Al 99,9 per cento umani. Londra sulla via delle chimere e delle percentuali variabili di umanità
di redazionale - 28/02/2007
N
on paga di aver autorizzato, nel girodi pochi giorni, sia la vendita di
ovociti umani sia il “miglioramento”
genetico di embrioni a scopo di ricerca,
la Gran Bretagna sarebbe ora sul
punto di superare le ultime perplessità
sulla creazione di ibridi uomo-animale,
ottenuta attraverso la fusione di cellule
somatiche umane con ovociti di
mucca o di coniglio. Il Times ha annunciato
che il ministro della Salute,
Caroline Flint, oggi impegnata in
un’audizione parlamentare sul tema,
avrebbe definitivamente superato le
remore sul progetto chimera, formalizzate
a dicembre in un documento governativo.
Il pressing degli scienziati, il
favore esplicito dell’Autorità per la fertilità
e l’embriologia, l’appoggio di organi
di stampa come il Times e l’Economist,
oltre a quello del premier Tony
Blair, avrebbero quindi avuto la meglio
sulla prudenza della Flint, preoccupata
per le reazioni dell’opinione pubblica.
Colpita, per una volta, dalla prospettiva
della creazione di esseri “al
99,9 per cento umani” da usare come
materiale da laboratorio.
Se cadrà la restrizione sulla creazione
di chimere, e sembra ormai cosa fatta,
l’Inghilterra si confermerà come
avanguardia orwelliana mondiale, oltre
che europea. Quegli esseri a percentuale
variabile di umanità, che per ora
(ma è solo questione di tempo) nessuno
pensa di far sviluppare fino alla nascita,
avranno il Dna mitocondriale dell’animale
da cui provengono. Gli scienziati
che pretendono di trarne in futuro
staminali da usare sui malati, sostengono
che quell’aspetto è insignificante.
Altri scienziati, però, fino a oggi ci hanno
spiegato qualcosa di molto diverso.
Ci hanno detto, cioè, che il Dna mitocondriale
è un potente strumento per
ricostruire le caratteristiche di una
specie, perché passa indenne attraverso
le generazioni. Do you remember
Lucy, ovvero la cosiddetta “Eva mitocondriale”,
quella che (sempre autorevoli
scienziati) considerano la comune
progenitrice dell’umanità? Nell’attesa
che la scienza si chiarisca le idee, la
tecnoscienza, comunque, non si ferma.