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Convegno Aspo. Bakhtiari:'Il picco del petrolio nel 2006'

di aspo - 13/03/2007

 
Ali Bakhtiari ha parlato per primo, ha parlato chiaro e ha segnato tutto il convegno con il suo intervento. Ciò che ha detto, con la sua signorilità e pacatezza, ha continuato ad aleggiare durante la giornata, come se ogni speech non potesse più essere compreso se non alla luce del suo discorso... In cui le parole di Dante Alighieri, omaggio al nostro Paese, hanno fatto da guida. Nella selva oscura, la diritta via è smarrita.

Il picco è già avvenuto, ha esordito Ali, e precisamente nell'estate 2006. Non ce ne accorgiamo ancora (o forse sì, pensavo io, mai state tante pubblicità di automobili come in questo periodo di irripetibile abbondanza), ma lo sapremo tutti molto presto: forse entro due o tre anni, in un momento di choc collettivo, quando nell'era di quella che lui definisce "la prima transizione" sarà la produzione a decidere la domanda. Stiamo usando mille barili al secondo, e come li usiamo? Il fondatore dell'OPEC sosteneva che il petrolio fosse il prodotto del diavolo, ha ricordato Ali, e in questo senso ne abbiamo la prova ogni giorno.
La situazione dei grandi giacimenti è preoccupante, ma anche i fields più promettenti sembrano mantenere poco rispetto alle premesse. South Pars, in Iran, potrà produrre solo la metà di quanto inizialmente previsto, il Mare di Barends ha enormi problemi, e a Kashagan l'ENI sta sviluppando il giacimento più difficile del mondo che produrrà 1,5 milioni di barili al giorno "forse" nel 2010. Da romantica qual sono, mi ha personalmente molto colpito l'immagine descritta da Ali degli uomini dell'ENI che lavorano con le maschere antigas indosso, a temperature che arrivano a -40°, in un mar Caspio che è ghiacciato per 5 mesi l'anno. Petrolio: cosa non si fa per te.
Bakhtiari ha esposto anche la sua visione per il 21o secolo: sarà il secolo delle "radici". Del ritorno alle radici, per l'esattezza. Della riscoperta delle conoscenze umane che ci hanno guidato nei secoli precedenti all'era petrolifera. Ma dobbiamo cominciare a cambiare, a cambiare il nostro atteggiamento e i nostri consumi su base individuale, a partire da oggi, da subito. L'acqua sarà una risorsa critica, che farà sentire il suo peso nel già difficile momento di transizione che ci attende. Che possiamo fare? "Piantare alberi" ha suggerito Ali. Non so se scherzasse o se fosse una piccola esagerazione, ma non è un cattivo consiglio.