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Il Gatto e la Volpe. Le Corporation necessitano di te!

di centrofondi - 09/03/2007

 

 

Nel ricco e opulento mondo occidentale fino al 2000, quando la bolla speculativa sui titoli

tecnologici era al suo massimo splendore, crescita economica e benessere andavano a

braccetto.

Erano gli anni in cui la gente riusciva ancora a risparmiare e l’interesse dell’industria

finanziaria era trovare favole sempre nuove da raccontare al parco buoi per poterlo derubare

con destrezza dei propri averi, in pratica la Gatto&Volpe corporation che riusciva sempre a

fare fesso il povero Pinocchio con la storia dell’albero degli zecchini d’oro, che si

chiamavano ebusiness, Tiscali ecc.

Poi col 2001 la nostra corporation ha cambiato strategia e si è messa zitta zitta ad aprire il

mercato indiano e cinese utilizzandolo come moltiplicatore di utili aziendali, visti i costi

irrisori della manodopera (ma non si chiamava schiavitù?). Si dà un nome accattivante al

processo di spostamento delle fabbriche dall’occidente al più conveniente oriente, con una

mirata azione di marketing si chiama il tutto globalizzazione, si usano termini come

delocalizzazione, liberalizzazione del mercato, competitività, riduzione di prezzi e si fa

(mal)digerire tutti i posti di lavoro persi con parole come ristrutturazione aziendale,

accorciamento delle filiere, ottimizzazione della produzione.

Tutto avviene con una velocità tale che i rintontiti licenziati, neanche si accorgono di quello

che sta succedendo, perché i mass media incalzano che un nuovo boom economico è in atto

e quindi il povero operaio, impiegato, dirigente licenziato pensa di essere la classica

eccezione che conferma la regola e si lancia, per risollevarsi, nella dura lotta del lavoro

precario.

In effetti non dicono bugie, il boom economico c’è davvero solo che omettono di dirci che a

beneficiarne sono solo in pochissimi.

Grazie al contributo “forzato” di India e Cina e alla profusione generosa di mazzette di

notevole entità alla classe politica di quei paesi, le merci sono prodotte quasi gratuitamente

per la gioia delle tasche di corporations, aziende e finanzieri. La potenza persuasiva (delle

mazzette) è talmente potente che la Cina da paese comunista integralista diventa il massimo

esponente del liberismo.

Poiché però è sempre necessario vendere in occidente, che è ancora l’unico che può

consumare adeguatamente, bisogna trovare un artificio, un qualcosa che permetta all’ignaro

consumatore di poter continuare a consumare a ritmi sempre più serrati nonostante

l’impoverimento dettato da un’inflazione galoppante occultata dalla diminuzione dei prezzi

e dalla diminuzione-precarizzazione del lavoro.

A questo scopo, il mondo viene sommerso da tassi di interesse bassi, crediti sempre più

facili che nella maggior parte dei casi derivano dall’apprezzamento del mercato

immobiliare. Si guadagna meno e si lavora peggio, ma grazie ai prestiti sempre più facili da

ottenere e ai prezzi delle abitazioni che vanno sempre più su, si consuma come prima e forse

anche di più, tanto non si è mai visto che la casa cali di prezzo. I risultati di questi anni di

indebitamento selvaggio li abbiamo visti in questo report

http://www.centrofondi.it/report/report_02_04_07.pdf .

Facendo due conti abbiamo un 10% e forse meno della popolazione occidentale che, grazie

a questi trucchetti finanziari, è diventata non ricca, nemmeno ricchissima, ma

spudoratamente, esageratamente, in modo nauseante, straricchissima!

La loro ricchezza è aumentata in modo inversamente proporzionale all’impoverimento e

all’indebitamento della classe media.

Ovviamente nessuno ha messo la pistola alla tempia di nessuno, tutto è avvenuto con le

“sole” armi della persuasione occulta, dell’indottrinamento, del marketing. Sembra ancora

impossibile capire come sia facile, disponendo delle risorse adeguate, far fare alle masse

esattamente quello che si vuole.

E’ altrettanto impossibile capire quale sia il fine ultimo di questo gioco al massacro, una

semplice dimostrazione di potere e avidità senza freni oppure un gioco oscuro le cui vere

ragioni sono tenute ben nascoste?

