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Thailandia, separatisti all'attacco

di Enrico Piovesana - 20/02/2007

Trenta bombe in una notte sconvolgono e insanguinano le province musulmane del sud
Le province musulmane della Thailandia del sud, al confine con la Malesia, sono sprofondate nel caos e nel terrore dopo un’ondata di attacchi e attentati simultanei dei separatisi islamici che, da ieri sera, hanno provocato finora almeno nove morti e una sessantina di feriti, molti dei quali in gravissime condizioni.
 
Una vittima degli attentatiGli obiettivi degli attacchi. Intorno alle sette di ieri sera, in coincidenza con i festeggiamenti del capodanno lunare cinese, i militanti islamici si sono scatenati nelle tre province di Pattani, Yala e Narathiwat, con una trentina di attentati coordinati contro centrali elettriche, benzinai, bar, alberghi, centraline telefoniche, centri commerciali, golf club, scuole e perfino, inspiegabilmente, una moschea. Gli attacchi, accompagnati da esecuzioni mirate di civili e militari, si sono concentrarti nelle aree urbane dei capoluoghi delle tre province e sono proseguiti per tutta la notte e ancora questa mattina.
Nella città di Pattani, piombata nel buio dopo l’attacco contro la locale centrale elettrica, sono stati viste camionette cariche di giovani armati e a volto coperto, probabilmente coinvolti negli attacchi.
Il governo ha invitato la popolazione a non uscire di casa. Mentre il premier thailandese, Surayud Chulanont – che proprio nei giorni scorsi aveva chiesto l’aiuto del governo malese per combattere il separatismo islamico – ha riunito a Bangkok il consiglio di sicurezza nazionale per decidere come affrontare la situazione.
 
MappaDuemila morti in tre anni. L’indipendentismo islamico nelle province musulmane del sud, abitate da popolazione di origine malese, è un fenomeno che risale al 1786, quando il regno buddista di Siam, l’antico nome della Thailandia, conquistò queste regioni, ponendo fine a secoli di indipendenza del Sultanato Islamico di Pattani, che comprendeva le attuali province Pattani, Yala e Narathiwat.
L’insurrezione armata separatista è però un fenomeno relativamente recente, montato negli ultimi decenni ed esploso nel gennaio 2004, quando i militanti musulmani si sono armati di 300 fucili, assaltando un locale deposito dell’esercito. Da allora è iniziato uno stillicidio di omicidi e attacchi, diretti contro le forze di sicurezza governative ma anche contro i civili, sia musulmani che buddisti, che ha causato circa duemila morti. L’intensità degli attacchi è gradualmente aumentata dopo il colpo di Stato militare dello scorso 19 settembre. Ma gli attentati della notte scorsa segnano un salto di qualità del conflitto che nessuno si aspettava.