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Settore Biologico snobbato. Lettera aperta di Gino Girolomoni

di redazionale - 05/03/2007

     

Lettera aperta al grande produttore di mangimi. Il presidente dell'associazione mediterranea degli agricoltori biologici denuncia il mancato sostegno a causa degli interessi economici delle industrie chimica e alimentare


gino_girolomoniIn Turchia ha visitato un'impresa contadina "virtuosa" che ha convertito al biologico 600 aziende agricole nel cui progetto oggi sono coinvolte più di quattromila lavoratori.

Gino Girolomoni, presidente dell'associazione mediterranea agricoltori bio, perché ha scritto una lettera aperta a Carlo Petrini, patron dei mangimi?
"Perché ha detto che il cibo deve essere buono, pulito e giusto. Ma cosa vuol dire? Chi stabilisce se un cibo è tale? Quali sono i criteri per affermarlo? C'è già l'industria che grida dalla mattina alla sera che i suoi cibi in cui non mancano dosi sovrabbondanti di aromi artificiali, coloranti, additivi prodotti da una ricca fantasia, sono genuini, naturali, profumati di natura".

E il regolamento comunitario, cosa dice?
"Il regolamento comunitario, il 2078, ha elargito una valanga di denaro, molto di più che non per il biologico, per il basso impatto ambientale che nessuno ha mai capito cosa volesse dire e nessuno organo pubblico ha mai controllato".

C'era già stata la lotta integrata o no?
"Di quella si era innamorato un bravo assessore all'agricoltura dell'Emilia Romagna, Tampieri, ma poi aveva convertito gran parte di quell'eufemismo al biologico".

Lei definisce il discorso di Petrini una chimera. Perché?
"Perché si fa di tutto per snobbare un settore oggi sempre più vilipeso che invece, secondo me, ha molti meriti: quello dell'agricoltura biologica. Siamo andati a restaurare alcune migliaia di angoli di territorio fedeli al principio di interromperne l'inquinamento, attraverso il non uso di diserbanti e antiparassitari, riuscendo in ciò attraverso la buona pratica delle rotazioni delle colture e della concimazione organica o i sovesci".

Quale consistenza ha in Italia l'agricoltura biologica?
"Coltiviamo solo in Italia più di un milione di ettari e già da quasi trent'anni abbiamo riacquistato spazi di mercato che gli agricoltori non avevano più, potendo contare almeno su un milione di italiani che ci apprezzano. E' vero che dopo tutto questo cammino non sono molti, poco più dell'uno per cento, e con questi numeri non si può lavorare ad un'economia di scala che abbatta ancora i prezzi".

Cosa si deve intendere per "biologico"?
"Quando diciamo "biologico" diciamo una cosa molto precisa, verificabile assumendoci i costi di una certificazione pubblica".

Cosa chiede a Petrini?
"Un maggior coinvolgimento nei nostri confronti. Anche se sono consapevole dell'antipatia che ci manifestano alcuni settori della produzione chimica e farmaceutica, perché, come è palese nell'ambito della cultura contadina, se abbiamo ragione noi, hanno torto loro e Petrini sa bene che di questi tempi i più forti hanno sempre ragione".

La battaglia di Girolomoni per il biologico continua su tutto il fronte. Di tanto in tanto si vede costretto a dover far fronte a situazioni che sembrerebbero assurde. In verità si tratta di complesse realtà dominate dagli interessi e dall'economia di chi ha più potere.