Ma i soldi che abbiamo in banca, sono nostri?
di centrofondi - 02/03/2007
Dal nostro amico Dario, ci arriva questa mail:
Strasburgo (Francia), a studente italiano in Erasmus bancomat/carta di credito gratuita in
quattro giorni, conto e carta gratuiti, con 250 euro di scoperto non gravato da interessi per
i primi 20 giorni, operazioni gratuite. Banca Paribas. Siamo nel 2003.
Roma, anno domini 2007, alla stessa persona, oggi libero professionista, bancomat che si
attiva solo al versamento di mille euro sul conto (oltre un mese per l'attivazione, dal
momento che non guadagno quelle cifre in meno tempo, e che nel frattempo ho comunque
bisogno di campare) e che SI BLOCCA senza alcun preavviso non appena il credito sul
conto scende sotto i 250 euro. In altre parole, NON PUOI RITIRARE I TUOI SOLDI. E così
da ieri sera il mio benzinaio conserva la mia carta d'identità.
Chiamo l'assistenza per capire che succede e ottengo una prima risposta
laconica: sicurezza. Alla mia obiezione ("esistono banche sicurissime che non trattengono il
mio denaro con la forza") risposta stizzita "noi non tratteniamo i suoi soldi" (negare,
sempre negare, fortissimamente negare) "può fare un bonifico ad un suo parente o a un suo
amico". Volevo rispondere "Anche lei potrebbe entrare nel suo appartamento dalla finestra
del secondo piano invece che dalla porta sulle scale. Le sembra ragionevole?"
Banca IWbank.
Che cavolo di giustificazione è "la sicurezza"?
E già che ci siamo, ammettendo l'assurdità di pagare qualcuno per dargli i miei soldi,
qualcuno che magari non li porti in Iraq per "missioni di pace" e fornisca un servizio un
minimo professionale (da leggersi: non mi lascia in mutande senza preavviso) chi potrebbe
essere?
L’esperienza di Dario è importante per capire la pericolosità della moneta globale
elettronica verso cui, a piccoli passi, politici e mondo bancario ci stanno portando. In questo
senso vanno le decisioni del governo Prodi sui pagamenti elettronici ai professionisti, e la
recente proposta di rendere non trasferibili tutti gli assegni. Da parte sua la banca scoraggia
in tutti i modi possibili l’uso del denaro contante, a favore di carte elettroniche, meglio se di
debito.
Tralasciamo per un momento, il fatto della creazione dal nulla del denaro elettronico
virtuale che insieme al meccanismo di creazione del denaro cartaceo da parte delle banche
centrali fanno del sistema bancario l’alchimista moderno che trasforma l’aria fritta (denaro
virtuale e cartaceo) in oro attraverso il nostro indebitamento e che di fatto ci rende schiavi
moderni (http://www.centrofondi.it/report/report_07_03_06.pdf) e concentriamoci
sull’aspetto evidenziato da Dario nella sua mail.
Dario non chiedeva altro che di poter disporre liberamente del suo denaro, non chiedeva
prestiti, scoperti di conto, ma solo di poter pagare il pieno di benzina con il SUO denaro.
Pensiamo ora alla quantità di denaro elettronico che usiamo, bancomat, carta di credito,
carta revolving, che ci permette di poter rateizzare i nostri acquisti pagando un lauto
interesse, telepass, gravato tra l’altro di un ingiusto canone mensile, una valanga di fidelity
card, bonifici, internet banking con il quale paghiamo le nostre utenze. Volendo potremmo
fare a meno, in qualsiasi momento, del denaro cartaceo. Fino a che le cose vanno nel giusto
verso nessun problema, anzi è comodo portare in tasca solo carte elettroniche invece di
quelle sempre più scomode banconote e quei pesanti spiccioli. Con il denaro elettronico
però lasciamo tutta una serie di dati che ci fa essere un libro aperto per coloro che sono in
possesso di questi dati: quante volte fai benzina, quanto guadagni, che acquisti fai, dove,
con quale periodicità, quanto consumi, quanto sei indebitato, chi paghi, dove vai, dove sei in
questo preciso istante, le tue opinioni politiche, quanto stai su internet, che siti leggi, a chi
telefoni, ecc.
Oggi lasciamo una quantità di informazioni elettroniche tali che siamo un libro aperto per
coloro i quali hanno accesso a queste informazioni, banche, multinazionali, fisco, polizia
ecc.
Non è un segreto per nessuno che dai dati delle fidelity card, la grande distribuzione estrae
una miriade di infomazioni utili per fare campagne mirate; non è un segreto per nessuno che
i datori di lavoro spiino gli spostamenti dei loro dipendenti con i navigatori satellitari; non è
un segreto che le banche usino questi dati per offrirti prodotti adatti al tuo stile di vita e non
è un segreto che servizi segreti e polizia abbiano libero accesso ai dati bancari e con le
nuove tecnologie possano addirittura attivare telefoni a distanza e usarli come microfoni per
intercettazioni e individuare dov’è o dov’era una persona in un dato momento.
Dalle informazioni che trapelano, sempre più numerose, sappiamo che questi dati vengono
usati anche per “guidare” i nostri pensieri e per indirizzare le nostre azioni (a tal proposito
leggi questi articoli
http://www.centrofondi.it/articoli_rete_controllo_mentale.htm ).Un ottimo sistema per tenere a bada le masse, non farle pensare e tenerle sotto stretto
controllo è quello di indebitarle e come abbiamo visto nello scorso report
http://www.centrofondi.it/report/report_02_04_07.pdf
, l’obbiettivo è stato centrato consuccesso.
