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Troppi e cattivi. Nelle carceri britanniche esplode la violenza

di Luca Galassi - 25/02/2007

Nelle carceri britanniche esplode la violenza: in dieci anni aumentati del 600 per cento gli episodi criminali

Il sistema carcerario britannico è nuovamente sotto il fuoco delle polemiche. Dopo un recente rapporto del ministero dell'Interno, che ha denunciato l'esplosione demografica all'interno dei penitenziari (la popolazione carceraria è raddoppiata in 13 anni, toccando quota 80 mila), è di oggi la notizia che, negli ultimi 10 anni, la violenza nelle prigioni è aumentata del 600 per cento.

PrigionieriViolenza in gabbia. Juliet Lyon, direttrice del Prison Reform Trust, organizzazione che si occupa della riforma del sistema carcerario, ha lamentato che tale problema è conseguenza diretta del sovrappopolamento. Il numero delle violenze è salito dai 2.342 del '96 ai 13.771 del 2005, ha rivelato ieri il ministro dell'Interno britannico, John Reid. Quello di Reid non è stato un annuncio pubblico, bensì una risposta parlamentare a un'interrogazione presentata dal partito liberaldemocratico. Nella lettera, si spiega che l'aumento di episodi di violenza si è verificato sia tra carcerati che per mano di questi ai danni dei secondini. Quasi tremila membri del personale carcerario sono stati attaccati nel 2005, contro i 551 del 1996. Gli incidenti 'violenti' tra carcerati sono stati, sempre nel 2005, quasi 11 mila, a paragone dei 1.791 del 1996. L'amministrazione penitenziaria, nel tentativo di minimizzare l'ampiezza del problema, ha dichiarato che l'aumento potrebbe essere dovuto ad un miglioramento del sistema di classificazione e registrazione degli incidenti, ma la direttrice del Prison Reform Trust, organizzazione che si occupa del miglioramento del sitema carcerario, non ha dubbi: "Il numero dei prigionieri - ha detto juliet Lyon - ha subito un incremento rilevante, dai 61 mila del '97 agli oltre 80 mila attuali. Non c'è stato un aumento proporzionale nel numero dello staff carcerario, il periodo di formazione dei secondini è stato ridotto a otto settimane e i direttori delle carceri dopo due anni sono già altrove".

Corridoio di un carcere britannicoIncentivo a chi se ne va. Un j'accuse al quale è seguito quello di Menzies Campbell, leader dei liberaldemocratici: "Dieci anni di cattiva gestione delle carceri e del sistema giudiziario britannico hanno provocato una crisi profonda nelle nostre prigioni, esponendo la cittadinanza a numerosi rischi. Se si continua a stipare di persone una nave già affollata, la nave affonderà presto". Il sistema britannico è da tempo nell'occhio del ciclone per la riforma, annunciata nell'ottobre del 2006, cui verrà sottoposto a breve termine. Tra le misure più contestate rientra quella di 'incentivare' i detenuti stranieri. Secondo il progetto, i detenuti extracomunitari potrebbero ricevere dai 700 ai 2.500 euro, qualora decidessero di lasciare il Paese una volta terminata la condanna in carcere, senza pertanto attendere l'ordinanza di rimpatrio. Tre mesi fa, come misura-tampone contro l'affollamento, è stato concesso l'uso di 500 celle nei commissariati di polizia, in attesa della creazione, da qui al 2010, di 8 mila nuovi posti. Inoltre, allo studio del ministro Reid vi sarebbe anche l'eventualità di ospitare i detenuti maschi nelle celle di detenute femmine. Quelle lasciate vuote, ovviamente.