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L’avanzata dei ricconi del Terzo Mondo

di Anna Zafesova - 12/03/2007

 
E’ la riscossa di quello che fino a ieri veniva chiamato il «Terzo Mondo», la marcia trionfale nelle classifiche dei miliardari di Forbes dei paperoni provenienti da Paesi associati in Occidente a un’esotica povertà. Al terzo posto tra gli Stati con maggior numero di superricchi arrriva la Russia: 53 miliardari contro i 33 dell’anno scorso, quasi il doppio. E in Asia l’India sorpassa a sorpresa il Giappone, piazzando 36 miliardari (14 in più dell’anno scorso) con 191 miliardi di dollari contro i 24 giapponesi con 64 miliardi di dollari. Gli oligarchi russi continuano la loro scalata inarrestabile, raddoppiando in un anno non solo il loro numero ma anche il loro patrimonio complessivo: 282 miliardi di dollari contro i 172 del 2006. Nel 2000 nessun miliardario russo aveva raggiunto la classifica di Forbes, nel 2001 erano in 8. E se per numero di paperoni Mosca è ancora dietro a Berlino, per quattrini ha già battuto i tedeschi, con i loro «scarsi» 245 miliardi. La nazionale russa è capitanata come sempre da Roman Abramovich. Il padrone del Chelsea nonostante le sue folli spese che fanno la felicità dei giornali di gossip si è arricchito di mezzo miliardo nel 2006, passando a 18,7 miliardi. Al secondo posto sale un amico di Roman, un nome finora poco conosciuto: Suleiman Kerimov, interessi nel petrolio, alluminio e banche, finora era finito nelle cronache per il tentativo di acquisto della Roma, qualche anno fa, e per essere rimasto in fin di vita a Natale scorso dopo aver scassato in Costa Azzurra la sua Ferrari «Enzo».

Questo 40enne deputato della Duma, amante di presentatrici bionde e sospettato di coinvolgimento nei traffici di «Oil for Food» con Saddam, è salito in un anno dal 73simo al 36simo posto nella classifica mondiale di Forbes, con 14,4 miliardi. Resistono, ma non sembrano più i dominatori dell’Olimpo oligarchico, i grandi della vecchia guardia, come Vladimir Potanin, re del nichel, in classifica da anni (aveva avuto anche l’onore del primo posto tra i russi più ricchi qualche anno fa), e il suo socio Mikhail Prokhorov, il «miglior partito della Russia», arrestato (e rilasciato senza accuse) dalla polizia francese due mesi fa a Courchevel per feste troppo sfrenate. Esce invece Mikhail Khodorkovskij, l’ex russo più ricco:è in un Gulag siberiano, dove rischia di rimanere per sempre, e i pezzi della sua società, la petrolifera Yukos, vengono venduti all’asta. Ma, nonostante il petrolio sempre più caro, nella classifica dei paperoni russi i petrolieri cominciano a fare spazio agli industriali, re dell’acciaio, imperatori dell’alluminio, principi delle comunicazioni e baroni dell’edilizia. Il dollaro viene da Oriente, e un’altra rivoluzione nel mondo dei ricchi si compie in India, che scalza il Giappone dal piedistallo della nazione asiatica con maggior numero di ricconi, primato che ha tenuto per tutti i 20 anni dell’esistenza della classifica di Forbes. Con 36 paperoni e un patrimonio complessivo di 191 miliardi di dollari il gigante asiatico sorpassa il Giappone. A guidare la classifica dei miliardari indiani è il 56enne magnate dell’acciaio Lakshmi Mittal, con un capitale di 32 miliardi di dollari, quinto nella classifica globale. Tra gli altri miliardari indiani vi sono Mukesh e Anil Ambani della Reliance, il presidente della Wipro Azim Premji, il leader del Bharti Group Sunil Mittal e il numero uno dell’Aditya Birla Group Kumar Mangalam Birla.