Cdm? Sviluppo a buon mercato
di Karima Isd - 20/11/2005
Fonte: ilmanifesto.it
Dunque il Cdm è piuttosto un «cheap development mechanism» (meccanismo di sviluppo a buon mercato) e anche un corrupt development mechanism: corrotto perché le compagnie coinvolte nei progetti ottengono enormi benefici finanziari senza necessariamente rispettare l'impegno alla sostenibilità. Rapporti preparati da compagnie di certificazione di fama internazionale come Pricewaterhouse Coopers e Ernst & Young, relativi a progetti da milioni di dollari, sono talvolta chiaramente fraudolenti. Il Centre for Science and Environment analizza il caso indiano. Ad esempio, la Gfl (Gujarat Fluorochemicals Limited) di Godhra nello stato del Gujarat e la Srf Fluorochemical di Alwar in Rajasthan hanno venduto la propria riduzione di emissioni a governi e compagnie stranieri, per una cifra non resa pubblica (segreto di pulcinella, comunque: il prezzo più basso è di 5 dollari per unità certificata di riduzione di Co2, e la Gfl vende 3 milioni di unità certificate all'anno; il totale sarebbe dunque 15 milioni di dollari). Ebbene, i documenti di progetto preparati da certificatori internazionali semplicemente fanno un «copia e incolla» di documenti standard; segno che la sostenibilità ambientale del progetto, che deve essere certa, non è affatto comprovata sul campo.
E' dunque un affare bilaterale, oscuro e privato: anche nel senso che in India non ci sono progetti Cdm pubblici, nei settori cruciali della produzione energetica o dei trasporti; anche i progetti nel settore delle biomasse (che totalizzano il 44% del portfolio Cdm nel paese) sono tutti di privati; e non si sa se le biomasse - legno e residui agricoli - siano ricavate in modo sostenibile, perché i documenti (redatti dall'agenzia Ernest & Young) anche qui «copiano e incollano» le sezioni relative alla valutazione di sostenibilità. Il Cse dunque chiede una riforma del meccanismo da parte delle Nazioni unite: «Non può diventare un'industria, un'invenzione fatta per l'industria, e dall'industria». Una faccenda in cui gli attori pubblici praticamente sono estromessi. E infatti, non si capisce quanto e se e come questi progetti aiutino l'India a raggiungere obiettivi di sviluppo sostenibile.