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Comuni rinnovabili

di Marco Boschini - 20/02/2007

comuni rinnovabili

Dal rapporto di Legambiente sui Comuni Rinnovabili 2007.

Sono 1.262 I Comuni delle fonti rinnovabili in Italia. La seconda edizione del Rapporto di Legambiente fotografa una realtà in crescita sia in termini di numeri che di buone pratiche locali. Ne viene fuori una mappatura della distribuzione dei diversi tipi di impianti nel territorio italiano, costruita incrociando i dati del questionario inviato agli oltre 8mila Comuni italiani con i dati del GSE, di indagini e studi.

Alla base della ricerca c’è l’obiettivo di capire il processo di diffusione che stanno avendo nel territorio italiano le “nuove” rinnovabili, ossia il solare fotovoltaico e termico, l’eolico, i piccoli impianti idroelettrici, la geotermia, le “vere” biomasse. Perché sono qui le potenzialità e le opportunità per far crescere dall’attuale 19% al 25% al 2011 la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili come previsto dalla Direttiva Europa e dallo stesso programma del Governo. Sono infatti del tutto evidenti i limiti di sviluppo – se non in termini di rewamping – del grande idroelettrico nel nostro Paese e i divieti europei a considerare i rifiuti non biodegradabili come biomasse. Realizzare quell’obiettivo avrebbe un effetto straordinario non solo in termini di riduzione dei consumi e delle importazioni di fonti fossili, ma anche in termini di innovazione e creazione di posti di lavoro, permetterebbe finalmente un inversione di tendenza rispetto all’andamento delle emissioni di CO2 – principali responsabili dei cambiamenti climatici del Piantea – che a differenza di quanto stabilito con il Protocollo di Kyoto sono aumentate in Italia dal 1990 ad oggi del 13% invece di ridursi del 6,5%.

Una fotografia dal territorio della diffusione delle fonti rinnovabili risulta essenziale proprio perché sono diverse le opportunità di diffusione nel territorio e nelle città delle diverse fonti. Capire i processi in corso nei Comuni, approfondire le “vocazioni” dei diversi paesaggi, le potenzialità rispetto alle diverse fonti rinnovabili è indispensabile per costruire politiche capaci di sviluppare appieno nel territorio questo tipo di impianti. Solare, eolico, biomasse, idroelettrico, geotermia sono infatti risorse importanti del territorio italiano ma distribuite in maniera differenziata nelle diverse Regioni.

Le “nuove” rinnovabili rappresentano la migliore opportunità per una generazione energetica distribuita che permetta di rispondere ai fabbisogni dei cittadini attraverso le fonti rinnovabili con l’obiettivo di una progressiva autonomia energetica e di liberarsi dalle fonti fossili, dentro un sistema energetico efficiente e moderno capace di scambiare energia in rete.

Per compiere il necessario salto di qualità nella diffusione e recuperare la distanza da Paesi come Spagna e Germania occorre ragionare in modo nuovo, abbandonando i canoni delle vecchie fonti fossili che portano a guardare ai territori in termini di piattaforme che semplicemente ospitano gli impianti. La prospettiva più lungimirante non è infatti quella esclusivamente “quantitativa”, ma invece una che porta a pensare in termini di integrazione delle politiche energetiche e territoriali, di innovazione industriale. La direzione è infatti quella di avvicinare e offrire risposta alle specifiche domande di energia, e quindi di diffusione di impianti solari fotovoltaici su tutti i tetti degli edifici, di impianti eolici, a biomasse, idroelettrici integrati nei territori, e insieme di aumentare considerevolmente l’efficienza energetica, di ridurre drasticamente il fabbisogno per il riscaldamento domestico attraverso una ristrutturazione bioclimatica diffusa, di soddisfare i fabbisogni termici domestici in larga parte con pannelli solari termici e di teleriscaldamento. Il territorio ha oggi in mano una leva fondamentale per promuovere e realizzare politiche energetiche sostenibili, che progressivamente portino a liberare città e regioni dalla dipendenza delle fonti fossili.

Nei 1.262 Comuni delle rinnovabili in Italia abbiamo situazioni molto diverse, di realtà virtuose che monitorano l’evoluzione, promuovono interventi e hanno in mente una chiara direzione energetica, a Comuni che semplicemente sono in classifica perché hanno la fortuna di avere qualche cittadino o azienda che ha scelto quell’area per investire nell’eolico o nel solare fotovoltaico. L’Italia si distingue nel panorama europeo per il protagonismo dei “piccoli comuni”, sono infatti in realtà al di sotto dei 5.000 abitanti i migliori risultati e le esperienze più innovative. Di realtà che hanno capito che questo tipo di investimenti non solo è conveniente da un punto di vista energetico e ambientale, ma anche a livello economico e occupazionale e può innescare una prospettiva di qualità nel territorio. Grazie alle rinnovabili si sono creati nuovi posti di lavoro, portati servizi e creato nuove prospettive di ricerca oltre, naturalmente, ad un maggiore benessere e qualità della vita. Non ultimo grazie a questi interventi si sono ridotti consumi energetici e bollette dei cittadini, offrendo anche una risposta concreta alle molteplici crisi di gas che hanno interessato il nostro paese negli ultimi anni. Le grandi città italiane sono invece indietro nello sviluppo delle fonti energetiche pulite, mentre in tutta Europa le rinnovabili sono il motore di una strategia energetica comunale che punta a ridurre inquinamento e emissioni di CO2.

Il premio Comuni rinnovabili a partire da quest’anno sarà intitolato a Maurizio Caranza, il Vicesindaco del Comune di Varese Ligure recentemente scomparso, che grazie a una straordinaria curiosità, passione e anche caparbietà ha svolto un ruolo fondamentale in questi anni per tutti coloro che guardavano con ottimismo alle fonti rinnovabili, da autentico pioniere. Quando oggi l’esperienza di Varese Ligure si legge su tante riviste ed è una Best practice europea quale ‘’migliore comunità rurale dell’Ue, per aver attuato il progetto più completo ed originale di sviluppo sostenibile” non bisogna mai dimenticare da dove si partiva solo 15 anni fa quando da Sindaco si trovò di fronte al dramma di un declino che era realtà tanto sul piano anagrafico che su quello economico. La sua intuizione di spingere sulla qualità ambientale era vista allora come una scommessa che difficilmente avrebbe pagato. E invece in pochi anni grazie agli impianti eolici e fotovoltaici il Comune ha un surplus energetico e economico, Varese Ligure è stato il primo Comune in Italia certificato Emas, premiato dall’Unione Europea nell’ambito dei Programmi “Energia Intelligente” della CE e ha l’invidiabile primato del 95% di agricoltura biologica nel territorio comunale.

Per scaricare il rapporto:
www.comunivirtuosi.org
(nella sezione progetti realizzati)