Una cosa è certa, questo è un treno portato alla sua velocità massima, senza freni e corre su

un binario morto alla cui fine c’è una montagna di granito.

Questo è l’unico momento storico in cui forse lo 0,1% della popolazione mondiale ha una

ricchezza spropositata, una grande fetta (il mondo occidentale) si sta impoverendo

velocemente e il resto del mondo sta sprofondando nell’assenza anche di quel minimo di

risorse necessarie. In poche parole siamo 6 miliardi di sudditi di un impero a capo del quale

stanno poche decine di migliaia di persone, ma quelle che decidono, statene certi, sono

poche decine.

Quando si è persi dentro l’ingranaggio è difficile avere un quadro della situazione, si corre

come disperati alla ricerca di una via di fuga, ma siamo come animali in gabbia, una gabbia

invisibile fatta di sbarre mentali, forse più potente delle gabbie di acciaio.

Se ci fermiamo a riflettere però tutto diventa più semplice da capire, si acquisisce una

visione di insieme che ci offre l’opportunità di uscire, di aprire le porte di quella gabbia

invisibile.

Ad esempio sappiamo che senza di noi, comuni e sempre più poveri mortali, la

Gatto&Volpe Corporation non può più continuare a fare il suo gioco. Siamo pedine

insostituibili di questo gioco. Impariamo le regole, studiamo i meccanismi economici che ci

riguardano tutti da vicino e condizionano la nostra vita, il nostro lavoro, il nostro essere.

Studiamo come viene creato il denaro dalle banche centrali e da quelle commerciali.

Impariamo a liberarci dalla morsa del debito. Chi non ha debito è ad un passo dalla

libertà.

Ad esempio secondo noi siamo vicini ad una nuova offensiva delle banche centrali che

stanno per abbassare di nuovo i tassi per riuscire a continuare ancora per un po’ ad

indebitare anche l’impossibile.

Dal mercato americano dei mutui ci sono segnali di cedimento come evidenzia questo

grafico dove la linea blu è l’andamento dei mutui ipotecari e la linea rossa la spesa

personale

Da qui risulta evidente che il debito, a parte la parentesi euforica del 1998-2000, condiziona

pesantemente la spesa e il crollo dei mutui in questo inizio 2007 fa presagire una caduta

verticale anche della spesa personale.

Diminuendo la spesa personale, il giochino della nostra G&VCorporation rischierà di

crollare malamente.

Anche i tassi americani, dove quelli a 2 anni sono più alti di quelli a 10 anni (!), fanno

prevedere una recessione incipiente (in passato quando i tassi a breve superavano quelli a

lungo periodo siamo sempre caduti in una recessione).

Da questo ragionamento ci viene spontaneo pensare che siamo vicinissimi ad una

diminuzione dei tassi che avverrà prima in Usa e poi anche in Europa, strano a dirsi dopo il

settimo aumento della Bce, ma è così.

I nostri “amici” cercheranno in tutti i modi possibili di spingerci ancora ad indebitarci e

sappiamo che in Italia saremo in prima linea perché, come sappiamo, abbiamo le famiglie

meno indebitate tra le nazioni industrializzate.

Avendo consapevolezza di questo, invece di affannarsi a rincorrere le scadenze, non sarebbe

il caso di fermarsi a riflettere su come poter diminuire la nostra dipendenza dal debito?

La natura ci ha fornito di uno splendido accessorio che si chiama cervello, volgiamo

metterlo in moto per cercare una soluzione per uscire dal gregge che ogni giorno che passa è

più vicino al macello?

Abitare una casa più piccola, fare a meno della macchina nuova (che tanto inquina lo

stesso), o del televisore al plasma, del computer nuova formula e montare sul vecchio un bel

sistema open source, senza virus, gratuito, fare a meno dei pantaloni ultimo grido e magari

rimettere in sesto quelli che abbiamo messo appena una decina di volte.

Impostare insomma uno stile di vita, che possa diminuire le dipendenze e non aumentarle.

Noi siamo insostituibili, loro non possono fare a meno di noi, noi invece si!

That’s all folks