L'origine della guerra civile spagnola (recensione)
di redazionale - 03/03/2007
Pío Moa
L’ORIGINE DELLA GUERRA
CIVILE SPAGNOLA
416 pp. Meridiana, euro 20
In Spagna è addirittura uscito un libello
tutto dedicato a lui, “Anti-Moa”. Autore,
uno dei pezzi da novanta della storiografia
politicamente schierata del paese, Alberto
Reig Tapia, professore di Scienza della
politica all’Università di Tarragona. Un attacco
a tutto campo, dalle accuse di incompetenza
professionale a non lievi insinuazioni
personali: Pío Moa negli anni
Settanta era membro di un gruppo terrorista
anarchico, che risultò poi essere stato
infiltrato dalla polizia franchista: non è
che l’intero drappello fosse una creazione
del regime, e Moa al soldo del Caudillo fin
da quei dì? La “conversione” che lo ha
portato dall’estrema sinistra a posizioni
ampiamente revisioniste non sarebbe che
il ritorno a essere apertamente il fascista
che in realtà è sempre stato.
Non che a Moa la verve polemica faccia
difetto: sulle pagine web di “Libertad digital”
risponde quasi quotidianamente a
quelli che apostrofa “i nostri lisenkisti”,
“propagandisti della Grande Menzogna”.
Il fatto è, spiega, che la ricostruzione della
guerra civile spagnola tira pesantemente
in ballo il passato, e perciò il presente,
del Psoe. Ortodossamente marxista fino alla
fine della dittatura, infatti, il partito di
Dolores Ibarruri e Largo Caballero si è
poi convertito dall’oggi al domani alla democrazia,
tirando sul passato l’impenetrabile
saracinesca di uno slogan fortunato,
“cent’anni di onorabilità”: siamo sempre
stati dalla parte del bene, nulla da ripensare,
capitolo chiuso. Chi pretende di riaprirlo
finisce all’indice.
Lui, Moa, non si scompone, e da una decina
d’anni sforna un tomo dopo l’altro,
smontando uno per uno i luoghi comuni
della storiografia “progressista”. E, quel
che più manda in bestia i suoi avversari,
con un successo in libreria che loro manco
si sognano. Ora è stato tradotto in italiano
il saggio dedicato alle origini della
guerra. Sostiene la tesi che “il movimento
insurrezionale dell’ottobre 1934 costituì il
reale inizio della guerra civile spagnola.
Fu progettato esplicitamente come una
guerra civile, e non soltanto risultò il più
sanguinoso tra tutti quelli che la sinistra
intraprese dal 1917 in Europa, ma anche
il meglio organizzato e armato. Nel luglio
del 1936 si sarebbe solamente riaccesa la
lotta intrapresa 21 mesi prima”. La rivolta
delle Asturie – e di molti altri luoghi –
non fu, come sostiene la vulgata progressiva,
una ribellione spontanea a sostegno
della Repubblica minacciata dai fascisti,
ma un moto pianificato con il preciso
obiettivo di affossarla. Tutto il resto venne
di conseguenza.