La stessa cosa è avvenuta con gli stati e quindi anche il controllo sui politici è stato attuato
con notevole successo, almeno a giudicare dai risultati
http://www.centrofondi.it/report/report_05_01_06.pdf
.Le aziende sono indebitate anche loro oltre ogni ragionevole limite
http://www.centrofondi.it/report/report_07_04_05.pdf
. L’economia è completamente disgregatae non autosufficiente,
http://www.centrofondi.it/report/report_08_01_06.pdf ehttp://www.centrofondi.it/report/report_10_03_06.pdf
, a tal punto che mangiamo prodotti, unavolta vanto della nostra agricoltura, che provengono da paesi distanti migliaia di chilometri.
Come se non bastasse stiamo tutti diventando obesi e malati a vantaggio di chi dalla
malattia trae il suo profitto. Sono state eliminate tutte le differenze che
contraddistinguevano un popolo da un altro e oggi tutti mangiamo le stesse cose, ci
ammaliamo delle stesse malattie, abbiamo gli stessi problemi di lavoro e di debiti, i nostri
bambini sono tutti stressati e in tutte le famiglie manca il tempo da dedicare agli affetti
perché siamo concentrati a sopravvivere.
Con questo quadro che non è pessimista, ma solo crudo e disincantato, può essere facile che
qualche gruppo di persone possa manifestare il proprio dissenso, come avviene per la Val di
Susa, la base di Vicenza, per gli scandalosi termovalorizzatori e rigassificatori o
semplicemente perché la gente, svegliandosi, si sta stufando di essere un massa di moderni
schiavi al servizio dei grandi potentati economici.
Naturalmente si è pensato anche a questo e se la cosa diventasse pericolosa per il potere
costituito, aumentando di intensità e coinvolgendo un numero sempre maggiore di persone
che si vogliono riappropriare della loro vita, della loro moneta, del loro cibo e del proprio
territorio, anche se manifesta in modo pacifico, con canti balli e gioia di vivere, si può usare
il metodo duro (colpirne uno per educarne 100) come è avvenuto in Egitto pochi giorni fa
con il blogger condannato a 4 anni colpevole di aver manifestato il proprio pensiero, oppure
arrivare allo stesso scopo anche con metodi più sottili, come imporre alle persone che sono
andate fuori dagli schemi, di rientrare immediatamente dei loro debiti (basilea 2
http://www.centrofondi.it/report/report_07_01_05.pdf
), o alle, poche, persone che non sonoindebitate bloccare con un semplice click le loro disponibilità sul conto corrente, le loro
carte, il loro telepass per ridurli alla ragione in un battito di ciglia.
Avete provato a pensare cosa sarebbe la vostra vita se non poteste disporre denaro contante
e se il vostro denaro elettronico venisse bloccato? O semplicemente, come è avvenuto pochi
anni fa in Argentina, poteste prelevare solo un minimo quantitativo di denaro a settimana?
Semplicemente l’inferno!
Può darsi che sia solo fantasia, ma il “piccolo” inconveniente di Dario ci ha dato lo spunto
per riflettere su questo tema da non sottovalutare e poi si sa, che molte volte... la realtà
supera la fantasia.
E adesso passiamo ai mercati finanziari che hanno messo fine all’infinito ed estenuante
rialzo del marzo 2003. Il Dax ha esaurito la sua corsa sulla parte superiore del canale di
lungo periodo in essere dal marzo 2003
Centrando esattamente il target che avevamo segnalato nel report del 2 febbraio scorso
E dal grafico dei canali vediamo che è iniziata la fase calante di questo lungo ciclo
Adesso appena esaurito questa onda di ribasso in atto, ci aspettiamo che faccia un tentativo
di ripresa per tentare di tornare vicino ai massimi e poi scendere di nuovo. Il segnale
definitivo di inversione lo darà quando oltrepasserà al ribasso il minimo in corso di
formazione in questi giorni.
L’oro, il grafico è relativo al controvalore in euro, è in fase di correzione anche lui e la
velocità del ciclo trimestrale, che ha oltrepassato al ribasso l’asse dello 0, segnala che per il
momento non dobbiamo aspettarci altri rialzi.
Anzi è molto probabile che questo sia stato il massimo relativo prima della fase che porterà
al minimo del ciclo a 4 anni come evidenzia la proiezione dei cicli
Il massimo di questo ciclo annuale inferiore a quello dello scorso maggio, ci segnala anche
che la correzione potrebbe essere piuttosto profonda fino a maggio, giugno quando ripartirà
il 3° ciclo annuale, in quella occasione potremmo valutare se rientrare o meno.
Naturalmente si tratta più di speculazione che di investimento, perché in un’ottica di lungo
periodo l’oro è destinato a raggiungere quote ad oggi impensabili 1000 o 1500$, ma questo
avverrà solo quando questo ciclo a 4 anni sarà ultimato, quindi orientativamente nel maggio
2009.
La quasi perfetta correlazione tra Oro e Borse ci evidenzia come l’Oro in questa fase abbia
più la connotazione di materia prima legata al ciclo economico e quindi in questo periodo è
facile che si comporti in modo molto simile ai mercati azionari.
L’oro come riserva di valore, avrà la sua esplosione nel nuovo ciclo di lungo periodo come
abbiamo appena detto e in previsione di ciò i previdenti, che non lo abbiano ancora fatto,
potranno acquistare il metallo dei Re sulle prossime correzioni. Nell’attesa godiamoci il
film e vediamo cosa si inventeranno i maghi di Wall Street per tenere a galla la “baracca”.
That’ all folks