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Arriva la generazione web troppi stimoli e il cervello cambia

di Alessandra Retico - 01/03/2007

 



 

Sotto esame negli Stati Uniti i giovani che studiano e allo stesso tempo mandano sms, mail, guardano tv e iPod. Secondo alcuni studi la capacità di apprendimento potrebbe venire modificata dal bombardamento continuo di informazioni

Cercano di nuotare con tutto il corpo nella vita che scorre. Una mano sull'e-mail, l'altra sul cellulare, lo sguardo su Mtv e la colonna sonora dentro con l'iPod. Il cervello prima non c'era abituato a tutte le cose insieme, adesso come fa. A che costo, visto che lo fa. Ieri sul Washington Post si parlava di multitasking, di quell'abilità che specie gli adolescenti hanno di svolgere contemporaneamente più attività, di stare in una flagranza di mezzi e linguaggi con disinvoltura e quasi felicità. Hanno un cervello diverso dal nostro, ce lo avranno? Attenzione frammentata, difficoltà della memoria in un'era di flusso continuo di informazioni e stimoli: questo già lo sappiamo. Ma qualcosa di più fondamentale, genetico addirittura, che trasformerà i processi stessi dell'apprendere e ragionare è ipotizzabile?

Il quotidiano ha posto la domanda a esperti e ricercatori. Risposte certe no, non ce ne sono, ma indizi sì e molti dubbi: che nel medio-lungo termine questo sminuzzare e moltiplicare l'attenzione potrebbe avere conseguenze sull'abilità di focalizzare e sviluppare capacità critiche. In una ricerca dell'Ucla si è dimostrato che il procedimento sequenziale dell'apprendimento aiuta i teen-ager a raccogliere e memorizzare maggiori dettagli sulle cose rispetto a chi ci "multitaska" attraverso. L'ippocampo, la parte del cervello che immagazzina e raccoglie dati, è attivo quando la conoscenza procede passo dopo passo, entra in sciopero quando è in multitasking. Al suo posto lavora lo striato, che è invece addetto alle azioni ripetitive. Un po' come sbriciolare energie, spargere sul mondo semi di intelligenza e alla fine fecondare molto senza raccogliere granché. "Tutte le attività rimangono in superficie mentre la conoscenza sta in profondità", spiega Jordan Grafman, neuroscienziato cognitivo. Uno può saltare da un posto all'altro e di tutto avere sapore. Anzi essere molto abile nella ginnastica cognitiva, avere un bello slancio e gesto atletico nel saltare tra computer, tv, palmare, posta elettronica, lettore Mp3, blog e quant'altro, ma alla fine nel muscolo del cervello solo fatica e spettacolo sì, ma nessun sistema e vera capacità.

La generazione. net, "quelli che nel frattempo", sostengono di trovarsi a loro agio a fare tutto nello stesso istante, si sentono più produttivi e meno stressati. Loro nel "mentre" fanno il compito di matematica e la versione di latino, un numero si attorciglia a un verbo e alla fine si mescolano pensieri e movimenti, connessioni e interruzioni nella scia breve che è diventato il tempo. Uno stile, ma anche un non saper fare diversamente: rispondere a un e-mail e fare le tabelline e navigare sul web e mandare un sms è un intreccio che è la loro trama, che è la loro vita. Sono gli altri che lo definiscono caos, tutti quelli delle generazioni prima, quelli di una cosa per volta. Gli adolescenti con internet sentono invece il mondo sulle dita.

Uno studio recente della Kaiser Family Foundation rivela che quando i ragazzi "studiano" per così dire seduti alle loro scrivanie, per il 65% del tempo fanno altre cose. Nel 1999 il 16 per cento degli studenti confessava di multitaskare, nel 2005 la percentuale è salita al 26. Più le ragazze che i ragazzi, ma questa è un'altra storia, quella delle donne che sanno tenere tutto insieme come direbbe Almodovar. "Forse saranno allenati per un mondo che pretende performance, ma non c'è prova che non si possa fare bene anche procedendo in sequenza" sostiene David Meyer, esperto cognitivo all'Università del Michigan. Somiglia un po' alla diatriba ordine-disordine, nella confusione che cresce l'ansia di risistemare. Sul Newsweek di questa settimana si cita una ricerca della British Columbia: il rumore e i disturbi ambientali accrescono le capacità cognitive della mente degli studenti. Le distrazioni aumentano la concentrazione, i pensieri e i gesti che si incrociano fanno entropia, che è disordine, ma che è anche costruzione e alla fine vita. Forse superficiale e parziale, ma almeno è attenzione.