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Giochi di spie in Afghanistan

di Truman Burbank - 22/03/2007

 
Al di là della replica della sceneggiata di “aridateci il nostro Cocciolone” è intuibile il fatto che negli ultimi giorni in Afghanistan si è giocata una guerra di spie.

Premessa: tempo fa un giornalista inglese (John Nichol?) era stato dai talebani, nel sud del paese. L'autista era un certo Saied (o Syed) Agha.

Poco tempo dopo la zona sarebbe stata bombardata da aerei Nato. Evidentemente c'era stata una soffiata. Si parla di un rivelatore di posizione inserito nel taxi di Agha.

I talebani a un certo punto capiscono che nel taxi c'era un dispositivo che segnalava la sua posizione. Qui tendo a credere che siano stati informati da qualche servizio segreto esperto in intercettazioni e ben inserito nel territorio afghano (insomma russi, pachistani, o iraniani).

Poco tempo dopo Mastrogiacomo organizza una spedizione in territorio talebano, con lo scopo di intervistare i talebani e vedere i luoghi in cui vivono. Per fare ciò ha bisogno di un contatto locale che sia in buoni rapporti con la resistenza locale. Il contatto è Emergency, che provvede a fornire il collegamento con la resistenza e l'interprete. E' presumibile che negli ospedali di Emergency ci siano anche gli infiltrati del governo fantoccio locale. Essi riescono ad inserire nella spedizione lo stesso autista usato in precedenza, con l'intenzione di ripetere il colpaccio.

Ma stavolta la resistenza locale ha capito tutto. Blocca immediatamente l'auto, trova i segnalatori ed uccide la spia, prende Mastrogiacomo e l'interprete in ostaggio e fa sapere tutto quanto ai contatti in Emergency. Qui esplode la notizia che in pratica gli USA (o l'MI6 britannico per conto degli USA) avevano infiltrato una loro spia nella spedizione di un giornalista italiano, mettendo gravemente in pericolo la sua vita e compromettendo anche Emergency, che finora godeva di grande credito.

Vengono informati i servizi segreti italiani e scoppia la bagarre con GB e USA, che sono costretti ad ammettere l'imbroglio. I servizi segreti italiani, con il dente già avvelenato per il caso Calipari, minacciano di raccontare tutto all'opinione pubblica, con il rischio di provocare una protesta che porterà al ritiro delle truppe italiane.

Gli USA, stretti nell'angolino, acconsentono alla trattativa con i Talebani, ma vogliono la garanzia che le truppe italiane restino. Consultazioni febbrili e liti furiose, poi si dà il via alla liberazione dei capi talebani. Mastrogiacomo viene liberato dalla resistenza Afghana e qui arriva il contrattacco dei quisling, che cercano di salvare un po' la faccia dopo una serie di figure di merda e arrestano l’interprete Adjmal (o Ajmal) Nashkbandi.

Il braccio destro di Gino Strada a Lashkar Gah, Rahmatullah Hanefi, viene pure arrestato. Rahmatullah è capo del personale nella struttura ospedaliera dell'associazione, ed ha molti contatti nella zona dell’ospedale.