro e l'orso, sono da sempre i simboli del buon andamento (il toro=bull) o del cattivo andamento (the bear=l'orso) dei titoli azionari – Fonte: Wikipedia



Traduzione per www.comedonchisciotte.org & www.radioforpeace.info a cura di MELEKTRO & CARLO MARTINI