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Iraq: Massimo Teodori smentito dallo stesso pentagono

di Massimo Mazzucco - 21/11/2005

Fonte: luogocomune.net

 
Come "esperto di guerra", il signor Teodori ci ha fatto proprio una figura barbina (come essere umano aveva già espresso in pieno le sue doti, nelle interviste concesse nei giorni precedenti). E' stato infatti smentito dal Pentagono stesso, su quello che lui aveva definito "quelle cose che cadevano dal cielo" - le bombe al fosforo, intendeva - che secondo lui non erano state usate come armi improprie, ma solo "per illuminare".

'It's part of our conventional weapons inventory. We use it like we use any other conventional weapon,' said Bryan Whitman, a Pentagon spokesman."" (1). Fa parte della nostra regolare lista di armamenti. Lo usiamo come qualunqe altra arma convenzionale", ha detto Bryan Whitman, un portavoce del Pentagono.

Aveva creduto di vincere la partita, Teodori, imperversando con prepotenza nella trasmissione "Primo Piano", dedicata all'argomento, ma è stato elegantemente fottuto da Internet, non appena lo schermo TV si è fatto buio.

Il bruco dei bloggers mondiali, infatti, si è messo silenziosamente a scavare …

… le sue gallerie, e il filmato di Ranucci ora gira in rete (2) doppiato addirittura in inglese. A questo punto c'è solo più Cappuccetto Rosso che può sostenere di non averlo visto. Ma i bloggers hanno fatto ancora di più: rovistando nella pattumiera mentale dei militari USA, hanno trovato un piccolo articolo su "US Army's Field Artillery Magazine" (3) ("La rivista dell'artiglieria da campo dell'esercito americano", pensate solo al titolo), nel quale si confermava apertamente l'uso del fosforo bianco a Falluja come arma vera e propria, e non come il semplice "illuminante". Ooooops!

Eccone un estratto significativo, riportato dalla BBC (4): "WP proved to be an effective and versatile munition. We used it for screening missions at two breeches and, later in the fight, as a potent psychological weapon against the insurgents in trench lines and spider holes where we could not get effects on them with HE [High Explosive]. We fired "shake and bake" missions at the insurgents, using WP to flush them out and HE to take them out," the article said."

"WP [Willy Pete, il nomignolo del fosforo bianco] si è dimostrato un'arma efficace e versatile. Lo abbiamo usato come cortina fumogena per due attacchi da dietro, e poi in seguito nella battaglia come una potente arma psicologica contro i ribelli annidati nelle trincee o nelle cavità, dove non riuscivamo ad "avere effetto" su di loro con i potenti esplosivi. Facevamo delle incursioni "scrolla e friggi", usando il fosforo per stanarli, e poi gli esplosivi per finirli".

A questo punto il Pentagono ha capito che la farsa non reggeva più, e ha riconosciuto, obtorto collo, l'uso dell'arma impropria. A loro resta la vergogna, a noi un ignorante in più.

Ma il problema non è quel birichino di Teodori, che ci racconta le bugie, il problema è che se non ci fosse stato Internet nulla di tutto ciò sarebbe venuto alla luce. Se non esistesse la rete, non avremmo mai saputo nulla di Abu-Grahib, nulla dell'uso di uranio impoverito in Iraq, nulla sul fatto che la strage di Nassirya fu voluta dai nostri alti comandi, nulla sull'uso del fosforo bianco a Falluja, eccetera.

Certo, se fossimo capitati casualmente davanti al televisore, durante la trasmissione di RAINews, lo avremmo saputo. Ma lo avrenmmo saputo "da soli", uno per uno, senza sapere che anche gli altri lo sapevano, e al massimo il giorno dopo, in ufficio, avremmo detto al collega "Hai visto che roba pazzesca, ieri sera su RaiNews?" Ma se solo lui avesse risposto "No, ero a cena da mia suocera", la cosa sarebbe finita lì.

Internet non fa informazione, Internet diffonde l'informazione.

Le news le fanno, e sempre le faranno, i reporter come Ranucci, che hanno le palle per andare sul campo a guardare in faccia la realtà delle cose. Ma senza l'eco, senza il riscontro, senza l'amplificazione di Internet, gran parte dell'impatto del loro lavoro verrebbe assorbita dall'unicità dell'evento televisivo, e poi dispersa nella mancanza di una adeguata cassa di risonanza. Chi l'ha visto l'ha visto, chi era dalla suocera no, e la cosa finisce lì. Anche perchè poi interviene il Tempo, che aiuta tutti a dimenticare.

Invece in rete, una volta immesse, le informazioni non solo rimbalzano fino all'esaurimento, ma vengono anche "iscritte nella lapide" dei mille hard-disk disseminati in tutto il mondo, rimanendo per sempre a diposizione di tutti coloro che volessero riesaminarle.

Stiamo scrivendo tutti, giorno per giorno, la nostra Storia in tempo reale, ed ogni giorno che passa diventa sempre più difficile per chiunque cercare di travisarla.

E la cosa fantastica, l'ironia sublime - lo scherzo celestiale? - è che Internet lo hanno inventato i militari. Come al solito, una volta di più, il male e la cura.

Massimo Mazzucco


(1) Forbes Magazine (
http://www.forbes.com/home/feeds/afx/2005/11/16/afx2341690.html ).

(2) Il filmato di Ranucci in inglese: 
http://www.scoop.co.nz/stories/HL0511/S00178.htm

(3) Sul sito ( http://sill-www.army.mil/FAMAG/ ) della rivista non ho trovato l'articolo originale (rimosso?), ma questo è citato da dozzine e dozzine ( http://www.google.com/search?hl=en&q=%22US+Army%27s+Field+Artillery+Magazine%22&btnG=Google+Search ) di fonti diverse.

(4) La stessa BBC (
http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/americas/4442988.stm ) lo conferma.
 
 
Fonte: Massimo Mazzucco http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=878