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Ecologia della bellezza (recensione)

di Ferdinando Boero - 10/03/2007


Besa
Ecologia della bellezza
di Ferdinando Boero
€ 14,00,  pp. 160
(astrolabio) 88-497-0416-4
IL LIBRO:
I gusti della natura


«È possibile una scienza della bellezza?»
Cioè: si può parlare, da scienziati, di una «bellezza assoluta» in natura o, se non altro, meno relativa possibile? Una bellezza è tanto meno relativa quanto più sono gli osservatori diversi che la considerano tale. Una sorta di democrazia della bellezza…
Ad esempio, come si dovrebbe scegliere dove istituire un parco naturale? E in che senso la barriera corallina è più bella, se lo è, delle comuni praterie di Posidonia oceanica?
La scrittura vivace e irriverente di uno studioso del mare ci accompagna attraverso queste domande affascinanti, infrangendo luoghi comuni e regalandoci lo stupore della scoperta, perché la bellezza è dappertutto, anche se la sua rappresentazione (con l’arte) e la sua protezione (con i parchi) possono portarci a non vederla se non dove qualcuno ce la sta indicando.

L'AUTORE:
FERDINANDO BOERO è nato a Genova nel 1951, dal padre Luigi, genovese (portuale, filosofo e poeta) e dalla madre Maria, toscana (economista domestica). Attualmente vive a Lecce (dove insegna Zoologia e Biologia Marina presso la Facoltà di Scienze dell’Università) assieme alla moglie Simona (biologa anche lei) e alla figlia Gaia (adolescente in prorompente crescita). Ha lavorato (e vissuto) in molte parti del mondo, dalla California alla Nuova Guinea, studiando la biodiversità marina, e ha ricevuto nel 2006 la Médaille Albert Ier, Prince de Monaco per l’oceanografia dall’Institut Océanographique di Parigi. Il suo lavoro è stato citato dal McGraw Hill Yearbook of Science and Technology, dal Book of the Year dell’Enciclopedia Britannica e da Topolino. Ha conosciuto personalmente uomini e donne eccezionali, a volte universalmente riconosciuti (come il musicista Frank Zappa), a volte sconosciuti ai più (come il saggio Anton, del villaggio di Sissi Mangun). Da tutti ha cercato di imparare qualcosa, ottenendo, se non altro, una visione policentrica del mondo.