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Lezione d’amore da un delfino

di Giulio Ferrari - 20/02/2007

Senza la sua istruttrice, assassinata, il mammifero si lascia morire

Mary G ha perso 50 chili in un paio di settimane e ora si teme per la sua vita. Appare prostrata e, se mangia, vomita. Il male che la consuma giorno dopo giorno, diagnosticato come un disturbo di origine nervosa, ha fatto la sua iniziale comparsa all’indomani della perdita di quanto di più caro avesse al mondo. Un caso di grave prostrazione psicologica “da manuale”, una piccola storia disperata come ne accadono tante se non fosse per il protagonista inconsueto, anzi speciale: Mary G, infatti, è un giovane delfino femmina, attrazione del parco... ...Oltremare di Riccione, che sta spegnendosi in una straziante agonia perché la scomparsa della sua amatissima istruttrice le ha trafitto il cuore. Tamara Monti, la donna che viveva il suo “rapporto di lavoro” con il mammifero, in realtà una tenera simbiosi pazientemente costruita con inesauribili premure e tanta sensibilità, è morta il 3 febbraio.
Trentasettenne, originaria di Cantù, bionda e solare, col suo ingresso nello staff del delphinarium di Riccione aveva coronato il sogno di una vita. Un incantesimo brutalmente infranto dal coltello di un vicino giunto a odiarla follemente per il fastidio che i due cani della donna, a suo dire, gli arrecavano. Quello sciagurato l’ha attesa nell’atrio di casa e l’ha furiosamente colpita con una ventina di coltellate, le prime alla schiena da perfetto vigliacco, che non le hanno risparmiato neppure il viso.
Tamara Monti era forse consapevole di tanta acredine nei suoi confronti, sta di fatto che aveva deciso di cambiare casa: il trasloco che avrebbe potuto salvarla, però, era in calendario per il giorno successivo a quello in cui è stata assassinata. Poteva lasciare l’appartamento la povera canturina, ma non avrebbe mai abbandonato il parco Oltremare. Anche perché, nella struttura acquatica di Riccione, due cuori battevano per lei: c’era Robert, il capo istruttore che condivideva la grande passione di Tamara per i delfini e a poco avrebbero dovuto sposarsi; e poi c’era lei, la “piccola” Mary G. Un anno e mezzo fa, il cucciolo di grampo (un delfinide dal musetto più arrotondato, quasi sorridente) e la madre furono individuati in difficoltà nel porto di Ancona. L’animale adulto morì incagliato, mentre il piccolo venne ricoverato in condizioni disperate al delphinarium di Riccione. Tamara Monti prese a cuore le sorti del delfino, non è esagerato dire che, in qualche modo, ne divenne “madre” premurosa e dolce. Il mammifero superò la crisi, ricambiando all’affetto con l’affetto e gratificando la sua “mamma adottiva” di quelle manifestazioni di sollecita intelligenza per cui vanno giustamente famosi i delfini.
Idillio bruscamente interrotto il 3 febbraio: Mari G, divenuta un superbo esemplare da 210 chili, dopo un paio di settimane è scesa a 160. Non mangia e vomita sempre da quando non vede l’istruttrice; il suo sistema immunitario è crollato, aprendo la porta dell’organismo a pericolose infezioni. Un malessere di tipo nervoso, sentenziano alcuni referti. Un male del “cuore” (visto che un’anima non si può attribuire ai non-umani), dice il buonsenso.
Storia triste, utile però a confutare il luogo comune sul presunto opportunismo degli animali “intelligenti” che, secondo una cinica vulgata, darebbero prova di affetto e capacità solo in previsione del bocconcino-premio, nell’aspettativa del meschino do ut des. Calcolo, a quanto pare, troppo umano per un delfino.