Gianbur(l)asca. La derubricazione a questione urbanistica della sudditanza della sovranità nazionale
di A. Berlendis - 21/02/2007
La derubricazione a ‘questione urbanistica’ del problema dei rapporti con gli USA per cui l’oggetto del contendere diventa dove ubicare la base militare americana (tramite referendum locale), richiede analoga immaginazione per tentare di spiegare il comportamento della cosiddetta ‘sinistra radicale’.
Nell’accingerci a farlo occorre tener presente che la suddetta ‘sinistra radicale’ ha contribuito a (ri)scrivere le pagine di un noto libro di fantasia (in questo caso, ipocrita) e umorismo (in questo caso, nero) per ragazzi .
Il libro in questione è ‘Il giornalino di Gian Burrasca’ (pubblicato a puntate tra il 1907 e il 1908), in cui l’aspirante deputato socialista, l’avvocato Maralli viene descritto dal giornale di parte politica avversa (che si chiamava l’ “Unione) come esempio di doppiezza : sia perché era colui “che vorrebbe ora apparire un eroe del disinteresse e un martire dell'altruismo” , ma era in realtà profondamente frustrato ed arrabbiato per essere stato diseredato dal ricco zio, sia perché si era sposato di nascosto in chiesa con rito religioso (niente Pascs quindi…) prima di ripetere la cerimonia ufficiale in Comune ("L'avvocato Maralli libero pensatore in città e bigotto in campagna", titolava l’Unione)…
La doppiezza non è una caratteristica morale ma strutturale per forze politiche a cui i dominanti hanno riconosciuto l’ affidabilità (dal loro punto di vista) , attraverso il compito di gestire , controllare ed indirizzare verso obiettivi scarsamente incisivi,la possibile azione collettiva di strati sociali che a queste forze fanno riferimento (Vicenza è stata l’ennesima triste dimostrazione ): queste forze politiche svolgono quindi un ‘lavoro’ socialmente utile … per i dominanti (ed in subordine anche per i propri vertici organizzativi).
E’ forse un po’ triste che il commento più appropriato sia venuto da Stefano Zecchi su ‘Il giornale’ di domenica 18 febbraio 2007 secondo il quale "...questi ragazzi gratificano sè stessi nel semplice movimento che li esalta, che li illude di essere importanti. E il modesto politico professionista di sinistra si aggrega a loro, mentre quello cinico e scaltro li usa."
Questa definizione del ceto politico ‘massimalistico’ è in perfetta sintonia rispetto a come ne ‘Il giornalino di Gian Burrasca’ ,un secolo prima, si descriveva l’avvocato socialista Maralli quale “opportunista della peggiore specie, non spinto da altre molle in ogni sua attitudine nell'agone politico che da quelle di un volgare interesse e di una smodata ambizione”.
Quando sosterranno il ri-finanziamento delle missioni militari, in primo luogo quella in Afghanistan, (in modo diretto votando a favore oppure in modo indiretto,cioè trovando una qualche scappatoia : “Consci del fatto che difficilmente i dissidenti potranno cambiare idea, l’ultimo punto di mediazione è quasi una richiesta d’aiuto ai ribelli: se non potete dare il vostro assenso in Aula al decreto, almeno non partecipate alla votazione.” www.corriere.it 19-02-2007 ) : dimostreranno che la mobilitazione vicentina è stata una burla.
Da qui il titolo del nuovo romanzo : Gianbur(L)asca…
PS.
Per gentile concessione degli intrepidi autori del nuovo libro possiamo pubblicare l’anteprima del quesito ,rigorosamente amministrativo, che sarà sottoposto ai soli elettori vicentini, non avendo nessun interesse (nazionale) per gli altri cittadini italiani :
“Volete che le prossime azioni militari intraprese dalle truppe americane per ‘esportare la democrazia’ partano dalla nuova base situata nel centro storico cittadino, pur potendo ciò interferire con il traffico e le normali attività quotidiane oppure preferite non essere disturbati collocando la nuova base, con adeguata mimetizzazione da grande parco giochi, nella verde campagna circostante, nell’ovvio rispetto dei vincoli paesaggistici ed idrogeologici?