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Ottanta caccia Usa pronti a colpire i Taleban. la guerra Usa e la missione di "pace" Isaf unificate

di Manlio Dinucci - 25/02/2007

 
Dalla portaerei Stennis i bombardieri americani condurranno i raid «contro i taleban». I comandi Usa però non danno mai conto delle vittime civili. E la guerra Usa e la missione «di pace» Isaf ormai sono di fatto unificate

Il gruppo di attacco formato dalla portaerei John C. Stennis e da sei navi da guerra tra cui unità lanciamissili, con a bordo oltre 6.500 marinai e marines, è entrato nell'area di operazioni della 5a flotta (comprendente Golfo, Mar Rosso e parte dell'Oceano Indiano), sia per condurre «operazioni di sicurezza marittima», sia per «fornire appoggio alle truppe Isaf in Afghanistan» e a quelle della coalizione in Iraq: lo comunica il Comando centrale Usa. Ciò significa che stanno per entrare in azione in Afghanistan anche gli 80 cacciabombardieri imbarcati sulla Stennis.

Essi si aggiungono a quelli della portaerei Eisenhower che, dislocata nel Golfo col suo gruppo di attacco, ha ripreso il 4 febbraio «l'appoggio aereo ravvicinato alle truppe Isaf in Afghanistan»: in 14 giorni ha effettuato oltre 200 «sortite di combattimento» per oltre mille ore di volo. Il comunicato del Comando centrale (19 febbraio) non contiene però solo questo dato tecnico. Esso si apre infatti con l'annuncio che «l'aviazione imbarcata sulla portaerei della classe Nimitz Dwight D. Eisenhower continua a fornire appoggio aereo ravvicinato alle truppe Isaf in Afghanistan partecipando all'operazione Enduring Freedom».
E, dopo aver ribadito che queste sono «missioni per l'operazione Enduring Freedom», specifica che l'aviazione della Eisenhower «si integra strettamente» con le forze multinazionali Isaf colpendo le posizioni nemiche da loro designate. Il Comando centrale conferma così che, in realtà, non c'è linea di demarcazione tra l'operazione Isaf/Nato e quella statunitense Enduring Freedom: esse rientrano in un'unica catena di comando, quella del Pentagono.
Il comandante supremo della Nato è sempre un generale statunitense. E, in Afghanistan, è un altro generale statunitense a concentrare nelle sue mani il comando delle forze Isaf/Nato, comprese quelle italiane, e delle forze statunitensi di Enduring Freedom.

Ad essere impiegati nei raid sull'Afghanistan non sono solo gli oltre 160 aerei della Stennis e della Eisenhower, ma anche i bombardieri pesanti. Lo documenta lo stesso Comando centrale degli Stati uniti: ad esempio, in un comunicato del 21 febbraio, informa che «un B-1B della aviazione statunitense ha fornito ieri appoggio aereo ravvicinato a truppe Isaf in Afghanistan, sganciando bombe Gbu-31».

Il B-1B è un bombardiere strategico per l'attacco nucleare, utilizzato anche con bombe non-nucleari. Grazie alle tre stive, che gli permettono di trasportare un carico bellico maggiore di quello di un B-52, ne può sganciare decine. Tra queste, la Gbu-31 da 2.000 libbre (quasi una tonnellata), una bomba «stupida» a caduta inerziale, resa «intelligente» da un kit fabbricato dalla Boeing e perfezionato dalla Alenia Marconi Systems: una sezione di coda a guida Gps, che permette di sganciare le bombe, simultaneamente contro più obiettivi, anche da oltre 60 km di distanza.
Ogni giorno - informa il Comando centrale - i B-1B, gli F-15 ed F-16 e gli A-10 (le cannoniere volanti) dell'aeronautica Usa effettuano 35-40 «missioni di appoggio ravvicinato a truppe Isaf». Aggiungendo quelle dei cacciabombardieri delle due portaerei, esse salgono a oltre 60 al giorno. E a primavera, come preannunciato, aumenteranno ulteriormente.
In Afghanistan viene quindi condotta dagli Stati uniti una guerra aerea di crescente intensità in appoggio alle truppe Isaf/Nato. La documenta, giorno per giorno, il Comando centrale degli Stati uniti, senza fornire però alcun dato sui morti e feriti provocati tra la popolazione dai bombardamenti, ufficialmente diretti contro i «talebani» o non meglio definiti «nemici» o «insorti». Ancora meno si trova nei comunicati dell'Isaf/Nato, dove si tace completamente sull'«appoggio aereo ravvicinato» fornito alle truppe Isaf dall'aviazione statunitense.

A prima vista, leggendo i comunicati, si ha l'impressione che quella Isaf/Nato sia una missione non di guerra ma di beneficenza: ieri, ad esempio, è stato annunciato che «truppe Isaf hanno costruito una nuova strada per i locali» nel distretto di Zharei. Si specifica però che «la strada è stata costruita in appoggio alle operazioni di combattimento», così che le truppe Isaf possano muoversi più rapidamente per combattere gli «insorti talebani». Se la strada non basta, ci penserà un B-1B sganciando qualche bomba «intelligente» da 2.000 libbre.