Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / USA: i feriti tornano al fronte

USA: i feriti tornano al fronte

di Alessandro Ursic - 15/03/2007

Una brigata dell'esercito Usa con soldati già feriti in battaglia, e inadatti a combattere, è rispedita in Iraq
Con il crescente bisogno di ruotare gli uomini al fronte, l'esercito statunitense sta mandando in Iraq anche soldati che sono già stati feriti in guerra, con referti medici che certificano come le loro condizioni di salute li rendano inadatti ai combattimenti. Lo ha scoperto il quotidiano online statunitense Salon.com, sulla base di diverse interviste con i soldati della Terza divisione di fanteria di stanza a Fort Benning, in Georgia. Alcuni di loro sono già partiti per l'Iraq nei giorni scorsi, altri aspettano il dispiegamento da un momento all'altro. Dopo che l'anno scorso un'inchiesta fece luce sull'alta concentrazione di soldati con problemi psicologici mandanti al fronte, senza essere mai stati esaminati da uno specialista, l'esercito statunitense è così di nuovo sotto accusa.

La visita. Il 15 febbraio, nella base di Fort Benning 75 soldati, già curati per ferite sul campo, sono stati visitati per rivedere il loro status medico. Alcuni dei militari che hanno partecipato al check-up assicurano che le visite sono state condotte con l'evidente obiettivo di minimizzare il loro problemi, eliminando le restrizioni al loro invio al fronte. Intervistato da Salon, il chirurgo della brigata che ha condotto le visite ammette di aver rivisto circa un terzo dei profili medici dei soldati, ma non necessariamente migliorandoli. L'obiettivo, secondo il chirurgo, era di “mettere i profili in regola con le norme”, non di trovare forze fresche da inviare a Baghdad nell'ambito del temporaneo aumento di truppe previsto dall'amministrazione Bush.

I sintomi. Ma durante le sue conversazioni con i soldati il giornalista Mark Benjamin, autore in passato di diversi scoop sulle questioni del trattamento dei militari e dei veterani, ha trovato una realtà diversa. Uno dei soldati visitati ha tre vertebre fuse all'altezza del collo e non potrebbe neanche indossare le protezioni che usano i militari Usa in Iraq. Un altro si è “avvitato” la spina dorsale in un incidente con il suo Humvee. Una soldatessa si è fratturata il coccige, parte del quale le è stato rimosso chirurgicamente, e ha diverse vertebre infiammate. Un altro militare ha subito traumi cerebrali e ora soffre di narcolessia, rimanendo vittima di improvvise crisi di sonno, tanto che sulla sua scheda è precisato che “non può guidare veicoli militari”.

In partenza. I profili medici di questi e di altri soldati sono stati rivisti dopo quella visita di metà febbraio. Di colpo, dalle schede sono sparite le limitazioni che impedivano un ritorno al fronte. E a cominciare dallo scorso fine settimana, questi militari fanno parte del contingente pronto ad approdare in Iraq: alcuni sono già sul campo. “Hanno mandato qualcuno che non può indossare caschi e protezioni corporee? Beh, è sbagliato. E' una zona di guerra”, ha detto Steven Robinson, direttore delle questioni dei veterani all'associazione Veterans for America. “Serve un'indagine seria. Non si può semplicemente dare un'occhiata a qualcuno e dirgli che è a posto per combattere. L'intera faccenda puzza di un esercito sopra i propri limiti, in crisi, che non riesce a mandare abbastanza soldati al fronte”.