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Nessuno sfugge alla biometria

di Raúl Granados - 13/03/2007


 
 
     

La carta d'identità, il passaporto, le carte di credito non sono più considerati metodi avanzati per riconoscere una persona. Con la comparsa della biometria gesti quotidiani quali pagare al supermercato, prenotare una stanza in un hotel o prelevare denaro da un bancomat, potranno essere realizzati usando il palmo della mano. La tecnologia biometrica, le impronte digitali, l'iride o la geometria della mano sono i nuovi passaporto.

La biometria è lo studio di metodi automatici per il riconoscimento di umani basati in una o più caratteristiche di comportamento o fisiche. Il procedimento per riconoscere una persona si basa nell'immagazzinazione di varie caratteristiche e nell'analisi del loro insieme. Quando una persona vuole accedere al sistema, i dati che sono stati salvati vengono confrontati con quelli che sta offrendo in quel momento in modo da accertarsi che si tratti della stessa persona. I sette dati fisici richiesti dai sistemi biometrici sono l'iride, la retina, le impronte digitali, la geometria della mano, la scrittura e la firma, la voce e il viso. Lo studio della biometria in Occidente è iniziato alla fine del XIX secolo ma in paesi come la Cina già nel XV secolo l' impronta della mano era usata come dato di riconoscimento.

Negli ultimi anni, alcuni governi hanno sviluppato programmi di biometria per applicarli in aeroporti o in commissariati di polizia. Ma già di questi tempi ci sono banche o supermercati che usano sistemi biometrici. Questo cambiamento è dovuto allo sviluppo di ditte private che si dedicano allo studio della biometria. Nel solo 2006 la biometria ha fatto guadagnare circa 2.300 milioni di euro e secondo la previsione del International Biometric Group (IBG), nel 2011 i benefici saranno già superiori ai 5.000 milioni.

La biometria cresce. In paesi come gli Stati Uniti più di tre milioni di persone fanno già acquisti mostrando il dito al posto della carta di credito. In alcune banche giapponesi si può prelevare denaro dal bancomat con l'impronta della mano. Ma la biometria non è ancora affidabile al 100%. Anche se se ne assicura la difficoltà è lo stesso possibile scambiare l'identità di una persona. Nel 2003 circa dieci milioni di americani hanno subito truffe di questo tipo.
La recente applicazione della tecnologia biometrica ha la sua croce. Alcuni la chiamano già sindrome da Grande Fratello, in riferimento al controllo sempre maggiore subito da chi vive nelle grandi città. All'interno dei diversei tipid di analisi di cui si serve la biometria, i lettori di impronte rappresentano la tecnologia dominante e più della metà del mercato biometrico. Negli Stati Uniti, più di 2.000 supermercati utilizzano già il cosiddetto sistema di pagamento “Pay by touch”, pagare con il dito. Questo sistema e quello di riconoscimento vocale, che non richiedono nessun harware aggiunto, sono i più economici per le imprese.

Ci sono molti detrattori dell'applicazione di questa tecnologia; questo sia a causa del livello di affidabilità ma anche, soprattutto, a causa dell'immagazzinazione dei dati. Secondo gli esperti, la biometria non immagazzina dati fisici ma salva algoritmi che vengono confrontati quando il cittadino gli offre di giorno in giorno, ma non è in grado di riprodurli nel tempo o di produrre un'immagine.

Anche riguardo a dove vengano immagazzinati i dati ci sono punti di vista contrastanti. I detrattori della biometria ritengono che le imprese private possano vendere i dati dei loro clienti infrangendo così il diritto alla protezione dei dati.

Con la comparsa di questa nuova tecnologia, passare inosservato risulta ogni giorno più difficile, già in molti alberghi si deve passare il dito indice sopra uno scanner per potervi alloggiare. Altre circostanze come mancare al lavoro, o andarsene via prima diventeranno missioni impossibili. L'influenza o gli ingorghi stradali non sono più buone scuse. Niente impronta digitale, niente soldi.

Raúl Granados
Fonte: www.rebelion.org
Link: http://www.rebelion.org/noticia.php?id=47625
2.03.07

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUSANNA BATTISTINI