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Contro l'inquinamento arriva la prima osteria a km zero

di Alessandro Tarquinio - 28/02/2007

 

 

E' nato il primo menu a chilometri zero che propone esclusivamente prodotti locali e di stagione che devono percorrere solo una breve distanza prima di giungere sulla tavola del locale. L'iniziativa è dell' "Osteria Vitanova", che si trova in centro storico  a Padova, alla quale la Coldiretti ha consegnato il primo attestato con il marchio "km zero", il riconoscimento che certifica la preferenza nei menu di specialità che provengono dalle campagne locali. Vino, olio, salumi, formaggi, frutta, verdura e grappa, sono acquistati direttamente dalle imprese agricole circostanti e oltre a garantire qualità e freschezza, nel rispetto dell'ambiente, riducono l'inquinamento causato dai trasporti con la circolazione dei camion sulle strade e degli aerei per il trasporto merci nei cieli. Basta ricordare, che per trasportare a Roma un chilo di ciliegie dall'Argentina in volo per una distanza di 12mila km si consumano 5,4 kg di petrolio mentre per un kg di pesche dal Sudafrica nel viaggio di 8mila chilometri si bruciano 4,35 kg di petrolio e infine gli arrivi di ogni kg di uva dal Cile richiedono la combustione di 5,8 kg di petrolio. La nascita dell'Osteria a chilometri zero è quindi una risposta alla domanda di un numero crescente di consumatori che scelgono stili di vita attenti anche nell'alimentazione al risparmio energetico e alla salvaguardia del clima. Si tratta di progetti che rientrano nella strategia per consentire ai consumatori di fare scelte di acquisto consapevoli che non inquinano e salvano il clima: dall'introduzione dell'obbligo di indicare in etichetta la provenienza di cibi in vendita alla disponibilità di spazi adeguati nella distribuzione commerciale dove poter acquistare alimenti locali "a chilometri zero" che non devono essere trasportati per lunghe distanze. Un aiuto per supportare un piccolo impegno quotidiano che può portare, secondo una analisi della Coldiretti, una famiglia a risparmiare fino a una tonnellata di anidride carbonica (CO2) all'anno. Peraltro, scegliere di consumare frutta e verdura di stagione, oltre a evitare gli "sprechi energetici" dei prodotti esotici, garantisce maggiore qualità e freschezza per la salute e non comporta particolari sacrifici per un Paese come l'Italia che offre la più ampia varietà alimentare.